Skoro: «Fascetti, la mia rovina» di D. V.
Skoro: «Fascetti, la mia rovina» Lo jugoslavo, rassegnato, accusa il tecnico che non lo fa giocare Skoro: «Fascetti, la mia rovina» «Lascerò il Toro, spero ancora nel Mondiale» TORINO. «Tanto ormai ho le valigie pronte, cosa c'è ancora da dire?». Skoro, con un mezzo sorriso e la sua solita aria strafottente, butta lì la battuta. Ma lo scherzo dura poco però, perché dietro queste parole traspare una profonda verità: il divorzio fra lo slavo e la società granata è l'unica soluzione ad un rapporto che appare irrimediabilmente incrinato. In questo momento in cui importanti traguardi per la sua carriera di calciatore sembrano essergli sfuggiti di mano, Skoro ostenta rassegnazione: per aver fallito un campionato iniziato sotto i migliori auspici, per la consapevolezza di essere forse giunto al termine della sua esperienza in granata, per aver visto dissolversi poco alla volta " la possibilità di partecipare al Mundial. Ma cos'è cambiato in Skoro rispetto allo scorso anno? «In me non è cambiato nulla, sem¬ plicemente è cambiato l'allenatore», risponde l'attaccante granata. «Sto bene sia fisicamente che psicologicamente, anche se non fa piacere sentire tante voci sul proprio conto e soprattutto fa male essere messi in disparte. Il campionato era iniziato bene, poi si è deciso che dovevo andare in panchina; le scelte tecniche spettano all'allenatore ed io credo che Fascetti sappia ciò che è meglio fare per la nostra squadra». Il rapporto fra Skoro e il tecnico non è mai stato idilliaco. Il carattere un po' bizzoso dell'attaccante si è scontrato con quello tutt'altro che tenero dell'allenatore, un uomo che non ama che le sue decisioni vengano discusse, ma che soprattutto dai suoi giocatori prentende concentrazione, volontà e impegno. Tutte doti che sembrano dilettare un po' nello slavo. Ma oltre alle incomprensioni con il tecnico si dice che la so¬ cietà sia stata infastidita dalle voci su come Skoro trascorre il suo tempo libero e le serate. Co^» me si difende l'attaccante? «Sono tutte fandonie — dice con fermezza —, non è assolutamente vero che esco tutte le sere, vado in giro per locali e tiro tardi ogni notte. Quanto al tempo libero, lo trascorro a casa». Torino, Nazionale jugoslava, Mondiali, è ormai tutto compromesso? «Ho 27 anni e questi Mondiali erano la mia prima, unica, grande occasione. Ma credo che sarà difficile che io possa parteciparvi; spero che Osim mi convochi in occasione dell'amichevole con la Spagna in marzo, per darmi un'ultima opportunità: certo continuare a non giocare non mi agevola. Per quanto riguarda il Torino, mi auguro di poter ancora essere utile alla squadra per raggiungere la serie A, in fondo è l'unica cosa importante e l'unico impegno che mi resta», [d. v.]
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