L'Eta scatena il terrore postale di Gian Antonio Orighi

L'Eta scatena il terrore postale SPAGNA iff In poche ore 4 pacchi esplosivi degli indipendentisti baschi, due feriti gravi L'Eta scatena il terrore postale Impiegata dilaniata dall'ordigno destinato a un agente che aveva cambiato recapito Il ministro degli Interni: gli attentati non muteranno la nostra politica contro il terrorismo MADRID NOSTRO SERVIZIO Seguendo un copione che usa ormai da anni, l'organizzazione terroristica basca Età Militar cerca di forzare ad una trattativa il governo di Felipe Gonzàlez subito dopo l'ennesima proposta di «tregua bilaterale» avanzata all'inizio di questa settimana dal suo braccio politico, il partito Herri Batasuna. Il linguaggio è quello di sempre, il terrore. Questa volta è cambiata la tecnica: non più le micidiali auto-bomba e le esecuzioni sommarie di militari o poliziotti, bensì ordigni altrettanto letali ed apparentemente inoffensivi, pacchetti e letterebomba mandati per posta, che dall'88 hanno già ucciso tre persone e ferito gravemente altre due. In sole 22 ore, dalle 16 di martedì alle 14 di ieri — ma le forze dell'ordine temono che l'ondata di «terrorismo postale» non sia ancora finita — l'Età ne ha mandati quattro, tre a Madrid ed uno a Valencia, due a magistrati, uno ad un agente carcerario, uno ad un militare in pensione. Il bilancio è di due feriti le cui condizioni sono molto gravi. L'ultima bomba postale, nascosta in una lettera, è stata intercettata ieri pomeriggio a Madrid dal servizio di scorta della Guardia Civil nella casa del «Fiscal» (il nostro procuratore della Repubblica) Eduardo Fungairillo, il magistrato della «Audiencia Nacional» (l'unico tribunale spagnolo in cui si celebrano processi di terrorismo), che sta ultimando i preparativi di una delle istruttorie più importanti, quella che vede sul banco degli imputati 50 terroristi Età, tra cui alcuni dei suoi più importanti dirigenti. Nella mattinata, sempre nella capitale spagnola, la vittima di turno è stata Pilar Fernandez Ruiz, 34 anni, impiegata delle poste centrali di plaza Cibeles, dilaniata mentre stava aprendo una lettera ritornata indietro perché il destinatario (un agente carcerario che ha cambiato indirizzo) era sconosciuto. E' stata ricoverata d'urgenza all'ospedale Gregorio Maranon. La sue condizioni sono gravi: ha riportato ustioni al collo, alle braccia, lesioni agli occhi e la prognosi è riservata. Un suo collega ha riportato danni all'udito. La polizia ha fatto allontanare tutte le persone che si trovavano nel palazzo temendo che vi fossero altre bombe. Nello stesso ospedale è ancora gravissimo il presidente della «Audiencia Nacional» Fernando De Mateo Lage, 61 anni, investito in pieno martedì pomeriggio dallo scoppio di un pacchetto-bomba inspiegabilmente non intercettato dal servizio di scorta che proteggeva la sua casa e dalle cui mani è passato il micidiale ordigno, 300 grammi di esplosivo RDX, lo stesso che l'Età utilizzò in un'altra campagna di «terrorismo postale» nell'estate scorsa. L'altissimo magistrato ha perso le mani, amputate, un occhio e l'altro è irrimediabilmente danneggiato ed ha riportato lesioni in tutto il corpo. Martedì notte a Valencia, in¬ vece, un tenente dell'esercito in pensione si è insospettito del pacchetto che gli è stato recapitato a casa ed ha chiamato gli artificieri. La «tecnica» terroristica impiegata dall'Età — che non ha ancora rivendicato gli attentati ma sulla cui paternità non si nutrono dubbi — è un «argomento» difficilmente neutralizzabile. Solo nelle poste centrali di Madrid arrivano 13 milioni tra pacchi e lettere al giorno. Ieri mattina Herri Batasuna ha accusato il governo Gonzàlez di essere «il responsabile degli attentati perché non vuole trattare la pacificazione con l'Età». Il ministro degli Interni, che venerdì scorso aveva promesso «generosità» se l'Età non avesse commesso attentati per sei mesi, ha ribadito ieri che con gli attentati non cambia la politica antiterroristica. La soluzione del terrorismo basco — 125 attentati, 19 morti solo nell'89, più di 600 vittime dal '59 - - è ancora molto lontana. Gian Antonio Orighi

Persone citate: Felipe Gonzàlez, Mateo Lage, Pilar Fernandez Ruiz, Valencia

Luoghi citati: Madrid, Spagna