In aereo da Catania a Bologna per uccidere

In aereo da Catania a Bologna per uccidere Blitz della polizia in collaborazione con Sica, fra i rapinatori gli assassini di un pensionato In aereo da Catania a Bologna per uccidere Killer della mafia nella banda delle coop: ventinove arresti BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Violenti oltre ogni misura e necessità. Assalivano supermercati e furgoni portavalori armati anche di bombe, lasciandosi alle spalle morti e feriti. Il bottino, invece, era sempre esiguo: poco più di 150 milioni in tre rapino. Da ieri, la questura di Bologna ha assestato un colpo forse decisivo alla sanguinaria banda delle coop: 29 persone sono state arrestate a Catania, Bologna, Milano e Bergamo con accuse che vanno dall omicidio alla ricettazione. La «colonna» catanese della banda forse è stata sgominata: degli arrestati 16 risultano legati alla mafia. Pendolari del crimine, partivano in aereo per Bologna dopo aver avuto l'assenso dei boss locali che si limitavano ad autorizzare questo «doppio lavoro» dei loro «picciotti» senza interferire. I catanesi erano i «nu¬ clei di fuoco» della banda, pronti a sparare anche quando non era necessario. Il 29 giugno dello scorso anno, alla Coop di via Gorki, alla periferia di Bologna, un pensionato di 53 anni, Adolfìno Alessandri, fu ucciso solo perché ebbe il torto di incrociare i banditi. Indignato, alzò la voce: «Delinquenti, che fate?». Durante la stessa rapina, che fruttò solo 38 milioni, gli assalitori fecero scoppiare una bomba e spararono all'impazzata da diverse postazioni. Analogo scenario alla Coop di Casalecchio, un grosso Comune della cintura bolognese. I banditi fecero scoppiare un ordigno e aprirono il fuoco con pistole a tamburo e fucili caricati a pailettoni. Tre guardie giurate rimasero ferite, un loro collega, Carlo Beccari di 26 anni, fu ucciso. Nonostante l'assalto cruento i rapinatori non riuscirono a portare via l'incasso della giornata. L'obiettivo fu inve¬ ce raggiunto nel supermercato di via Massarenti, a Bologna, dove furono prelevati oltre 100 milioni tra contanti e assegni. Anche qui spararono ad altezza d'uomo ferendo tre vigilanti, uno in modo grave. Ma la banda delle coop non agiva solo a Bologna. Gli arrestati sono sospettati di essere responsabili di una serie di rapine a banche, uffici postali, portavalori e rappresentanti messe a segno anche a Bergamo, Catania, Brescia, Parma, Firenze e Messina. Potrebbero essere stati sempre loro, inoltre, a rapinare alcuni supermercati in Romagna dove un cliente e una guardia giurata vennero uccisi ed altre tre persone rimasero ferite. L'operazione è stata condotta dalla squadra mobile di Bologna, diretta da Salvatore Surace, in collaborazione con la Criminalpol emiliano-romagnola, quelle di Milano e Catania e le squadre mobili delle altre città interessate. I catanesi sono giunti ieri mattina all'aeroporto di Bologna su un aereo militare messo a disposizione dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. Presentando i dati dell'operazione, il questore Luciano Cannarozzo ha ringraziato fra gli altri anche l'Alto commissario per la lotta alla mafia Domenico Sica, per il contributo dato alle indagini. Degli arrestati, sei dovranno rispondere anche di omicidio e tentato omicidio. Altri 17 componenti della banda delle coop vennero arrestati nel giugno scorso dai carabinieri. Tra le due operazioni, però, non vi sarebbero anelli di congiunzione. Gli inquirenti sono scettici sulla stessa denominazione di banda delle coop che definiscono «di costruzione giornalistica». Marisa Ostolani

Persone citate: Alessandri, Carlo Beccari, Domenico Sica, Luciano Cannarozzo, Marisa Ostolani, Salvatore Surace, Sica