Un morto fra i boschi in fiamme di R. Cri.

Un morto fra i boschi in fiamme Gli incendi devastano il Bergamasco e la Liguria, stato di allarme in Toscana Un morto fra i boschi in fiamme In Friuli, carbonizzato vicinò alla sua baita Incendi, l'emergenza continua. Ieri pomeriggio un montanaro friulano è morto carbonizzato nel rogo che si è sviluppato attorno alla sua baita. Nel bergamasco le fiamme hanno distrutto centinaia di ettari di bosco; in Toscana il prefetto ha dichiarato lo stato di grave pericolosità. In Liguria, infine, anche ieri si è lottato con le fiamme. Le più colpite sono state le colline dell'albenganese e quelle della Valbormida. Violenti incendi sono divampati a Arnasco e a Vendone, sulle alture di Albenga, dove sono intervenuti anche i Candair. In Valbormida le fiamme hanno bruciato una ventina di ettari di bosco a Mallare, a Cengio e a Millesimo. Sono invece stati spenti i roghi di Celle e Varazze. Ieri pomeriggio, in Friuli, è morto Luigi Di Lenardo, 82 anni, di San Giorgio di Resia. Il dramma è avvenuto mentre nella zona era ripreso un violento incendio, già spento la notte precedente e che stava nuovamente richiedendo l'in¬ tervento dei volontari. Di Lenardo era risalito dal paese fino alla baita per tagliare un po' di legna e ripulire il prato circostante. Nonostante il pericolo incombente — nella vicina frazione di Prato di Resia stava bruciando un altro dorsale della montagna — l'uomo aveva radunato arbusti e foglie secche in un mucchio e poi aveva appiccato il fuoco. Le fiamme, favorite dal vento, si sono estese in un attimo al campo di erba secca circostante per ricongiungersi con il più ampio incendio in corso nella zona. Di Lenardo ha cercato di difendersi con la pompa dell'acqua, ma inutilmente. Oltre a Resia, ieri, le squadre di soccorso sono dovute intervenire in molte altre località del Friuli. In particolare, a Latisana, nella zona della pianura, i vigili del fuoco hanno dovuto spegnere un incendio causato da due automobilisti che avevano gettato tra le sterpaglie mozziconi di sigaretta. Emergenza anche nel Bergamasco. Gli incendi si susseguo¬ no a ritmo impressionante, sono centinaia gli ettari di bosco e di conifera andati in fiamme sotto l'incalzare del fuoco. La più colpita è l'Alta Valle Seriana; preoccupanti le notizie che arrivano dalla Valle Brembana. Il fuoco, soprattutto nell'Alta Valle Seriana, si annida negli anfratti montuosi, principalmente nella zona — molto vasta — del Pizzo Formico, nei suoi due versanti, quello di Gandino e quello di elusone. Questo incendio è in corso da giovedì della settimana scorsa. Nelle operazioni sono impegnati un centinaio di uomini del corpo forestale dello Stato e dei volontari antincendio, oltre ai vigili del fuoco. Una greve cappa di fumo biancastro grava sulla zona del Pizzo Formico, dove anche ieri si è combattuto contro il fuoco. In questa battaglia le correnti d'aria in quota hanno messo più di una volta in difficoltà i volontari impegnati nelle operazioni di spegnimento, costretti a guardarsi continuamente alle spalle, temendo im¬ provvisi ritorni di fiamme spente poco prima. L'altro giorno durante queste operazioni è rimasto ferito il comandante della stazione forestale di Zogno. La Regione e il corpo forestale dello Stato hanno richiesto a Roma l'intervento di un Canadair. Problemi anche in Toscana. Il presidente della Regione, Gianfranco Bartolini, ha firmato il decreto con cui si dichiara, a partire da oggi, lo stato di grave pericolosità per lo sviluppo di incendi in tutta la Toscana. Dall'inizio dell'anno ad oggi le fiamme in Toscana si sono estese complessivamente su una superficie di 608 ettari e hanno distrutto 392 ettari di bosco. Il decreto che stabilisce lo stato di grave pericolosità vieta di accendere fuochi, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli, usare strumenti che producano fiammelle o brace, fumare o compiere qualsiasi altra operazione che possa comunque creare un pericolo immediato di incendi. [r. cri.]

Persone citate: Di Lenardo, Gianfranco Bartolini, Luigi Di Lenardo