Nessuna tassa sugli alloggi sfitti di Stefano Lepri

Nessuna tassa sugli alloggi sfitti Ridisegnato dal Consiglio di gabinetto il «piano» elaborato dal ministro Prandini Nessuna tassa sugli alloggi sfitti Slitta ancora la riforma dell'equo canone. «Nessuno l'applica» All'edilizia residenziale 8000 miliardi, nuova legge per lo Iacp ROMA. La riforma dell'equo canone per ora non si fa. E' escluso un inasprimento delle tasse sulle case sfitte. Né ci saranno mai i Bot-casa (speciali titoli di Stato per incentivare l'acquisto di un allogio). Insomma, del «pacchetto-casa» ideato mesi fa dal ministro dei Lavori pubblici Giovanni Prandini (de) è rimasto poco, dopo la riunione di ieri mattina del Consiglio di gabinetto a Palazzo Chigi. Due provvedimenti soltanto andranno avanti, Parlamento permettendo: il riordino degli interventi per l'edilizia residenziale e la riforma degli Istituti case popolari (che tra l'altro farà salire gli affitti al 20% del reddito degli assegnatari). Già si era rivelata inattuabile la promessa del ministro di costruire 50.000" alloggi in più ogni anno anche a dispetto dei piani regolatori. Prandini è «molto soddisfatto». Ma ben altra impressione si ricava dalle dichiarazioni del ministro per le Aree urbane, Carmelo Conte (psi), o del sottosegretario alla Presidenza Nino Cristofori, o del presidente della commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera, Giuseppe Botta (de). Al ministero, Prandini (fedelissimo di Forlani) ha governato con pugno di ferro, destituendo molti dirigenti sgraditi; ma nel governo e in Parlamento non è riuscito a far prevalere le sue impostazioni. Il pacchetto-casa, che fin dall'inizio il ministro Conte aveva criticato, è stato smontato pezzo per pezzo. Forse la casa diventa uno di quei nodi politici, come le pensioni, troppo intricati per essere sciolti? Che i partiti non affrontano più perché comunque vada si rischia di perdere voti? «No, non mi sembra che il governo abbia deciso di non fare nulla — dichiara Conte —. Anzi sono molto significativi i provvedimenti che manderemo avanti: edilizia residenziale, Iacp e regime dei suoli». Le nuove case. «Per l'edilizia residenziale il governo si è riconosciuto nel disegno di legge Botta-Ferrarini» elaborato dalla Commissione ambiente della Camera, spiega il sottosegretario Cristofori: le proposte di Prandini si tradurranno in emendamenti. Stanziando 8 mila miliardi si cercherà di offrire alloggi in affitto nelle grandi città, di provvedere servizi, di riqualificare le case esistenti. Tremila miliardi serviranno a costruire alloggi da dare in affitto «anche con patto di futura vendita», mille al risanamento delle città, 4000 a realizzare case che gli istituti di previdenza acquisteranno per affittarle. Iacp. La riforma degli Istituti case popolari, da essi sollecitata, vuole renderli più rapidi nelle decisioni e finanziariamente autonomi. Il loro deficit di circa mille miliardi verrà colmato con un aumento degli affitti. Si prevede di applicare l'è- quo canone con il vincolo che l'affitto non superi il 20% del reddito degli inquilini. La differenza sarà risarcita agli Iacp da un «fondo sociale». Equo canone. Prandini sosteneva che era urgente intervenire perché ormai la legge non la rispetta quasi più nessuno. La sua proposta di restringere l'equo canone ai soli Comuni con più di 200.000 abitanti, per di più escludendone tutte le case nuove,,di lusso o ristrutturate, è parsa troppo dura. «L'esigenza è giusta, ma occorre una uscita più graduale dal vincolo» dice Conte. La legge sull'equo canone, in vigore dal 1978, doveva durare solo sei anni e poi essere rivista. I più sono ormai convinti che è meglio lasciarla morire lentamente, per non applicazione. Il pretesto del rinvio è stato trovato nella necessità di riesaminare il «fondo sociale» (che, con i forti aumenti degli affitti che la riforma comporterebbe, dovrebbe aiutare le famiglie più bisognose). La proposta Prandini prevedeva per l'equo canone, «un consistente aggravio fiscale per gli alloggi tenuti sfitti per un periodo superiore a un anno». Agli altri ministri non è parso opportuno introdurre un nuovo balzello proprio quando il governo ha proposto al Parlamento un riordino della tassazione sulla casa a favore dei Comuni. Stefano Lepri Giovanni Prandini: il suo progetto di «pacchetto-casa» non è decollato

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