Ora Ford copia il Giappone
Ora Ford copia il Giappone Capi in tuta, linee di montaggio Kawasaki, ritmi di lavoro nipponici Ora Ford copia il Giappone Detroit importa l'organizzazione Mazda NEW YORK. La Ford ha cominciato ieri la produzione del modello 91 della Escort in un impianto costruito e gestito sul modello dello stabilimento di Hiroshima della Mazda (un gruppo di cui la Ford controlla il 25 per cento). Negli ultimi tre mesi, le strutture di una linea di produzione vecchia di 38 anni a Wayne, nel Michigan, sono state completamente rinnovate con una spesa di 600 milioni di dollari per trasformare la fabbrica in una struttura simile a quelle che esistono in Giappone. Le vecchie catene di montaggio sono state sostituite da nuove macchine della Kawasaki e della Komatsu. I rotoli d'acciaio «made in Japan» hanno preso il posto di quelli lavorati a Pittsburgh. Gli operai hanno disegnato le loro aree di lavoro e stabilito dei gruppi per valutare insieme con gli ingegneri e i capi-reparto come migliorare la produzione. I dirigenti e i reì- t sponsabili dal punto di vista tecnico dei vari impianti sono stati invitati a sostituire giacca e cravatta con la stessa tuta grigia indossata ora dagli operai e 22 milioni di dollari sono stati spesi per addestrare il personale ai nuovi sistemi. L'esperimento riguarda per ora 900 operai ma dovrebbe estendersi tra breve a altri 2800 dipendenti Ford e, se darà i risultati Sperati, potrebbe estendersi in futuro anche a molti altri stabilimenti di aziende nordamericane. Intanto, per l'industria automobilistica Usa si moltiplicano i segnali di crisi.. Proprio la,Ford Escort ha perso il suo primato come macchina più venduta negli Stati Uniti. A sorpassarla è stata la Honda Accord. I giapponesi si stanno impadronendo del mercato americano e del suo apparato industriale. Secondo gli esperti, per il Duemila gli impianti «gialli» controlle¬ ranno il 40% della produzione. Per ora, intanto, quasi il 30% delle vetture giapponesi vendute in America è da considerarsi a tutti gli effetti prodotto locale. La loro quota di mercato continua ad aumentare. Le vendite delle case di Detroit so no passate dall'84% del 1978 al 68% dello scorso anno. I giapponesi, invece, possono contare ormai sul 25% del settore. Che è più del doppio delia percentuale che i giapponesi rappresentavano all'incirca dieci anni fa. La loro forza? La capacità di trasformare in tempi record le nuove tecnologie in prodotti redditizi e competitivi per quel che riguarda il prezzo. Il che vuol dire sfornare auto a basso prezzo e in grado di produrre utili. Un successo. Ad esempio, per rifare il «look» alle auto la Ford impiega dieci anni e circa 70 milioni di dollari contro i quattro anni e i 20 milioni dei giapponesi. V ♦
Persone citate: Kawasaki
Luoghi citati: America, Giappone, Hiroshima, Michigan, New York, Pittsburgh, Stati Uniti, Usa
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