Un altro scandalo: l'«esercito ombra»
Un altro scandalo: l'«esercito ombra» SVIZZERA m Le rivelazioni di un giornale provocano un terremoto politico nella Confederazione Un altro scandalo: l'«esercito ombra» «Esiste un corpo militare segreto addestrato alla guerriglia» BERNA NOSTRO SERVIZIO Dall'armadio del ministero dell'Esercito elvetico stanno uscendo i fantasmi. Dopo la lista delle persone supersospette da arrestare in caso di crisi, adesso è sbucato anche un «esercito ombra», forte di duemila uomini e donne addestrati alla resistenza e pronti a intervenire in caso di occupazione nemica. Solo quattro deputati sapevano della sua esistenza, ma si sono ben guardati dall'informare il resto del Parlamento che adesso, scandalizzato, sembra deciso a fare piena luce su tutta la vicenda. Gli svizzeri si stanno ormai abituando agli scandali. Un anno fa hanno capito che anche un ministro della Giustizia può dire le bugie, poi hanno scoperto che almeno 900 mila persone e organizzazioni sono state schedate dalla polizia federale, molto spesso solo perché hanno esercitato dei diritti democratici. Anche il dicastero dell'Esercito ha dovuto ammettere l'esistenza di una lista speciale di persone da arrestare o sorvegliare attentamente in caso di crisi. Era così segreta che ne ignorava l'esistenza persino il ministro della Difesa Raspar Villiger. Pochi giorni dopo lo sconcertato ministro ha scoperto che un ufficiale dello Stato maggiore aveva chiesto a un giornalista di infiltrarsi tra i movimenti pacifisti e tra i colleghi dell'informazione. Come se non bastasse, adesso Villiger è costretto ad ammettere anche l'esistenza di un «esercito ombra». A rivelarne l'esistenza è stato un ex ufficiale che s'è confidato con i giornalisti del settimanale «Schweizer Illustrierte». Adesso si conoscono tutti i dettagli di questa operazione rimasta per anni supersegreta. L'«esercito ombra» è stato istituito nel 1976 ed è sicuramente esistito fino al 1981. Il suo ideatore è Albert Bachmann, l'alto ufficiale dei servizi segreti che nel 1979 si ritrovò coinvolto in uno scandalo di spionaggio ai danni della vicina Austria. Nella massima discrezione era riuscito a reclutare circa duemila persone che sono state addestrate in luoghi supersegreti. I duemila insospettati cittadini hanno imparato a lanciare bombe e a preparare attentati e sabotaggi per fiaccare il nemico. Hanno anche ricevuto le armi, gli esplosivi e tutto quanto può servire alla guerriglia. In caso di occupazione, Bachmann aveva anche previsto un piano per evacuare il governo in Irlanda, un Paese a lui particolarmente caro dove possiede una residenza secondaria. Non aveva dimenticato neanche l'oro della Banca Nazionale che sarebbe stato messo in salvo con un volo della Suisse Air. E' facile capire che le rivelazioni non sono state troppo apprezzate dai responsabili del ministero dell'Esercito che cercano ora in tutti i modi di arginare lo scandalo. Questo «esercito ombra» è certamente esistito fino al 1981, ne erano a conoscenza almeno i quattro deputati che facevano parte della «commissione resistenza» e che si incontrarono più volte con Bachmann per discutere l'aspetto finanziario dell'operazione. Da allora l'ex «esercito segreto» sarebbe emerso dall'ombra per assumere connotati perfettamente legali. Qualcuno però ha dubbi in proposito, e non è escluso che la commissione parlamentare d'inchiesta che sarà creata lunedì per far luce sulle bugie dei servizi segreti dell'esercito possa scoprire che una struttura segreta esiste ancora. Paola Màder
Persone citate: Albert Bachmann, Bachmann, Schweizer, Villiger
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