Riedle: «Farò grandi cose al Milan»

Riedle: «Farò grandi cose al Milan» A Montpellier i tedeschi pensano più al mercato che all'amichevole con la Francia Riedle: «Farò grandi cose al Milan» Su Beckenbauer le attenzioni e i soldi della Samp MONTPELLIER DAL NOSTRO INVIATO Matthaeus consiglia a Berlusconi, «anche se è un nemico»: comperi Riedle, altro che Hagi. «Il centrocampista ce l'ha già, E vani è meglio di Hagi. Riedle può sostituire Gullit e giocare davanti con Van Basten». Karl Heinz Riedle, faccia da latino più che da tedesco, «il miglior attaccante della Bundesliga» secondo Klinsmann, ringrazia e annuncia: «Non c'è più motivo di nascondere la verità. I dirigenti del Milan sono stati a Brema, ho parlato con Braida, mi ha detto come stanno le cose. Io sono pronto a venire in Italia, anche a piedi. Il mio sogno sta per diventare realtà, sono sicuro di sapermi adattare al gioco del Milan. Sono forte di testa e so svariare sulle fasce, Van Basten non si preoccupi, non gli porterò via spazi. Gullit? Sono il primo ad augurargli buona fortuna, di giocare, anche se questo precluderebbe il mio trasferimento a Milano. Ho ricevuto altre due offerte, è giusto che il Milan lo sappia, sempre dall'estero». Per una, la traccia è facile: cioè la Juve. Ma si tratta d'una proposta antica che non trova più riscontri nei piani di Chiusano. Una questione di buoni rapporti. Il Milan ha lasciato via libera alla Juve per Baggio, in modo analogo si sono comportati i dirigenti bianconeri. E, infatti, Riedle insiste sul Milan, «una squadra che fa gioco in ogni parte del campo». La Maison Bianche, dove in mezz'ora è stato raggiunto l'accordo economico per i Mondiali (125 mila marchi, quasi 100 milioni a testa per la vittoria finale, premi a partire dagli ottavi, e un extra dagli sponsor) sembra una succursale del calciomercato. L'addetto stampa tedesco parla di «ambiente scocciato con gli italiani, e poi tutte queste notizie fasulle, come quella di Thon alla Lazio, assurdo. Stiamo perdendo la testa: per Germania-Jugoslavia abbiamo richieste per 11 mila biglietti, dove li troviamo?». Saranno scocciati i dirigenti ma non certo Beckenbauer, che per la prima volta ha ammesso ufficialmente di aver ricevuto due glosse offerte: una per occuparsi di pubblicità («E l'accetterà» secondo Matthaeus), l'altra per allenare in Turchia o in Italia. Ma dove? «Vi giuro che non è la Juve. La proposta della Roma è vecchia, non attuale, e Napoli non mi interessa». Fate le dovute riflessioni, ecco la risposta: è la Samp che ha la possibilità di averlo. «Perché accetti — ha precisato Beckenbauer — deve trattarsi di qualcosa che mi viene da dentro». Ma anche dal portafoglio di Mantovani. Il et tedesco ironizza come Platini sulla proposta della Fifa di dividere una partita in quattro tempi («Una pagliacciata per la pubblicità, il calcio deve restare com'è») poi ritorna sul mercato: «Sono contento che Moeller rimanga nella Bundesliga, spero che sia l'avvio di una nuova fase, grazie ai molti sponsor che stanno entrando nel nostro calcio». Pronta replica di Matthaeus: «Cosa contano i contratti? Moeller potrebbe partire ugualmente. Anch'io avevo un accordo col Bayern sino al '90 ma sono stato ceduto. Davanti a certe offerte, nessuno rinuncia». Berthold annuisce: «I contratti non contano, soprattutto in Italia. Certo con l'ingresso di aziende come l'Opel diventa più difficile strappare i migliori alla Germania. Però Hassler andrà via di sicuro, mi auguro che arrivi a Roma. E anche Reuter è in partenza». Immediate le conferme. Così Hassler, il bassotto: «Non dipende da me, sono sotto contratto ma terrei a venire in Italia: i contatti ci sono stati». Ed ecco Moeller che conferma i contatti con la Juve però allunga una mano verso il cuore quando gli chiediamo perché ha firmato per l'Eintracht: «Non escludo che il mio futuro sia l'Italia. Con la Juve sono stato a lungo disponibile, e non credo che l'interesse sia calato dopo le dimissioni di Boniperti. Però ho riflettuto a lungo, non sono ancora maturo. Ad ogni modo sono stato corretto, non c'era alcuna opzione della Juve, potevo decidere il mio destino». Chi invece è abbastanza sicuro di vestire bianconero è Reuter. Con gli «italiani» il discorso scivola sul campionato. Matthaeus è euforico per la vittoria sul Napoli: «Adesso dobbiamo insistere sino alla fine. Berti? E' giovane, l'anno scorso ha disputato un grande campionato, qualche pausa è inevitabile però l'ho visto in ripresa». Klinsmann ridimensiona le polemiche sui pochi gol azzurri: «Le amichevoli non contano. Non credo che Vicini possa avere problemi con Vialli, Mancini e Serena. Voi avete una menta lità diversa, badate soltanto al risultato. Noi andiamo in campo per vincere: pensare al pa reggio, come dice Lerby, è come andare a ballare con la sorella». Giorgio Gandolfi