Le luci della ribalta spaventano Boskov di Curzio Maltese

Le luci della ribalta spaventano Boskov Più del Grasshoppers la Sampdoria pare temere la nuova, potentissima iUumina2ione di Marassi Le luci della ribalta spaventano Boskov In forse l'acciaccato Cerezo GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Questa contro il Grasshoppers è, per la Sampdoria, «la» partita, quella che non puoi sbagliare, la prima e ultima spiaggia di una stagione piena di alibi. Stasera serve vincere e bene, perché gli zurighesi in casa sono brutti clienti, capaci di rifilare quattro gol allo Slovan Bratislava e tre alla Torpedo Mosca. Ma pochi sembrano badarci. La conferenza stampa della vigilia tenuta da. Boskov, di solito uno show del grande istrione slavo, decolla con fatica e si accende soltanto nel finale, quando si smette di parlare degli avversàri e si attacca col vero problema della Samp di coppa: le luci di Marassi. Storia singolare. Stasera lo stadio genovese collauda il nuovo impianto di illuminazione, studiato per far rendere al massimo l'immagine televisiva in alta definizione. I fari notturni sono raddoppiati, con l'aggiunta di due file di luci sotto le tribune. Sparisce in questo modo ogni ombra in campo, ma l'effetto-flash su spettatori e calciatori è piuttosto fastidioso. Stuzzicato sull'argomento, Boskov, fino a quel punto piuttosto professorale, arrossisce fino alle orecchie e batte un pugno sul tavolo. Seguono cinque minuti alla Chiambretti. «Noi ora si giot - ltanto per televisione a colon. Questa è situazione, partita come quiz di Mike Bon- giorno. E che essere calciatori: ballerine di varietà?». Tra l'altro il maestro è inviperito con la gestione di Marassi che impedisce di allenarsi in notturna per non sciupare il manto erboso'rifatto per il mondiale. Di fronte a tali drammi si può capire che la visita della squadra più ricca e famosa della Confederazione («il Real della Svizzera» é lo slogan di Boskov) passi in secondo piano. Eppure in città c'è animazione. Proba¬ bile il tutto esaurito, con 38 mila spettatori (mille gli svizzeri) e un miliardo d'incasso. Il giallo della vigilia è legato al rientro di Cerezo. Il brasiliano, lasciato a riposo domenica, s'è infortunato ancora in allenamento. I mèdici parlano di . «contrattura da affaticamento». Un modo gentile per dire che il grande Toninho è un po' vecchio per giocare a pallone. Trentacinque anni, venti spesi sui campi di calcio, uno ancora da giocare, secondo contratto. Ma le lunghissime gambe da giocoliere non reggono più tanto bene e Cerezo s'è già scelto l'erede, Valdo. Esce dallo spogliatoio con la borsa del ghiaccio in mano è negli occhi la stessa espressione del suo cane: «Non so se ce la farò, la gamba mi fa male — dice —. Certo, ci spero. Non sono più un ragazzino, non mi restano tante partite in coppa da giocare». Eventuale sostituto sarà Invernizzi. Le ricche luci della ribalta genovese servono anche a inquadrare meglio la prima partita intera del '90 di Gianluca Vialli, cui finora Boskov ha concesso soltanto spiccioli di gara contro Fiorentina e Juve. Per l'evento, e per osservare i nazionali elvetici (il 31 marzo a Basilea c'è Svizzera-Italia), si scomoda ancora Vicini, già in tribuna per lo 0-0 di Samp-Juve. Con la speranza di vedere finalmente qualche gol. Vialli — secondo Boskov all'80 per cento della forma — non fa promesse. E' tra i pochi a prendere sul serio gli svizzeri: «Se giocassero in Italia sarebbero da zona Uefa, una specie di Atalanta. Del resto, non si può arrivare ai quarti di una coppa così per caso. Dai filmati sembrano molto potenti, magari non altrettanto rapidi. L'obiettivo è vincere senza prendere gol, anche 1-0». Curzio Maltese Cerezo spera di giocare: «Mi restano poche occasioni»

Luoghi citati: Basilea, Bratislava, Italia, Mosca, Svizzera