Arrestato Graziano: frode fiscale

Arrestato Graziano: frode fiscale L'ex presidente dell'Avellino fu coinvolto nello scandalo delle lenzuola d'oro Arrestato Graziano: frode fiscale Non ha versato imposte per centoventi miliardi NAPOLI. Dallo scandalo delle «lenzuola d'oro» alle manette per una frode fiscale da 120 miliardi: Elio Graziano, 58 anni, l'imprenditore irpino già coinvolto nell'inchiesta sulle forniture alle Ferrovie dello Stato, è di nuovo nei guai con la giustizia, le manette per l'ex presidente dell'Avellino Calcio sono scattate ieri mattina nei pressi della sua abitazione romana di via del Traforo, ma già nel pomeriggio a lui e ai coimputati sono stati concessi gli arresti domiciliari. Un mandato di cattura emesso dalla procura della Repubblica di Salerno lo accusa di aver sottratto all'erario, tra l'84 e l'88, circa cento miliardi in imposte dirette e 20 per mancati versamenti Iva. Al centro delle indagini, condotte per due anni dalla Guardia di Finanza di Napoli, ci sono le principali società che fanno capo a Graziano, l'Idaff di Fisciano e l'Isochimica di Pianodardine. Il lavoro degli inquirenti ha svelato una complessa rete di aziende «fantasma», oppure intestate a prestanome, utilizzate per l'emissione di fatture false. Queste ultime consentivano all'industriale di dedurre costi in realtà mai sopportati, creare «riserve occulte», gestire risorse finanziarie «in violazione dei princìpi generali di contabilità e di diritto societario». La frode è costata l'arresto anche ad Antonio Certo, un noto imprenditore del Casertano, titolare della «Campania carta», e a Giacomo Liguoro, proprietario di una fabbrica per la produzione di scatole, con sede a Napoli. Entrambi sono stati raggiunti da mandato di cattura, mentre per altri 7 imprenditori campani il magistrato ha disposto un regime di sorveglianza speciale. Per provare l'esistenza di «triangolazioni fittizie» tra le varie società, i finanzieri hanno sequestrato pile di documenti ed eseguito una trentina di perquisizioni. I controlli hanno riguardato anche la «Scidone», un'azienda amministrata nella capitale dal fratello di Elio Graziano, Romano, e la «Elettronica Canavese», di cui il primo è proprietario ad Ivrea. Nel mirino della polizia tributaria è finito inoltre il famoso «Tnt», il «Tessuto non tessuto» prodotto dalla Idaff per confezionare lenzuola e coperte destinate alle Ferrovie. Per dimostrare di essere in grado di far fronte agli impegni contrattuali derivanti dall'appalto. Graziano avrebbe falsificato la contabilità, documentando la disponibilità di materie prime indispensabili per il ciclo produttivo. Con, la magistratura l'industriale irpino aveva dovuto fare i conti per la prima volta all'indomani del terremoto dell'80, quando i giudici si interessarono a lui per una serie di perizie «gonfiate» allo scopo di ottenere contributi pubblici per i danni provocati dal sisma. Ma le disavventure giudiziarie culminarono nel dicembre dell'88, quando l'ex presidente dell'Avellino fu arrestato all'aeroporto di Fiumicino dopo una breve fuga negli Stati Uniti. Contro di lui l'ufficio istruzione del tribunale di Roma aveva emesso un mandato di cattura per truffa aggravata e corruzione. L'inchiesta riguardava un appalto di 152 miliardi per la fornitura di «parure composte» destinate alle carrozze letto. La vicenda processuale non si è ancora conclusa, nel frattempo, però, Graziano ha segnato nel febbraio scorso un punto a suo favore. Il Consiglio di Stato ha confermato una sentenza del Tar della Campania: le lenzuola «Tnt», corrispondono ai requisiti richiesti e ciò rende inefficace la richiesta di scioglimento del contratto avanzata dall'Ente ferrovie. Ma all'industriale laureato alla Sorbona e vincitore in gioventù di un concorso come perito tecnico nelle Fs, ha riservato grattacapi anche l'altra società più volte al centro di inchieste, la Isochimica. Chiusa dal pretore di Firenze per la nocività del processo di eliminazione dell'amianto da vagoni e carrozze, poi riaperta, è stata di recente dichiarata fallita dal tribunale di Avellino. Mariella Cirillo

Persone citate: Antonio Certo, Elio Graziano, Giacomo Liguoro, Mariella Cirillo