Ipermarket sotto controllo di Luisella Re

Ipermarket sotto controllo L'assessore Spagnuolo: «Difendo il nuovo piano del commercio» Ipermarket sotto controllo Anche se un gruppo de è preoccupato «Il nuovo Piano Commerciale conterrà globalmente a poco più di diecimila metri i 264 mila metri complessivi di aree urbane che le richieste confluite nel Programma Pluriennale di Attuazione pretendevano di adibire a commercio». Eppure c'è polemica... «Questo dato basta a confutare la frangia de che ci accusa di favorire la grande distribuzione, mentre ha torto anche chi sospetta che le cinque future "zone di progetto" da noi individuate corrispondano ad altrettanti ipermercati. Lo smentisce la programmazione dei pubblici esercizi, basata sulla medesima cinquina di aree in rapporto ai grandi interventi urbanistici del prossimo decennio. Dove ovviamente anche il commercio dovrà esercitare il proprio ruolo». Con la grinta pacata dei momenti migliori, Carla Spagnuolo scende in campo contro i detrattori del «suo» Piano, allargato per la prima volta a due specifiche pianificazioni, già approvate in giunta, riservate ad ambulantato e pubblici esercizi. Al centro della polemica e ora rimandato all'esame in Commissione, invece, il Piano specifico del commercio fisso. Accusato di introdurre la dirompente formula dell'«ipermercato» odiata dai negozianti. Precisa lei: «Le cinque nuove zone di progetto comprendono l'ex Venchi Unica, il Lingotto, lo stadio della Continassa e la zona residenziale prevista alla Pellerina, dove in ogni caso è stata esclusa la tabella ottava relativa agli ipermercati. Ùnica eccezione il "Progetto Dora", dove ottomila metri di ipermercato ridotti probabilmente a 5 mila sono stati previsti al culmine della futura "spina" e dell'insediamento terziario-residenziale che ne deriverà». Un unico ipermercato in tutto e per tutto, insomma. Come scandalo, davvero un po' esangue. Anche se messo in conto. «Ogni Piano presentato sotto elezioni comporta una qualche impopolarità. Ma, scaduto il precedente da otto anni, mi è sembrato giusto non sprecare un lavoro che ha alle spalle tre difficili anni di impegno. Convinta che, in vista del 1993, un vuoto di programma non comporterebbe la difesa dello stato attuale ma un caos suscettibile di qualsiasi arbitrio». Così l'assessore Spagnuolo aspetta a pie fermo le inevitabili proteste del mercatino di piazza Chironi, «uno dei più deboli, in attesa di essere accorpato ad altri mercati nel suo stesso interesse. Anche se farlo capire non sarà facile». Ma ciò che conta è l'obiettivo: «Per la prima volta, sulla linea dei pubblici esercizi che godranno di procedure aggiornate e sveltite, i 7500 ambulanti torinesi potranno riconoscersi e confrontarsi in un Piano di settore che fornirà loro una piattaforma finalmente chiara». Tra le sue linee portanti: un razionale riordino delle varie aree mercatali in stretto collegamento con l'Urbanistica, nonché l'eventuale trasferimento a lungo termine dei mercati più carichi di potenzialità. A partire da quello di moda alla Crocetta che, dopo un riordino sul posto, potrebbe essere trasferito nelle ex officine ferroviarie di corso Castelfidardo. Oppure il mercato di corso Sebastopoli, che potrebbe installarsi nella cornice riqualificata del vecchio stadio. Non meno importanti, infine, i par¬ cheggi individuati nella prossima fase d'avvio presso i mercati di Porta Palazzo, piazza Barcellona, borgo Vittoria e piazza Campanella. Buone novità per il commercio tradizionale, dunque, a partire da un ferreo e dichiarato controllo sugli ipermercati. Nonostante tali strutture all'estero garantiscano forti risparmi ai consumatori e sempre più spesso collaborino, su impulso del potere pubblico, alla qualità della vita urbana. Come ai Docks di Londra, dove alle maxistrutture commerciali è stato imposto di ospitare gratuitamente ambulatori medici e dentistici per i residenti locali. A proposito: nel nuovo Piano commerciale c'è qualche bella novità anche per i consumatori? «Abbiamo voluto e valorizzato le associazioni di zona ora pronte a trasformarsi in centri commerciali spontanei, con positivi riflessi sull'immagine urbana corrispondente. Prevediamo inoltre appesiti "centri artificiali" dove potranno trasferirsi e valorizzarsi attività ora sparse e disaggregate, poste in grado di incorniciare equilibrate piattaforme distributive sui mille metri riservate ai prodotti di largo e generale consumo. Risultato: un servizio migliore per i consumatori e quartieri più serviti, con un valido filtro nei confronti delle cattedrali consumistiche extraurbane». Luisella Re Carla Spagnuolo

Persone citate: Carla Spagnuolo, Spagnuolo

Luoghi citati: Londra