La piazza fa vacillare Maggie di Paolo Patruno

La piazza fa vacillare Maggie Feriti e vandalismi a Londra, l'impopolarità del premier preoccupa i conservatori La piazza fa vacillare Maggie Dilaga la rivolta delle tasse, voci di dimissioni LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La rivolta dei contribuenti ha assunto contorni così violenti alla periferia di Londra e in provincia, con decine di feriti e di airesti negli scontri tra dimostranti e polizia, che il governo Thatcher beccheggia pericolosamente nella tempesta delle proteste di strada e delle polemiche politiche. In questo clima burrascoso si moltiplicano anche le indiscrezioni su presunti'complotti orditi all'intèrno del partito conservatore per disfarsi di un premier giudicato ormai impopolare e penalizzato in tutti i sondaggi, tanto che ieri il portavoce di Downing Street è stato costretto a smentire le voci di imminenti dimissioni della signora Thatcher rimbalzate dal Giappone che hanno provocato uno scivolone della sterlina vanamente puntellata dalla Banca d'Inghilterra. Il primo ministro ieri era in Scozia, battagliera come sempre anche davanti alle manifstazioni di protesta che l'hanno inseguita fin là. E non ha perso l'occasione per accusare i gruppi di estremisti vicini al partito laborista di manipolare il malcontento per l'introduzione della nuova «poll-tax» comunale e di provocare gravi incidenti. Non aveva certo l'aria di chi è ormai pronto alla resa, disposta a lasciarsi sloggiare da Downing Street per far posto a un altro esponente conservatore non compromesso con la sua politica impopolare. Ma per lei la situazione è obiettivamente più difficile di quanto soltanto fino a poche settimane fa era attribuibile a una ciclica crisi di malcontento di metà legislatura. La signora Thatcher sembra infatti aver smarrito, con le clamorose dimissioni del cancelliere Lawson, la capacità di controllare l'economia, dove si moltiplicano i segnali d'allarme per il riacutizzarsi dell'inflazione e l'elevatissimo livello dei tassi di interesse che gli inglesi risentono pesantemente nelle loro tasche. Il malcontento ha trovato adesso una nuova miccia nella introduzione delia nuova tassa comunale procapite, eguale per tutti indipendentemente dal reddito. L'imposta entrerà in vigore il 10 aprile e in questi giorni i consigli comunali si stanno radunando per deciderne l'entità. E ogni riunione fornisce l'occasione di manifestazioni o proteste sempre più violente. Il culmine della violenza è stato toccato nella tarda serata di giovedì ad Hackney, nella periferia di Londra, dove 5 mila manifestanti hanno ingaggiato furiosi scontri con la polizia. Una trentina i feriti, quasi sessanta gli arrestati, un'enorme impressione fra gli inglesi per le scene di violenze, di vandalismo contro decine di negozi che hanno fatto da corollario alla manifestazione. La signora Thatcher e i dirigenti conservatori hanno accusato il gruppuscolo trpzkista «Militant» di provocare questi scontri. E l'accusa non è infondata, perché giornali e tv, oltre alla polizia, hanno ormai fornito copiose prove della meticolosa organizzazione di queste proteste, dove il malcontento dei contribuenti locali è strumentalizzato ed ampliato dalla immissione di centinaia di estremisti «esterni». Lo spettacolo di queste scene abbondantemente rilanciate dalla tv ogni sera non giovano certo alla popolarità del fartito laborista, che guida opposizione alla «poll-tax». E ieri il suo leader Neil Kinnock è dovuto energicamente intervenire per condannare le violenze di questi «rivoluzionari da strapazzo» e criticare anche quanti all'interno del suo stesso partito, da posizioni più estremiste, inneggiano alla «disobbedienza civile» e invitano gli inglesi a non pagare la contrastata tassa. La sommossa civile orchestrata da «Militant» potrebbe risultare alla fine un prezioso puntello, un salvagente per la signora Thatcher. Proprio come era avvenuto per le violente dimostrazioni durante il lungo sciopero dei minatori nell'84-'85, che il governo aveva piegato vincendo poi sullo slancio le successive elezioni. Questa volta, però, lo scenario ha contorni più grigi per la signora Thatcher, a causa delle difficoltà economiche e fiscali che hanno catapultato i laboristi in testa a tutti i sondaggi con un netto margine di 19 punti di vantaggio alla vigilia delle elezioni comunali di maggio. E' proprio questa situazione di crisi che rende plausibile l'ipotesi di un eventuale ritiro del premier. «L'idea che la signora Thatcher possa non essere più primo ministro in autunno deve essere presa sul serio» scrive questa settimana «L'Economist». Secondo questa ipotesi, la signora Thatcher potrebbe ritirarsi dopo l'està- te, fiaccata da ripetuti insuccessi elettorali nelle prossime «supplettive» e comunali, magari a favore dell'ex ministro della Difesa Michael Heseltine che guida la fronda interna. Ma se supererà questo periodo di gravi turbolenze e se il partito conservatore non si lascerà travolgere dal panico, la signora Thatcher potrebbe trovare un rilancio in un miglio- ramento dell'economia previsto per il prossimo anno e affrontare da Downing Street le elezioni, alla naturale scadenza della legislatura, nel lontano '92. Non è la prima crisi, la prima difficile battaglia che Margaret Thatcher riuscirebbe a superare. Paolo Patruno il premier Margaret Thatcher e, sotto, un quartiere di Londra dove la polizia tenta di disperdere un gruppo di dimostranti scesi in piazza per protestare contro la «Poll-tax»

Luoghi citati: Giappone, Hackney, Londra, Scozia