Parigi si schiera con la Polonia

Parigi si schiera con la Polonia La polemica Kohl-Varsavia sulla frontiera si estende anche ai risarcimenti di guerra Parigi si schiera con la Polonia «lì confine è intangibile, Bonn parli chiaro, subito» PARIGI. Ieri la Francia ha deciso di schierarsi apertamente e attivamente con la Polonia sulla questione della frontiera tedesca, anche a costo di compromettere le relazioni per lunghi anni coltivate con il cancelliere Kohl. Il compito di appoggiare la càusa polacca è stato affidato al ministro degli Esteri Dumas, nel tentativo di preservare, per quanto possibile, le relazioni personali Mitterrand-Kohl, ma sarà proprio il presidente francese a ricevere, la prossima settimana a Parigi, il capo di Stato polacco Jaruzelski, il premier Mazowiecki e il ministro degli Esteri Skubiszewski. Secondo un piano accuratamente predisposto, l'annuncio della visita a Parigi (venerdì 9 marzo) dei tre esponenti polacchi è stato dato poche ore dopo l'intervento di Dumas, giovedì scorso, a Berlino Ovest: «Vi sono momenti in cui il silenzio è carico di ambiguità. La frontiera è intangibile, e occorre dirlo senza attendere, per dissipare tutti i timori, che sono germi di instabilità. Bisogna dirlo chiaramente ai popoli interessati, e anzitutto ai polacchi». Questo il messaggio che Mitterrand, tramite il suo ministro degli Esteri, ha fatto pervenire a Kohl. Una dichiarazione comune dei due Stati tedeschi sulla frontiera Oder-Neisse, che Kohl si dice ora disposto ad accettare, per Parigi non è una garanzia sufficiente, perché priva di qualsiasi valore giuridico. Af- fermando la necessità di «un regolamento di pace», Duhnas ha in pratica fatto propria la richiesta polacca di un trattato che dovrebbe essere siglato dai due governi tedeschi e poi ratificato dal futuro Parlamento della Germania unita. Secondo fonti attendibili, durante la visita dei tre esponenti polacchi Mitterrand potrebbe annunciare una serie di proposte sulle garanzie da dare alla Polònia e sul modo di associarla ai negoziati «quattro più due» (i due Stati tedeschi, Usa, Urss, Francia e Gran Bretagna). Parigi vorrebbe che contatti tra i sei fossero stabiliti al più presto, prima delle elezioni nella Ddr. Per quanto riguarda la Polonia, Parigi pensa a «un regola¬ mento a forma di stella»: i sei rimarrebbero le parti in causa nel negoziato, ma altri Paesi potrebbero essere associati alle discussioni sugli argomenti di loro diretto interesse. Accusato da più parti di essersi mosso troppo tardi, l'Eliseo cerca ora di bruciare le tappe. La prossima settimana (lunedì 5) saranno a Parigi anche il presidente dell'Assemblea federale cecoslovacca, Alexander Dubcek, e il presidente d'onore dei partiti socialdemocratici delle due Germanie, Willy Brandt, che è su posizioni opposte a quelle di Kohl. Ieri, il cancelliere federale ha rilanciato la sua posizione: collegare il problema dei confini ad altre due questioni, vale a dire le riparazioni tedesche alla Polonia e il trattato per i diritti dei tedeschi di Polonia. Il problema delle riparazioni è sospeso dall'assenza di un trattato di pace. Kohl vuole che i due aspetti rientrino nelle dichiarazioni di contenuto comune che dovranno essere rilasciate dal Bundestag di Bonn e dalla Camera del popolo di Berlino Est dopo le elezioni del prossimo 18 marzo in Ddr. Nella dichiarazione dei due Parlamenti tedeschi dovrà risultare ben chiaro che resta valida la dichiarazione del governo polacco del 23 agosto 1953, nella quale Varsavia rinuncia ad avanzare richieste di riparazioni nei confronti della Germania, e che inoltre dovranno essere regola¬ ti contrattualmente i diritti dei tedeschi, così come è concordato nella dichiarazione congiunta di Kohl e di Mazowiecki del 14 novembre scorso. Una dichiarazione di rinuncia al pagamento di riparazioni di guerra fu rilasciata dalla Polonia nel 1953 alla Germania Orientale. In essa si parla di rinuncia nei confronti della Germania e non solo della Ddr. La reazione polacca non si è fatta attendere. La portavoce del governo, Niezabitowska, ha dichiarato alla tv: «La Polonia non desidera collegare il problema del trattato per le frontiere ad altre questioni. Se Bonn desidera toccare questi argomenti, solleveremo il problema dei risarcimenti per oltre un milione di cittadini polacchi che furono costretti a lavorare sotto il Terzo Reich durante la Seconda Guerra Mondiale». In Polonia, gruppi di dimostranti sono scesi ieri per le strade di diverse città polacche per appoggiare la richiesta di Mazowiecki di una partecipazione polacca ai colloqui previsti dal piano sulla riunificazione della Germania. Le dimostrazioni sono state organizzate dalla Confederazione per una Polonia indipendente, un gruppo anticomunista. Il suo presidente, Leszek Moczulski, ha dichiarato che la Polonia ha il diritto di partecipare ai colloqui internazionali e di assicurarsi garanzie sull'inviolabilità dei confini. (Ansa-Agi)