Galli-story di M. Gram.
Galli-story Galli-story Quella zebra portafortuna MILANO. Una zebra come portafortuna. Per uno di quegli imperscrutabili percorsi che il destino si diverte ogni tanto a disegnare, l'odissea di Giovanni Galli, portiere notturno e infrasettimanale del Milan mondiale, va a sbattere in continuazione sulle rive della Juve. E' un racconto in quattro capitoli, tre già scritti e uno da consegnare alle stampe dopodomani, allo Stadio Comunale di Torino. L'avventura esordisce a tinte fosche: la visita della Juve nella tana del Milan, il 5 novembre 1989, coincide con la pagina più umiliante dell'annata di Galli. Sconfitti una settimana prima ad Ascoli da un tiro non imparabile di Casagrande, i rossoneri individuano nel mansueto portierone il capro espiatorio: Galli giocherà solo il mercoledì, mentre la domenica diventa territorio di Pazzagli. Giovanni morde il freno, ma si trattiene dopo un colloquio rasserenante con Berlusconi: in fondo aveva sempre sospettato che questo smacco potesse accadere, fin da quando, in estate, aveva rifiutato un contratto biennale nel timore che l'av¬ vento del più giovane rivale lo costringesse alla panchina. La seconda pagina del fogliettone si consuma lungo quattro mesi d'inferno: il Milan è un rullo compressore e pur non essendone il protagonista principale, Pazzagli partecipa agli utili, perpetuando la sua inamovibilità domenicale. Giorni duri per Galli, ma ad allietarli arriva una telefonata del manager Roggi: «La Juve ti vuole, nel caso che Tacconi andasse via». Un evento che non succederà, ma in certi momenti anche un semplice interessamento diventa stimolo a non mollare. Tempo verrà... E il tempo viene dieci giorni fa, in Coppa Italia: di mezzo c'è sempre lei, la Juve. Il Milan va a Torino, gioca male e Galli lo salva, guadagnandosi la riconferma per 1 euro-sfida con il Malines dove ha nuovamente indossato i panni del salvatore. Arriviamo così all'ultimo capitolo, il dolce momento della vendetta. Berlusconi gli propone il rinnovo del contratto. Sacchi lascia intendere che, diciassette domeniche dopo, il Giovannone potrebbe recuperare la maglia perduta: una rivincita tenuta a battesimo, manco a dirlo, dalla Juventus. «Con le mie parate dell'altra sera spero di aver messo in difficoltà l'allenatore — ammette Galli —. Non ho altri mezzi per convincerlo. Che dovrei fare, secondo voi? Puntargli una pistola alla tempia?». [m. gram.]
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