La Cir: per Mondadori nessuna trattativa in corso di Valeria Sacchi

La Cir: per Mondadori nessuna trattativa in corso Rinviata l'udienza della causa promossa da De Benedetti contro la nomina di Confalonieri alla presidenza Amef La Cir: per Mondadori nessuna trattativa in corso Ma Berlusconi apre a Mediobanca: siamo disponibili a esaminare le ipotesi MILANO. Mondadori e Fininvest devono restare due gruppi separati, anche se la seconda potrà fornire alla prima le sinergie necessarie e collocare Mondadori in posizione chiave nell'industria editoriale europea. Inoltre, Fininvest serve a «colmare il vuoto di gestione subito dalla Mondadori nei tre anni di dominio di De Benedetti». Questo ha dichiarato ieri Luca Formenton alla A.P. Dow Jones, ed ha aggiunto: «La gestione della Cir era giunta a un punto morto, e non forniva nessuna precisa indicazione strategica. Quando mio padre morì, venne a mancare una efficace gestione specie nelle alte sfere, e una cultura editoriale. Adesso abbiamo ritrovato tutto questo grazie a Berlusconi». Il vicepresidente della Mondadori ha poi accusato: «De Benedetti ha permesso che L'Espresso, e in particolare Eugenio Scalfari, dominassero di fatto il gruppo Mondadori». Quanto alle possibile sinergie, Formenton ha ipotizzato pubblicità gratuita sulle reti di Fininvest per le pubblicazioni Mondadori e pacchetti inserzionistici che includano televisione e stampa. Per il futuro, il vicepresidente della Mondadori ha indicato come prioritario il «consolidamento dell'azienda in Italia, specie nel campo pubblicitario», cui farà seguito l'espansione all'estero, ed ha concluso confermando negoziati con Bertelsman per il lancio congiunto di riviste popolari. Formenton non è stato il solo a rilasciare dichiarazioni. In un'intervista a II Tempo, Berlusconi ha parlato un po' di tutto. Della proposta Mediobanca, che vera proposta non è, poiché «si è parlato di possibili indirizzi di soluzione. Ma siamo disponibili a esaminare qualsiasi proposizione andasse nell'interesse della Mondadori e dei suoi azionisti». Dell'opzione zero, che ha definito «un'ipotesi che va contro la realtà del mercato internazionale, e che impedirebbe ad un gruppo italiano di essere multimediale». Nella mattina qualche indicazione sugli umori della faida era venuta anche da Corrado Passera (Cir) e Fedele Confalonieri (Fininvest), entrambi presenti al palazzo di Giustizia per l'udienza davanti al giudice Gabriella Manfrin, nella causa che vede la Cir denunciare l'illegittimità della nomina di Confalonieri alla presidenza di Amef. L'udienza è stata rinviata per dar modo alle parti di presentare memorie. «Non c'è nessuna trattativa in corso, ma solo proposte ventilate — ha confermato Passera a proposito degli incontri Berlusconi-MediobancaCaracciolo — e non sono proposte interessanti». «Il successo degli incontri è legato alla riservatezza — ha aggiunto Con¬ falonieri —. Le discussioni continueranno nelle sedi che potranno essere utili per arrivare ad una qualche soluzione». Nonostante la cautela degli interessati, che continuano a insistere sulla parola «ipotesi» e scartano con decisione la parola «proposta», il clima sembra leggermente mutato. L'irrigidimento in sede governativa sull'opzione zero induce ovviamente Silvio Berlusconi a tener aperta la porta della trattativa. Se qualche ostacolo si frappone al suo sogno «multimediale», egli ha già un tavolo su cui trattare. Quanto a De Benedetti, spera che il verdetto dell'arbitrato sul contratto con i Formenton gli consenta di guadagnare una posizione di maggiore forza. Se trattativa ci sarà, essa si concluderà molto probabilmente con una spartizione delle attività industriali del gruppo Mondadori. Solo una solu¬ zione di questo tipo consentirebbe, infatti, di disinnescare tutte le possibili mine, preludio di scontri futuri. Non è del resto un mistero che la proposta di Mediobanca miri ad assegnare a De Benedetti il controllo de La Repubblica e dei quotidiani locali, lasciando Berlusconi padrone assoluto della Mondadori. Arrivare ad un accordo finale che vada bene a tutti non sarà facile, per più di un motivo. Il protrarsi della lotta sta logorando rapporti e amicizie, col rischio di incrinature tra alleati. Per ora, il ribaltamento della situazione in Mondadori ha soprattutto vanificato la posizione di Carlo Caracciolo e Eugenio Scalfari che nella Mondadori di De Benedetti avevano ruoli riconosciuti e che, oggi, sul fronte azionario possono contare su una presenza del tutto marginale. Valeria Sacchi

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