Addio caro Presidente di Maurizio Tropeano
Addio, caro Presidente La morte di Patini: grande vuoto nel cuore degli italiani Addio, caro Presidente Oggi sepolto nella sua Stella ROMA. Se ne è. andato dolcemente e in silenzio, dormendo il sonno del giusto. Nel suo letto, senza clamori né agonie trascinate ih ospedale e sui giornali. E poi niente ministri o pompe magne, discorsi o celebrazioni, ma un rigoroso e totale rifiuto di ufficialità. «Di fronte alla morte, solo il silenzio», andava ripetendo con Shakespeare in questi ultimi suoi giorni. Così lo cremeranno questa mattina all'alba, a Prima Porta, e le ceneri raggiungeranno immediatamente, con un volo di Stato, il piccolo cimitero di Stella per funerali strettamente privati. Sì, è stato proprio un bel morire quello di Sandro Pertini, spentosi sabato sera alla piena età di 93 anni e mezzo, nella quiete di casa sua e mentre su Roma trionfava questa strana e fugace estate invernale. Da tempo non stava più molto bene, pur se aveva superato i postumi di quella brutta caduta ai primi di febbraio, quando era scivolato sbattendo la testa contro un termosifone. Ma non usciva più di casa, nemmeno per andare al Senato o per una breve passeggiata; e la gente del quartiere lo aveva visto per l'ultima volta il 24 settembre scorso, quando era sceso a ringraziare per i festeggiamenti organizzati alla vigilia del suo compleanno. Da allora, la vita di Pertini è stata tutta e soltanto di Carla Voltolina, la moglie che non aveva voluto seguirlo al Quirinale. Nel riserbo e lontano da tutto fino a sabato sera, mentre i politici abbandonavano la capitale, e i turisti giapponesi si accalcavano intorno alla sottostante fontana, pur transennata. Ha cenato presto, come sempre in compagnia della moglie; un pasto leggero, consumato in piedi; poi è andato a letto, addormentandosi subito. Quando più tardi la moglie è entrata nella stanza per controllarne il sonno, verso le dieci, lo ha trovato già morto, sereno come un bambino. «E' stata una discesa graduale, dolce e priva di dolore», racconta il professor Ugolini, suo medico personale, «si è arreso agli anni, ma il cuore lo ha sorretto fino all'ultimo; e fino all'ultimo Pertini è stato lucido e sereno». Così se ne è andato il Presidente più amato e rispettato dagli italiani, il socialista incrollabile, il laico senza conversioni, il difensore dei lavoratori, l'eroe dell'antifascismo. Se ne è andato come un vecchio montanaro, senza disturbare nessuno. E quanto in realtà amasse quel carattere schivo e un po' scontroso della moglie sul quale si erano sbizzarrite le cronache durante gli anni del Quirinale, lo si è sco¬ perto il mattino dopo, mentre Roma si risvegliava sotto un sole coperto e nell'aria pungente dell'inverno improvvisamente tornato. Già, perché la notizia della morte è stata diffusa solo ieri mattina. «Per sua espressa volontà», spiega il cognato. E le ultime volontà di Pertini affidate alla moglie sono categoriche, come quella di non voler assolutamente chiudere gli occhi in ospedale: niente camera ardente, registri di firme, visite alla salma, né tanto meno funerali di Stato o cerimonie di alcun genere, ma una semplice e laica cremazione prima di venir tumulato nel paese natale, accanto alle tombe dei genitori. Con voce commossa, Umberto Voltolina legge un breve comunicato: «In armonia con le ultime volontà espresse da Sandro, tutto viene svolto in forma rigorosamente intima, e riservata agli stretti familiari. In questo quadro, e sempre in adesione al desiderio di Sandro, mia sorella ha accolto la sola presenza del capo dello Stato, presidente Cossiga, in quanto rappresentante di tutta la nazione». E' così, conferma il ministro Maccanico quando scende verso le nove e una piccola folla è già assiepata oltre le transenne, in silenzio. Cossiga ha già compiuto la sua mesta visita un'ora prima, e Maccanico è lì perché amico di famiglia, è stato collaboratore di Pertini per tanti anni, funge da esecutore testamentario. Ma per tutti gli altri il portone che si affaccia sulla fontana di Trevi è rigorosamente interdetto, restano fuori tanto gli umili quanto i potenti. Non passano i fiori di una popolana, e non passa nemmeno il sindaco Carraro, giunto sulla piazzetta con la rombante scorta dei vigili motociclisti. Non riesce a salire neanche il ministro Vassalli, che pure è stato compagno di Pertini nella Resistenza. Così gli altri politici fanno a meno di provarci, e si limitano ad inviare messaggi di cordoglio. Forse di funerali di Stato ne aveva visti troppi, gli erano costati lacrime amare negli anni di piombo. O forse temeva il fiume dei discorsi e la selva di corone, a soffocarlo anche nella bara. Oppure, più semplicemente, amava così tanto la vita da non aver dubbi sulla futilità di ogni e pur minima cerimonia funebre. Tant'è che nessuno ha potuto rendere omaggio alla salma, tranne Cossiga a nome di tutti gli italiani. E invece che al Pantheon, pront" diente proposto dal senatore Gerosa, le sue ceneri riposeranno oggi stesso sull'Appennino ligure dov'era nato. Anche al governo non è rimasto molto da fare. Così alla mezza Andreotti ha riunito il Consiglio dei ministri che, resi i dovuti omaggi e le rispettose condoglianze, ha preso atto dei desideri espressi dallo scomparso, rinunciando ai funerali di Stato; ha però deliberato che fino a tutt'oggi venga «esposta in tutta Italia la bandiera nazionale a mezz'asta», e che sia promosso «il ricordo del senatore Sandro Pertini in tutte le scuole della Repubblica». Camera e Senato invece sono convocati in seduta congiunta mercoledì a Montecitorio, per ascoltare la commemorazione tenuta dalla lotti e da Spadolini. Gianni Pennacchi ALL'INTERNO «Con la gente, lontano dal Palazzo» di Alberto Rapisarda «Il messaggio di Cossiga» «Ghirelli: "1 miei anni con il Presidente"» di Alberto Gedda «Un inflessibile nelle tempeste» di Aldo Rizzo «Per difendere Turati litigò con Gramsci» «A. Stella: "Uno di noi anche al Quirinale"» di Bruno Balbo «Cordoglio in tutto il mondo» «Maria fosé: "Ricordo l'umanità e la simpatia"» di Renzo Rossotti «Sull'Adamello con Karol Wojtyla» di Marco Tosarti «Fra la folla commossa» di Dario Celli «ZqfJ: "Mi volle vicino"» «Anche la tv in lutto» «Il lungo abbraccio con Torino» dì Luisella Re «Politici e manager ricordano...» di Maurizio Tropeano gUvleSmsqsszttMlaslefPetfgftpipppmTtit
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