Ultimo no di Shamir all'Olp, Peres si ribella

Ultimo no di Shamir all'Olp, Peres si ribella I laboristi lanciano l'ultimatum sul piano di pace Usa: «Sì a Baker o sarà la crisi di governo» Ultimo no di Shamir all'Olp, Peres si ribella Oggi l'incontro decisivo della coalizione per dare il via ai colloqui tra le due delegazioni, israeliana e palestinese, al Cairo Ma il Likud vuole escludere anche i 140 mila residenti arabidi Gerusalemme Est dal progetto di elezioni nei Territori TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il processo di pace nel vicino Oriente giunge oggi ad una svolta decisiva con la riunione del gabinetto ristretto israeliano, convocata per approvare o respingere le proposte del segretario di Stato Usa James Baker su un incontro fra due delegazioni, israeliana e palestinese, da tenersi al Cairo. Se l'esito del voto sarà negativo, ha messo in guardia il vicepremier Shimon Péres, i laburisti avvieranno una crisi di governo e cercheranno di formare una nuova coalizione a maggioranza ristretta appoggiata da alcuni partiti confessionali. Lunedì notte, al termine di un lungo dibattito, i ministri del Likud avevano stabilito di essere disposti ad appoggiare l'idea del negoziato israelo-palestinese al Cairo sulle modalità di elezioni nei Territori, a condizione che in precedenza fosse stato raggiunto con i laburisti un accordo su due questioni qualificanti: l'esclusione di Gerusalemme Est, in quanto parte integrante della capitale, da qualsiasi negoziato sul futuro dei Territori; e la proibizione all'Olp di prendere parte all'incontro israelo-palestinese. Significativamente, i ministri del Likud non si erano invece pronunciati sulle domande avanzate da Baker volte a concordare le categorie degli esponenti che potrebbero essere inclusi nella delegazione palestinese senza incorrere nell'ostilità del governo di Gerusalernme. Ai laburisti la posizione del Likud è apparsa negativa se non nella forma almeno nella sostanza. Il progetto di elezioni nei Territori, hanno obiettato, non potrebbe avere luogo, se non fosse assicurata la partecipazione dei 140 mila palestinesi di Gerusalemme Est. Costoro, hanno aggiunto, sono cittadini giordani e potrebbero magari votare fuori dai confini municipali per non generare la falsa impressione che Israele sia disposto a negoziare lo status della capitale. Il partito di Peres ha chiarito poi di non considerare motivo sufficiente a interrompere i colloqui del Cairo quelle consultazioni che i membri della delegazione palestinese volessero avere «con qualsiasi elemento arabo» (formula che include tacitamente l'Olp). I laburisti si sono detti «offesi» dal fatto che il Likud insinuasse che la loro posizione fa¬ vorevole al mantenimento della sovranità israeliana sull'intera Gerusalemme fosse vacillante. Hanno ricordato che il ministro della Difesa Rabin era capo di Stato Maggiore nel '67, quando l'esercito israeliano espugnò la città vecchia di Gerusalemme. «Il nostro attaccamento a quei luoghi è fuori questione», ha detto Rabin. A sollevare dubbi sulla legalità della presenza israeliana a Gerusalemme Est era stato sabato il presidente Bush, comparandola a quella degli insediamenti ebraici in Cisgiordania e a Gaza. Non si trattava di una posizione nuova (già in passato l'ex premier Begin fu dissuaso da Washington dal trasferire il suo ufficio a Gerusalemme Est, perché nessun esponente statunitense lo avrebbe incontrato in una zona occupata), ma ha suscitato egualmente dure reazioni nell'ufficio di Shamir. «Forse gli Usa non comprendono il significato della Città Santa per il popolo ebraico — ha affermato —. Essa resterà la capitale unificata di Israele». Alla luce delle dichiarazioni che giungevano da Washington, il Likud ha deciso quindi che se un confronto doveva esserci con gli Usa, era preferibile che lo fosse su una questione di principio (lo status giuridico della capitale) piuttosto che procedurale (la composizione della delegazione palestinese). I laburisti hanno però rifiutato questa logica e oggi chiede¬ ranno che il gabinetto dia il benestare all'inclusione nella delegazione palestinese di esponenti espulsi dai Territori e di una personalità di Gerusalemme Est che abbia una seconda residenza altrove. Una risposta positiva a queste domande può costare a Shamir una spaccatura nel suo partito; una risposta negativa può avviare la crisi di governo. [f. a.] Una dimostrazione contro il piano di pace del segretario di Stato Baker