Urss: voto di massa per la «battaglia»

Urss: voto di massa per la «battaglia» Oggi i risultati del primo importante «referendum» sulla perestrojka Urss: voto di massa per la «battaglia» MOSCA. La gente è andata a votare in massa per quello che costituisce il primo sostanziale «referendum sulla perestrojka» all'indomani del voto con cui il Soviet supremo ha approvato la riforma costituzionale voluta da Gorbaciov. Quasi 150 milioni di sovietici, dal confine polacco fino allo Stretto di Bering, erano impegnati per decidere l'esito di quella che lo stesso leader del Cremlino ha definito una «battaglia» tra riformisti e conservatori. Nel voto per i 1800 parlamentari delle assemblee legislative delle tre maggiori Repubbliche — la Russia, l'Ucraina e la Bielorussia — per la prima volta gli elettori hanno avuto la possibilità di scegliere tra più candidati. I risultati non si conosceranno probabilmente prima di domani, ma intanto sono giunte notizie di una eccezionale affluenza. L'agenzia Tass ha riferito che nelle zone dell'estremo oriente sovietico prima di mezzogiorno il 50 per cento degli aventi diritto si era già recato alle urne. Gorbaciov — accompagnato dalla moglie Raissa — ha vota- ai seggio elettorale numero 11 del quartiere moscovita Oktjabrski, non lontano dall'università. All'uscita dal seggio, ha detto che «il nuovo sistema elettorale applicato nelle elezioni di oggi rappresenta un importante punto di svolta nello sviluppo della perestrojka». «I rappresentanti comunisti sa- ranno presenti largamente nei nuovi organi di potere—ha aggiunto —, Sono contrario alle contrapposizioni. Io sono per 1' unione di tutte le forze favorevoli alla perestrojka, indipendentemente dal fatto che facciano parte o meno del partito». I risultati ottenuti dalla perestrojka — secondo il leader del Cremlino — sono diretta conseguenza del lavoro compiuto dal partito comunista, una forza politica «della quale non si può non tener conto». Ha ribadito l'importanza dell'istituzione della nuova figura di Presidente della Repubblica: «Se sarò eletto a quella carica — ha detto — non' rifiuterò». Quanto ai movimenti progressisti che premono per una notevole accelerazione delle riforme, Gorbaciov si è detto nettamente contrario «a chi sfrutta la democratizzazione per l'attuazione delle proprie ambizioni» e va contro gli interessi del popolo. Sull'importanza del Pcus, e sull'esigenza di difendere la sua «indivisibilità», si è pronunciato anche Egor Ligaciov, leader dell'ala conservatrice in seno al partito, che ha votato nello stesso seggio. «L'apparizione di correnti al suo interno — ha affermato — significa la morte politica del partito». La più importante delle tre Repubbliche dove si è votato ieri è certamente la Repubblica Federativa Russa, dove oltre settemila candidati concorrevano ai 1068 seggi del Congresso dei deputati del popolo repubblicano. In alcuni distretti c'erano fino a 20 candidati per un seggio. In Ucraina circa tremila candidati si contendevano i 450 posti in Parlamento; mentre in Bielorussia la media era di cinque candidati per ogni seggio. Oltre ai comunisti, sano scesi in lizza rappresentanti di organizzazioni e movimenti di diverse ispirazioni. Nella Russia il blocco più progressista è quello che fa capo a «Russia democratica», i cui esponenti chiedono riforme più incisive e rapide. Vi sono poi i verdi, i socialdemocratici e gli slavofili patriottici che auspicano la «rinascita della Madre Russia e il ritorno alle sue tradizioni». Ieri si è votato anche per un secondo turno elettorale in Lituania (una delle tre Repubbliche baltiche), dove nel primo solo una parte dei candidati è riuscita a ottenere il quorum di voti (50 per cento) necessario per l'elezione. Il 18 marzo andranno alle urne gli elettori delle altre due Repubbliche baltiche di Estonia e Lettonia; successivamente voteranno le Repubbliche di Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakhstan e Turkmenia. Mosca. Il leader sovietico Mikhail Gorbaciov depone nell'urna la sua scheda

Persone citate: Egor Ligaciov, Gorbaciov, Mikhail Gorbaciov, Raissa