Un carnevale con Morte e soldati

Un carnevale con Morte e soldati Un carnevale con Morte e soldati AGAZZE in .tuta mimetica e col basco nero sui capelli, ragazzi in approssimative divise da poliziotto o da carabiniere, ragazze e ragazzi vestiti da soldati. Il carnevale è già di per sé un'astrazione priva da decenni d'ogni significato e d'ogni legame col costume, la ripetizione vuota d'un rito perduto. A Roma i i rtte assume poi quei caratteri funesti che distinguono ogni aggregazione di folla nella capitale, diventa un pretesto di torva sopraffazione, d'ingorghi di traffico, d'aggressività e revanscismi: stavolta, decine di incidenti stradali, gente picchiata senza alcuna allegria, frastuono sino alle due del mattino. E qualche novità, nella scelta e nell'uso dei travestimenti come nelle armi carnevalesche. Ai soliti manganelli di plastica (molto dolorosi, se colpiscono duro) si sono aggiunte stavolta infinite bombole spray di crema da barba: melma saponosa schizzata vendicativamente soprattutto sui capelli delle donne, addosso alle persone anziane e agli uomini eleganti, bianco impiastro vischioso che sporca, mette a disagio, mortifica. Le maschere dei bambini, naturalmente, son sempre quelle, spagnola, principe azzurro, moschettiere, fata, pellerossa, astronauta, odalisca, con rinnovazione d'un numero sterminato di Batman e con l'incomprensibile persistenza^i^ii ■-> moltissimi Zorro: questo personaggio romantico d'aristocratico amico dei poveri, dotato di mascherina nera e cappello nero, d'infallibile spada e della fulminante Z quale logo e griffe personale, nato nel 1919 come un Robin Hood della California spagnola, è del tutto scomparso dalla letteratura d'intrattenimento e dal cinema (l'ultimo Zorro, Alain Delon, è del 1975), ma seguita a trionfare nel carnevale e nella pubblicità. Quanto ai ragazzi, i consueti travestimenti da diavolo, da donna, da medico, da Rambo, da Monaca di Monza o da Marilyn Monroe parevano sgominati dalle nuove maschere militari e mortuarie: divise soldatesche (ma soprattutto da appartenenti ^alla polizia o ai carabinieri, con le quali i travestiti hanno cercato di mtimidire e spaventare i negozianti del centro); costuroi da Ninja, con le facce occultate e gli occhi soltanto lasciati scoperti dai paramenti oscuri; maschere da Morte con molte varianti, tutte basate però su amplissimi lunghi abiti neri, su visi imbiancati, impalliditi, illividiti dalla biacca. La Morte e i Soldati: classico, ma un simile gusto, simili scelte vorranno dire qualcosa? Cercare significati alle maschere di carnevale è magari un esercizio mutile, anche stupido, ma che sarà? Un esorcismo, una vendetta, una promessa di violenza, oppure una precaria assunzione d'autorità minacciosa da parte di ragazzi privi d'ogni potere? Una cosa è certa: di tutte le maschere-teste da Andreotti, da Occhetto e da Craxi offerte e ammucchiate in abbondanza nei negozi, a Roma in giro non se n'è vista neppure una. ^ ASSENTI A chi criticava, l'aula di Montecitorio spesso deserta, i presidenti della Camera hanno sempre rimproverato d'essere un superficiale, un qualunquista, forse un provocatore: il lavoro della Camera, hanno sempre obiettato, si svolge soprattutto nelle commissioni, dove i deputati faticano da mattina a sera. Adesso Franco Nicotra, capogruppo democristiano alla Camera, si scaglia contro i due terzi dei suoi colleghi che nelle commissioni non si son presentati mai. Lamenta che «a causa delle assenze si rischia di soccombere sistematicamente», sospira: «Se il lavoro delle commissioni diventa inutile...». Lietta Tornabuonl

Luoghi citati: California, Monza, Roma