Fugge e rientra il golpista di Kabul

Fugge e rientra il golpista di Kabul Najib riprende il controllo del Paese ma a caro prezzo: i morti sarebbero centinaia Fugge e rientra il golpista di Kabul Giallo sul generale Tanai ISLAMABAD. Il generale Shah Nawaz Tanai, autore del tentato golpe contro il presidente afghano Najibullah, ha raggiunto con la famiglia su un elicottero militare Peshawar, in Pakistan. Quella dell'ufficiale, fino all'altro ieri ministro della Difesa, sembrava una fuga in piena regola, a conferma del fatto che il putsch era fallito, nonostante virulente sacche di' resistenza, ma in serata il ministro degli Esteri pakistano, Tamveer Ahmed, ha detto che si trattava di una semplice puntata per incontrare i capi dei guerriglieri in esilio, al termine della quale Tanai avrebbe fatto ritorno in patria per «continuare a combattere». Una versione sconcertante, ma non impossibile. Quel che è certo — lo dichiarano testimoni e fonti diplomatiche — è che «morti e feriti sono centinaia, molti fra la popolazione civile». «Alcuni traditori sono stati uccisi — ha detto il viceministro degli Esteri Absul Barn" Samandari tracciando un bilancio —, altri li abbiamo fatti prigionieri». A New Delhi, l'ambasciatore afghano Ahmed Sarwar, cognato di Najib, ha accusato il Pakistan e l'Arabia Saudita d'essere dietro il fallito putsch, un giudizio che sembra condiviso dalla leadership afghana. La notizia della «fuga» è giunta al termine di una giornata di notizie convulse e contraddittorie. Confermata, co- munque, la partecipazione al complotto di Gulbuddin Hekmatyar, capo dell'ala islamica fondamentalista della guerriglia afghana, che da Peshawar tirava le fila di una rete clandestina di fedelissimi a Kabul. I combattimenti sono.infuriati a Kabul anche nella giornata di ieri. Secondo la «Tass», nella giornata di ieri i caccia guidati dai ribelli hanno effettuato 18 bombardamenti sulla capitale, impiegando missili aria-terra e bombe a frammentazione di grande potenza. Uno dei caccia, tutti Mig di fabbricazione sovietica, è stato abbattuto precipitando su un quartiere densamente abitato. Fonti Onu riferiscono che tra i numerosi edifici danneggiati fi¬ gurano diverse ambasciate, come quella italiana (abbandonata al momento dei bombardamenti), cinese e francese. Radio e televisione afghana diffondono frequenti appelli del Presidente, il quale ripete che la situazione è saldamente in mano al governo e invita la popolazione a collaborare per il totale ripristino della normalità. Intorno alla grande base aerea di Baghram (50 km a Nord della capitale) è stata particolarmente aspra la battaglia fra le truppe fedeli al governo e i golpisti asserragliati. Najib ha ordinato di bombardare la base dal cielo, ma fonti diplomatiche occidentali affermano che è impossibile sapere quanta parte dell'aviazione sia rimasta fede- le al Presidente. A tarda sera, comunque, la roccaforte dei ribelli non era ancora stata espugnata. L'agenzia «Tass» scrive che le strade di Kabul sono «vuote e tranquille» e che il partito ha mobilitato 4000 iscritti armati per garantire l'ordine nella capitale. Sarebbe questione solo di ore, dopo che il cinquantaduesimo reggimento addetto alle trasmissioni si è arreso alle truppe fedeli a Najib, lasciando, perciò, senza comunicazioni «il quartier generale» ribelle. Violenti scontri anche in altre città, in particolare a Kandahar, nel Sud, e a Herat nel Nord-Ovest. • Si ha notizie d'alti ufficiali afghani in fuga riparati in Paki¬ stan, e una fonte guerrigliera parla dell'arrivo a Peshawar di due aerei con 26 persone a bordo, tra cui quattro generali fedeli a Tanai. Quest ultimo, diVentato ministro della Difesa nel 1988, era in rotta con Najib da tempo e per due volte l'anno scorso si era trincerato nel suo dicastero per evitare l'arresto in occasione di altri complotti. Gulbuddin Hekmatyar, dal Pakistan, sostiene che l'Unione Sovietica è intervenuta militarmente a difesa del governo di Kabul, ma finora la notizia non ha trovato conferma. A New York i diplomatici Onu hanno cercato di affrettare i tempi di un «globale accordo politico» su Kabul. [Agi-Ap-Ansa-Reuter-Afp] Tra il generale Tanai e Najib (nel ritratto) c'erano stati contrasti negli ultimi mesi