Ustica, il Mig è sul nastro di Ruggero Conteduca

Ustica, il Mig è sul nastro ^Aeronautica ripete: ma quella 111 soltanto una esercitazione Ustica, il Mig è sul nastro «Non ci sono dubbi sulla telefonata» ROMA. Mentre la commissione Stragi riprende i lavori, dopo settimane di pausa, per discutere la pre-relazione del presidente Gualtieri, difensori dei familiari delle vittime e avvocati dell'Aeronautica si danno battaglia sui giornali e sugli schermi tv. Alle affermazioni di Carlo Taormina — difensore degli avieri che erano di servizio a Marsala il 27 giugno 1980, quando il Dc9 dell'Itavia si inabissò nel Tirreno con 81 persone a bordo —, secondo il quale quella sera nessuno dei militari in servizio nella base della difesa aerea di Marsala pronunciò la parola «Mig», i legali di parte civile rispondono facendo ascoltare ai giornalisti le telefonate. Il brano della conversazione di servizio avvenuta dieci anni fa fra un militare di Marsala ed un interlocutore non ancora identificato, durante la quale il secondo chiede al primo «ma il TST del mig, lo mettiamo?» è stato trasmesso ieri sera anche dai tre telegiornali. E non dà adito a dubbi: lo sconosciuto sembra proprio pronunciare la parola «Mig». Per l'Aeronautica il particolare è secondario: quella sera, insistono i vertici dell'Arma azzurra, si stava preparando un'esercitazione. Ma, nonostante tutto, l'avvocato Taormina conferma di essere certo della sua versione. Chiederà oggi stesso al giudice Vittorio Bucarelli un esame spettrografico dei nastri e, dice, verrà fuori la verità. La frase esatta, cioè, non sarebbe quella che tutti ieri sera hanno potuto sentire con le proprie orecchie, ma un'altra: «ma il TST per l"'ex", lo mettiamo?». Dove, ripete il legale, «ex» sta per esercitazione. Stamane il giudice Vittorio Bucarelli e il pm Giorgio Santacroce ascolteranno nuovamente le registrazioni e stabiliranno se vi è bisogno di ulteriori perizie e di un nuovo interrogatorio dei militari in servizio a Marsala il 27 giugno '80. In autunno, quando furono ascoltati la prima volta dai giudici, uno di loro, il maresciallo Luciano Carico, smentendo quanto sino a quel momento aveva sempre sostenuto l'Aeronautica, riferì di essersi imme¬ diatamente accorto dello scadimento della traccia del Dc9 e di aver subito telefonato sia a Ciampino che a Palermo, dove l'aereo doveva atterrare. Nelle perizie sulle registrazioni telefoniche depositate ieri non c'è però traccia di tali chiamate. Anzi ce n'è una delle 21,55 del 27 giugno (il Dc9 esplose pochi secondi prima delle 21) in cui un militare di Martinafranca chiede al collega di Marsala da chi siano stati «allertati». «Da Roma direttamente», è la risposta, «alle 21,15». Sul sospetto, non ancora del tutto fugato, che quella sera nel cielo di Ustica incrociasse davvero un Mig, indagano ora anche i componenti la commissione parlamentare sulle Stragi. E sul dibattito — prò o contro la, pre-relazione del presidente repubblicano Libero Gualtieri —; si sono innestati altri due gravi; elementi di dubbio. Riguardanti entrambi l'Aeronautica e il suo ambiguo comportamento, come accusano molti commissari. Il primo, denunciato dall'onorevole Sergio De Julio, della sinistra indipendente.riguarda un dispaccio del Sios Aeronautica datato 27 giugno 1980, che compare sia nell'elenco della commissione Pratis che in quello della commissione Gualtieri. Di quel primissimo rapporto non si è però mai avuta traccia. L'Aeronautica non l'ha mai messo a disposizione dei parlamentari inquirenti. 11 secondo elemento si ricollega alla deposizione del generale Santucci, all'epoca della strage addetto aeronautico a Washington ed oggi comandante della seconda regione aerea. Santucci raccontò di aver incontrato negli Usa il generale Rana, scomparso qualche anno fa e nel 1980 presidente del Registro aeronautico italiano, e di averlo assistito nel tentativo di far decodificare alcuni nastri radar su Ustica. Si è scoperto però che Rana non si recò a Washington nel periodo indicato dal generale Santucci, ma successivamente. E non vi portò alcun nastro, né chiese la collaborazione di enti federali dell'aviazione. Ruggero Conteduca