Scontro d'auto dopo il delitto

Scontro d'auto dopo il delitto Sopralluogo in via Cherubini a Milano dove l'auto degli assassini finì contro un'altra vettura Scontro d'auto dopo il delitto Processo Calabresi, un teste smentisce Marino MILANO. Due versioni completamente differenti dell'incidente nel quale la mattina del 17 maggio 1972 fu coinvolta l'automobile degli assassini del commissario Luigi Calabresi: questo il risultato del sopralluogo che la terza Corte d'Assise dì Milano ha compiuto ieri in via Cherubini, il luogo dove 18 anni fa fu ucciso il funzionario di polizia. Giuseppe Musicco, il teste che guidava la «Simca» che si scontrò con l'auto degli attentatori, ha indicato come luogo dell'incidente l'angolo fra via Giotto e via Cherubini, dove lui si era portato dopo essere uscito dal parcheggio della fermata della metropolitana. Antonio Marino, il pentito che afferma di essere stato alla guida della «125» usata per l'agguato, ha detto che l'incidente accadde all'interno del parcheggio. «La nostra auto era nella seconda fila interna e stavo per uscire dal mio posto. Ebbi un leggero scontro con un'auto che veniva dalla mia destra, all'interno del parcheggio, tra le due file delle macchine parcheggiate. «Quel signore — ha proseguito Marino nel suo racconto — fece una breve marcia indietro per consentirmi di uscire dal mio posto, gli feci capire che mi sarei fermato poco dopo, invece andai via, uscii dal parcheggio, gli girai intorno e poi imboccai via Cherubini dal lato dei numeri dispari. Al primo semaforo, tornai indietro per andarmi a piazzare poco oltre il numero 6, dove abitava Calabresi». Al sopralluogo ha assistito Ovidio Bompressi, accusato da Marino di essere stato l'autore materiale del delitto, mentre non erano presenti Adriano Sofri e Giorgio Pietrostefani, indicati come mandanti del delitto. Per i legali dei coimputati di Marino il sopralluogo di oggi «è stata la conferma che lui mente su di sé come mente sugli altri», mentre l'avvocato Gianfranco Maris, difensore del pentito, sminuisce il valore della deposizione di Musicco, «un uomo semplice, tanto preoccupato del danno subito dalla sua auto che non si accorse che a pochi metri da lui avevano ucciso una persona. Un uomo che a tanti anni di distanza ha le idee poco chiare, tanto da indicare come luogo dell'incidente il luogo dove invece si fermò una decina di metri dopo lo scontro, che descrive violento mentre invece fu poco più di una botta». «Marino — secondo Maris — ha dato una versione che corrisponde esattamente a quello che ha sempre detto». L'avvocato Massimo Dinoia, legale di Pietrostefani, rileva che in aula Marino non ha detto di aver fatto il giro del parcheggio, ma di essersi diretto verso via Cherubini. [Ansa] Leonardo Marino scortato dai carabinieri nel luogo in cui fu ucciso Calabresi

Luoghi citati: Marino, Milano