Religione, libertà d'uscire

Religione, libertà d'uscire Il Tar di Roma per chi non vuole né l'ora cattolica né l'alternativa Religione, libertà d'uscire 7/ ministro ricorre al Consiglio di Stato ROMA. Chi non segue né l'ora di religione né le materie «alternative» può andarsene da scuola: l'ha deciso il Tribunale^ Amministrativo del Lazio (ter-" za sezione) sulla base di quattro ricorsi presentati per conto delle Assemblee di Dio, dell'Unione italiana Chiese cristiane, della Tavola Valdese e dell'Unione delle Comunità Ebraiche, oltre che in nome di singoli cittadini. La sentenza riaccende la polemica sull'ora di religione, proprio mentre le forze politiche si accingono a discutere il disegno di legge preparato dal ministro della Pubblica Istruzione, Sergio Mattarella. ' Il testo governativo contempla tre opzioni per gli studenti: ora di religione, materia alternativa, studio individuale. Ma sempre in ambito scolastico. La sentenza, offrendo agli alunni la possibilità di uscire da scuola, mina alle fondamenta il disegno di legge. Il ministero della Pubblica Istruzione farà ricorso al Consiglio di Stato, non appena la decisione del Tar sarà depositata. La Conferenza episcopale italiana esprimerà la sua posizione nei prossimi giorni; sarà certamente negativa, anche se i vescovi attendono di prendere visione del documento prima di pronunciarsi: «Ogni altra valutazione data prima di quel momento — ci ha detto mons. Attilio Nicora rischia di complicare invece di semplificare». Da sempre la Cei è contraria all'i- potesi che gli alunni possano «saltare» l'ora di religione, entrando dopo o uscendo prima da scuola: teme che questa libertà, incoraggiando l'astensione di massa, Rossa svuotare le classi, specialmente nelle secondarie superiori. I ricorsi tendevano ad annullare due circolari del ministero della Pubblica Istruzione (la 188 e la 189, del ministro Mattarella) che applicavano, interpretandola, la sentenza n. 203 della Corte Costituzionale e imponevano la permanenza a scuola anche a chi «non si avvaleva» né dell'ora di religione né delle materie alternative. La Corte Costituzionale però non aveva risposto all'interrogativo: possono gli alunni andare a casa? Si era limitata ad affermare che le materie alternative non erano obbligatorie. Proprio partendo dalle circolari è stato possibile al Tar prendere la decisione resa nota ieri. «Le circolari — ha dichiarato il dott. Giuseppe Farina, uno dei presidenti interni alla terza sezione — dicevano che oltre all'attività didattica di religione e all'attività didattica alternativa è possibile anche l'ipotesi di nessuna attività senza nessuna assistenza. L'accoglimento dei ricorsi significa che "nessuna attività senza nessuna assistenza" può anche significare libertà: cioè che chi non ha scelto né la religione né di esercitarsi in altro modo può assentarsi dalla scuola». Secon¬ do Farina la sentenza del Tar è «soltanto una chiarificazione della circolare ministeriale». Per il momento non si avranno conseguenze pratiche: la sentenza diventerà esecutiva solo dopo la sua pubblicazione ed è molto probabile che su richiesta del ministero della Pubblica Istruzione il Consiglio di Stato (come già accadde anni fa in una situazione analoga) decreti una «sospensione dell'esecutività», in attesa di pronunciarsi nel merito. Secondo il prof. Paolo Barile, il costituzionalista che ha presentato i ricorsi, però, «quando la sentenza del Tar sarà pubblica i diciottenni che non hanno scelto l'ora di religione o la materia alternativa potranno tranquillamente uscire da scuola». E lo stesso discorso vale per i minorenni se i genitori sono consenzienti.- La sentenza ha provocato reazioni favorevoli nei partiti laici e nella Cgil. Il pri si augura che il ministro Mattarella «rinunci ad appellarsi contro la sentenza del Tar» e che la Chiesa cattolica accetti di ricondurre «l'insegnamento confessionale nell'alveo di una reale facoltatività». I liberali, se il ministro non accetterà la sentenza, chiederanno un dibattito parlamentare, «con la speranza che il psi questa volta non faccia mancare il suo contributo alla laicità della scuola». Marco Tosarti

Persone citate: Attilio Nicora, Giuseppe Farina, Mattarella, Paolo Barile, Sergio Mattarella

Luoghi citati: Lazio, Roma