Inflazione e Germania fanno paura ai Sette
Inflazione e Germania fanno paura ai Sette Dal summit di Nagoya, dominato dall'unificazione tedesca, un impegno a coordinare le politiche monetarie Inflazione e Germania fanno paura ai Sette A Parigi in aprile vertice sul supermarco, le banche «frenano» il dollaro TOKYO. Le Banche centrali ce l'hanno fatta. Il dollaro, sotto il fuoco incrociato delle tre ammiraglie (la Fed intervenuta mercoledì ben sette volte, la Bundesbank e la Banca del Giappone che in tre giorni ha «bruciato» oltre tre miliardi di dollari) è sceso prima a Tokyo, dove mercoledì aveva sfondato la soglia critica dei 150 yen, poi in Europa. A Milano il biglietto verde è stato fissato a 1255,50 lire (contro 1256,85 di mercoledì), a Francoforte è stato indicato a 1,7009 marchi. E' questo forse il risultato più evidente del minivertice che si è svolto mercoledì a Nagoya tra i rappresentati del «G7» (Usa, Giappone, Canada, Germania, Gran Bretagna, Italia e Francia) che hanno posto le basi per un summit ad aito livello tra i «Sette Grandi» che, lo ha confermato il ministro del Tesoro Usa Brady, si svolgerà il 7 aprile a Parigi. Al centro del summit ci saranno certamente i temi caldi di questi giorni (l'ascesa del dollaro sulle principali valute, yen compreso) ma il piatto forte sarà l'unione monetaria tedesca con i rischi di inflazione che esso comporta. Sul primo punto, il vicepresidente della Fed, Manuel Johnson, presente a Tokyo, è stato piuttosto secco: la Federai Reserve, ha detto, «è soddisfatta degli attuali livelli del tasso di cambio del dollaro»; gli interventi sul mercato per cercare di arrestare le continue fluttuazioni dei tassi di cambio sono «una soluzione a breve termine» del problema (basta che «le Banche centrali del G7 coordino le loro politiche monetarie»). Sul secondo tema si è soffermato il direttore generale del Tesoro italiano Mario Sarcinelli: «In questi giorni — ha spiegato — abbiamo discusso di Europa. Il 18 marzo, giorno delle elezioni in Germania orientale, sarà un appuntamento decisivo. Se dal responso delle urne sortirà un'accelerazione al processo di riunificazione tedesca, ci saranno da affrontare gravi questioni e sarà inevitabile 1' aumento delle imposte in Germania federale». Sarchielli ha aggiunto che nei colloqui non «è stato affrontata la questione delle parità fra dollaro, yen e marco». Del resto, ha spiegato, «l'assenza di due rappresentanti come il sottosegretario al Tesoro statunitense Mulford e il viceministro delle Finanze tedesco Koehler ha impedito di entrare nel vivo della questione». Che il tema rovente del prossimo «G7» sarà la questione tedesca lo hanno confermato i rappresentanti delle tre maggiori Banche centrali del mondo. Manuel Johnson, vicepresidente della Fed, Hans Tietmayer, membro del direttivo della Bundesbank, e Toshihiko Fukui, direttore esecutivo della Banca del Giappone hanno rilevato come le Banche centrali dei Sette debbano tenere conto di questa nuova situazione, venutasi a creare con il crollo dei regimi comunisti, quando andranno a fissare i criteri guida delle rispettive politiche monetarie per gli Anni 90. Per garantire innanzitutto la stabilità dei prezzi su base mondiale, le Banche centrali del «G7» dovranno più che mai tentare di formulare linee di politica monetaria che prevedano un maggior bilanciamento delle questioni interne ed internazionali. Tanto più che la forte domanda di capitali che servono a finanziare questo processo di ricostruzione, ha detto Johnson, metterà sotto pressione la struttura dei tassi d'interesse internazionali in un momento in cui le maggiori economie del mondo procedono in prossimità della piena capacità di utilizzo delle loro strutture produttive. Il rappresentante della Bundesbank ha messo in guardia dai passi falsi. I rapidissimi sviluppi della situazione politica in Germania Est, come il massiccio esodo di tedeschi dell'Est verso la Germania federale, la disintegrazione politica del precedente regime comunista e il calo della produzione industriale della Rdt, ha spiegato Tietmayer, «hanno completamente cambiato la situazione negli ultimi due mesi» vanificando di fatto un approccio di tipo graduale al processo di riunificazione delle due Germanie. «Nonostante le pressioni esterne, chi sta trattando per unificare le due valute non è ancora giunto ad un accordo e coloro che dannno già per scontato una soluzione come la conversione 1 a 1 lo fanno solo per ragioni politiche». (r. e. s.]
Persone citate: Hans Tietmayer, Johnson, Koehler, Manuel Johnson, Mario Sarcinelli, Mulford, Tietmayer, Toshihiko Fukui
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