La Slovenia non è più Repubblica socialista E' scontro sul Kosovo

La Slovenia non è più Repubblica socialista E' scontro sul Kosovo Secessione, referendum vicino La Slovenia non è più Repubblica socialista E' scontro sul Kosovo ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Da ieri la Repubblica di Slovenia non è più socialista. Il termine è stato tolto dal nome ufficiale in seguito alle modifiche alla Costituzione slovena adottate dal Parlamento. Richiesto dall'opposizione, il provvedimento è stato approvato dai tre consigli dell'Assemblea della Slovenia riunitisi a Lubiana. All'ordine del giorno altri due argomenti scottanti: il Kosovo e il blocco economico della Serbia nei confronti della Slovenia. La Slovenia è tuttora pronta a partecipare alla soluzione del problema del Kosovo — è stato detto — ma pone condizioni precise come il dialogo tra le parti antagoniste, la libertà per tutti i prigionieri politici e la legalizzazione del pluripartitismo in questa regione autonoma. Il primo presupposto per il dialogo rimane comunque il ritiro dei militari dal Kosovo. Riferendosi all'interruzione dei rapporti economici con la Serbia i delegati sloveni hanno riconfermato la decisione di mantenere tutte le misure adottate per salvare l'economia della loro Repubblica finché i serbi continueranno a boicottare le società slovene. Questo significa che malgrado il monito federale la Slovenia non pagherà la quota al Fondo federale destinata allo sviluppo del Kosovo. Il governo di Lubiana ha inoltre posto un netto rifiuto alla richiesta di rimandare nel Kosovo i rappresentanti delle forze dell'ordine slovene, ritirati il 5 febbraio. L'Assemblea slovena ha infine proposto di iniziare al più presto i preparativi per il nuovo ordinamento confederale dello Stato. Se la proposta dovesse essere respinta dalla Jugoslavia, il futuro Parlamento sloveno, che verrà eletto ad aprile, nelle prime elezioni pluripartitiche del dopoguerra, deciderà sul da farsi, il che significà'che con tutta probabilità verrà indetto un referendum popolare sulla secessione della Slovenia dalla Jugoslavia. La volontà di indipendenza degli sloveni, soprattutto sul piano economico, è aumentata in seguito al malcontento derivante da alcuni provvedimenti anti-inflazionistici del governo federale di Ante Markovic. L'opposizione, da sempre contraria al programma federale, sostiene che l'economia slovena è sull'orlo dello sfacelo perché l'amministrazione centrale le porta via la maggior parte dei proventi, destinati alle Repùbbliche sottosviluppate. Ma è stata soprattutto l'incapacità del governo di mediare nella guerra economica tra Serbia e Slovenia e la scoperta che la Serbia ha aumentato del 40 per cento gli stipendi, malgrado la decisione del governo federale di congelarli in tutto il Paese fino alla fine di giugno, a far nascere in molti sloveni il sospetto di una congiura. Anche la recente proposta del governo federale di allargare la cosiddetta fascia di confine da 100 a 1000 metri, ovvero di dare ai militari il potere di controllare la circolazione in questa zona è stata respinta dal governo di Lubiana favorevole alla demilitarizzazione. Lungo il confine con l'Italia e l'Austria oggi verrà organizzato un sit-in cui parteciperanno i rappresentanti dei partiti di opposizione, affiancati da italiani e austriaci. Da Belgrado, intanto, il Comitato per i rapporti socialpolitici dell'Assemblea federale ha appoggiato l'iniziativa di riforma costituzionale proposta dal governo di Markovic e dalla presidenza federale, chiedendo che venga raggiunto al più presto il consenso delle Repubbliche. La Slovenia si è infatti dichiarata contraria. Il Parlamento di Lubiana ha deciso di rimandare la discussione sulla riforma della Costituzione federale a quando vi saranno le elezioni libere intuttoil Ptìèse e verranno aboliti lò stato di emergenza nel Kosovo ed il blocco economico della Serbia nei confronti della Slovenia: soltanto allora, dicono a Lubiana, ci potrà essere un accordo. Ingrid Badurìna

Persone citate: Ante Markovic, Ingrid Badurìna, Markovic