«Ebrei, abbiate il coraggio della pace»

«Ebrei, abbiate il coraggio della pace» NEW YORK Incontro con De Cuéìlar che annuncia: Tirana vuole partecipare alla Conferenza europea «Ebrei, abbiate il coraggio della pace» Andreotti difende ilpiano Baker davanti alle comunità Usa NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO «Shalom a tutti». Giulio Andreotti ha salutato in ebraico i membri del prestigioso Jewish Theological Seminary dopo aver pronunciato, nel ricevere ieri pomeriggio una laurea honoris causa, un intervento molto franco sulla questione medio-orientale. Il presidente del Consiglio, ricordando «il conflitto che da oltre quarant'anni oppone arabi e israeliani», ha invitato le comunità ebraiche del mondo a interrogarsi «sulle penose sofferenze di un popolo come quello palestinese, che aspira alla realizzazione dei suoi diritti politici». Si è trattato di un aperto sostegno al piano di pace di Baker. Andreotti ha parlato di «un mondo che vede crollare con sorprendente rapidità antiche divisioni politiche e ideologiche», nel quale desta «profonda amarezza» l'incapacità di risolvere «lacerazioni e conflitti» in un'area così a lungo «tormentata». E' naturale che, per le comunità ebraiche, comporti «una presa di coscienza difficile» ristabilire un rapporto con un. mondo arabo che ha loro inflitto «sofferenze». Ma non va sottovalutata la recente «disponibilità» dell'«organizzazione più rappresentativa della realtà palestinese», cioè l'Olp, a riconoscere «il diritto all'esistenza e alla sicurezza» di Israele. Lo Stato ebraico «non può e non deve lasciar cadere le speranze legate a una straordinaria concomitanza di condizioni favorevoli», rifiutando «una soluzione giusta». Anche perché «se si pensa alla dolorosa situazione dei palestinesi nei territori occupati, è in gioco un'immagine luminosa di Paese libero e democratico vagheggiata dai padri fondatori e oggi profondamente radicata nelle istitu- zioni». Questi stessi concetti Andreotti li aveva esposti più volte in passato e ripetuti anche mercoledì a Washington di fronte alla stampa statunitense. Ma, in questa occasione, il presidente del Consiglio aveva di fronte gli esponenti più eminenti di una lobby potentissima negli Usa e, nello stesso tempo, polmone finanziario dello Stato di Israele. Questa mattina seguirà un incontro con trenta tra i più importanti manager dell'industria ebraica americana. Appena giunto a New York, ieri mattina, Andreotti era stato ricevuto dal segretario generale delle Nazioni Unite, Xavier Perez De Cuellar, che ha invitato il governo italiano a spendere un po' del suo prestigio per aiutare la soluzione di alcuni gravi pioblemi internazionali, evitando di concentrarsi solamente sui grandi fatti in corso nell'Est europeo. Tra questi, De Cuellar ha indicato la situazione di Cipro («La mia recente missione è stata un fallimento», ha confessato); la Cambogia (dove non è escluso l'invio di una forza di interposizione per bloccare la guerra civile); l'America Latina, il cui indebitamento potrebbe mettere in gioco la democrazia nei Paesi che l'hanno conquistata. Perez ha aggiunto di fare affidamento, per la soluzione di questo problema, sul «prestigio personale» di Bettino Craxi, nominato tre mesi fa suo rappresentante proprio a questo fine. Altri temi del colloquio sono stati la lotta alla droga e un certo disgelo che si avverte in Albania (Tirana, ha detto De Cuellar, intende partecipare alla riunione della «Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa» che dovrebbe svolgersi già entro l'anno). Paolo Passarmi