Multata una lettera del Capo dello Stato

Mulinili una lettera del Capo dello Stato Mulinili una lettera del Capo dello Stato Errore delle Poste: il Presidente è esente da affrancatura La lettera tassata del Capo di Stato Scrive il presidente della Repubblica Francesco Cossiga e mancano i francobolli. Multa? Di norma il Presidente non affranca le lettere perché bastano i timbri ovali del Quirinale (e le ovvie disposizioni in materia) a dispensarlo. Invece stavolta una sua lettera inviata a Moncalieri in risposta agli auguri natalizi è stata tassata per errore: 700 lire. La busta è stata recapitata lunedì al domicilio di Antonio Gentile e la multa è stata pagata dalla figlia. «Farsi rimborsare? Prima ho pensato che, forse, le altre volte si sono sbagliati gli addetti dell'ufficio postale non facendo pagare le multe. Un mittente cosi illustre. E, allora., ho chiesto alla direzione compartimentale delle Poste quali siano le disposizioni. Un dirigente mi chiarisce che il Presidente è esente dal mettere i francobolli: bastano e avanzano i timbri. Non solo: anche chi gli scrive è esentato dall'affrancare». Con questi elementi Antonio Gentile si reca all'ufficio postale di Moncalieri, «reo» della tassazione indebita. Il primo contatto è con un'impiegata. «Secondo me — gli risponde gelida — il Presidente deve affrancare le buste perché è uno come tutti gli altri». «Ma come? Non ha scritto da casa sua ma dal Quirinale!». Per l'impiegata: «Non cambia nulla». Un attimo di silenzio e l'addetta sbotta: «Vabbé se gliel'ha detto la mia direzione compartimentale vorrà dire che abbiamo sbagliato noi. Però ora non c'è l'impiegata che si occupa di queste incombenze. Domani sì. Se non può venire faccia una delega». Il giorno dopo, giovedì, all'ufficio postale si presenta una figlia di Antonio Gentile, Serenella. Stavolta manca l'impiegata che il giorno prima aveva detto di tornare. Nessuno sa come comportarsi. Un altro gior¬ no. Venerdì all'ufficio delle poste vanno in due: padre e figlia. E finalmente si compila un modulo: la richiesta di rimborso, firmata per quietanza, alla quale viene allegata la busta originale di Cossiga con tutti i timbri che evidenziano l'errore. Le 700 lire fatte pagare per sbaglio vengono rimborsate. Ma c'è una sorpresa: «Signor Gentile — dice suadente un addetto delle poste — se vuole tenersi per ricordo non solo il bigliettino con il messaggio augurale ma anche la busta con il recapito di chi gliel'ha inviata deve prima andare a fare una fotocopia in cartoleria. D'altronde 200 lire che sono mai al giorno d'oggi?». Secondo le procedure interne il documento originale dev'essere infatti trattenuto perché va poi a finire alla ragioneria centrale di Roma. Ivano Barbiere