«L'Urss e Shamir ci pugnalano»

«L'Urss e Shamir ci pugnalano» L'esodo ebraico dai Paesi dell'Est stravolge i delicati equilibri nei Territori occupati «L'Urss e Shamir ci pugnalano» Il mondo arabo insorge contro l'immigrazione TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO L'emigrazione degli ebrei russi sta assumendo le dimensioni di un esodo. Martedì un alto funzionario governativo israeliano ha lasciato sbigottiti i membri della commissione interministeriale per l'immigrazione rivelando che è necessario correggere in modo drastico le stime dell'afflusso degli ebrei nel corso di quest'anno: non più 100 mila, ha detto, bensì 230 mila. Qualora la previsione si realizzasse Israele dovrebbe adottare subito una politica di austerità economica. Intanto l'emigrazione ebraica ha rafforzato sia nel mondo arabo che in Israele sospetti reciproci di malafede circa l'intenzione di avanzare nel processo di pace. I Paesi islamici vi vedono infatti un complotto ordito ai danni dei palestinesi e teso a vanificare qualsiasi accordo negoziato sullo status di Gisgiordania e Gaza; dal canto loro i leader israeliani deducono dall'opposizione dei Paesi arabi all'emigrazione dall'Urss che «il loro odio verso lo Stato ebraico è tuttora molto intenso». La nuova stima è basata sulle informazioni fornite dagli ebrei russi giunti negli ultimi due mesi (circa 12 mila in tutto), che hanno consentito alle autorità di Gerusalemme di fare il punto sugli umori degli ebrei che si trovano tuttora in Urss e sugli ostacoli burocratici che si frappongono alla loro partenza. Si basa anche sulle nuove possibilità di transito dischiusesi in queste settimane con il ripristino di relazioni diplomatiche fra Israele da un lato e Cecoslovacchia e Polonia dall'altro. Nei prossimi mesi gli ebrei che lasceranno l'Urss potrebbero raggiungere Tel Aviv, oltre che via Budapest e Bucarest, come avviene già oggi, anche via Praga, Varsavia e Helsinki. Contatti sono in corso inoltre per aprire una linea di navigazione fra il porto di Odessa, sul Mar Nero, e quello di Haifa. In Israele risulta che mezzo milione di ebrei hanno avviato le pratiche per emigrare. Le dimensioni di questa ondata emigratoria stanno suscitando grave apprensione in tutto il mondo arabo, in particolare in Cisgiordania e a Gaza. I palestinesi temono infatti che il governo israeliano faccia affluire i nuovi emigrati proprio nei Territori occupati per alterare dapprima gli attuali equilibri demografici (gli arabi sono un milione e 700 mila, i coloni ebrei 80 mila) e quindi il loro status politico. Trovano conferma ai loro sospetti in una recente dichiarazione del premier Shamir, secondo cui «una grande immigrazione necessita un grande Israele». Nelle settimane scorse i massimi esponenti politici e religiosi palestinesi dei Territori occupati hanno quindi denunciato l'immigrazione degli ebrei russi e la popolazione ha fatto ripetuti scioperi di protesta. Nel frattempo l'Olp e i Paesi della Lega Araba hanno concertato un vasto sforzo diplomatico rivolto da un lato verso il Cremlino, perché contenga le dimensioni del fenomeno, ma anche verso i Paesi occidentali, perché ospitino quegli ebrei russi che desiderano emigrare, ma non stabilirsi in Israele. Le pressioni hanno già avuto un primo risultato concreto con l'annullamento di un accordo per voli diretti Mosca-Tel Aviv. «La catastrofe di questa emigrazione verso la terra della Palestina occupata — ha scritto di recente un noto giornalista del quotidiano egiziano Al Ahram — è paragonabile per gravità alla perdita della Palestina nel 1948. In quell'occasione il mondo arabo fu colpito dalla Gran Bretagna, oggi dall'Urss». «La campagna isterica condotta dai Paesi arabi contro l'immigrazione degli ebrei russi — ha detto Shamir a una delegazione di alti esponenti dell'ebraismo statunitense — mette in luce l'intensità del loro odio verso di noi e minaccia la pace nella regione». Stime ufficiali del governo israeliano indicano che solo una settantina dei 12 mila ebrei immigrati dall'Urss l'anno scorso vivono oggi nei Territori occupati; non precisano però quanti di essi risiedano nei quartieri di Gerusalemme costruiti oltre i confini del 1967. [f.a.]

Persone citate: Shamir, Trovano