Pavoni non è solo

Pavoni non è solo Una maxi-spedizione azzurra agli Euroindoor di atletica a Glasgow Pavoni non è solo L'Italia punta a sei medaglie GLASGOW DAL NOSTRO INVIATO Al di fuori della Kelvin Hall dove oggi e domani l'atletica assegnerà i titoli europei indoor 1990, l'aria è pungente e ti mette addosso la voglia di muoverti per scacciare i rigori di un inverno al quale il sole di casa ci ha disabituati. Idealmente è la stessa sensazione che prova l'italico movimento dell'atletica, periodicamente a domandarsi come sarà il domani, timoroso che possa riservare giorni bui, salvo poi ricredersi visto che a. dispetto di tutto e di tutti c'è sempre un discreto fermento di base, specie a livelo maschile. Ecco così, nella speranza di creare i presupposti di un futuro tranquillo, spiegarsi la maxipartecipazione decisa dalla Fidai per questa edizione degli Euroindoor: 31 atleti — e in più erano selezionati anche Ullo, rimasto a casa per infortunio, e Carosi, tristemente costretto a rientrare in Italia ieri per la morte del padre — sono davvero tanti, visto che le più ottimistiche previsioni ne ipotizzano appena sei in corsa per una medaglia. Però ci sono tanti giovani, chiamati a fare esperienza e — auguriamoci — non troppo caricati di responsabilità, a partire da quel Carlo Occhiena che può diventare la «freccia bianca» degli Anni 90. A patto però che adesso si rispettino i suoi diciassette anni e mezzo, evitando "di dare troppo peso a quello che potrà essere il suo risultato a Glasgow sui 200, tanto che inciampi nelle batterie (improbabile) quanto che arrivi a scalare il podio. E proprio restando allo sprint, però sui 60, già oggi l'Italia si giocherà la sua carta forse più preziosa con Pierfrancesco Pavoni. Il romano nelle recenti gare ha mostrato una buona condizione e non si nasconde che, dopo otto anni di discreta frequentazione di finali anche importanti, sarebbe ora ne vincesse una: ma qusto rimarrà un sogno visto che i britannici hanno convinto in extremis Linford Christie (così come Adam per i 200) a correre. Salvo auspicabili sorprèse il traguardo dell'azzurro diventa così l'argento, con temibile concorrente in un austriaco omogeneizzato come Andreas Berger, cliente esperto e difficile anche più dell'ultima scoperta dello sprint sovietico, Vitalij Savin, che proprio qui deve far vedere se veramente vale il 6"56 di cui è accreditato in quest'inverno. Su un anello a cinque corsie, con rettilineo centrale a sei (non molto veloce, giurano gli sprinterei, oltre a Pavoni a inseguire il podio sono i marciatori (De Benedictis tra gli uomini e la Salvador tra le donne, chedovrà vedersela con due campionesse come là tedesca Est Anders e la sovietica Krishtop), un duecentista (Floris, se non addirittura Occhiena), Andrei ed Evangelisti a patto che riescano rispettivamente a lanciare il peso sui 20 metri e a saltare in lungo almeno 8 m. Dei 25 titoli in palio, otto vengono assegnati oggi. In assoluto la partecipazione è discreta con Schoenlebe, Cornet, Wittle (400), Sjoberg, Matei, Moegenburg e Grant (alto), Emmiyan (lungo), Gataullin (asta), Timmermann (peso) nei panni delle maggiori star. A parte qualche comprimario, il resto è per lo più da scoprire come solitamente accade in questo tipo di manifestazione che per molti rappresenta non soltanto una rilucente vetrina, ma un trampolino per esaminarsi a fondo. Giorgio Barberis Pier Francesco Pavoni

Luoghi citati: Glasgow, Italia