Il premier Kaifu rinnega il femminismo di Fernando Mezzetti

Il premier Kaifu rinnega il femminismo GIAPPONE M Passata senza danni la paura elettorale, i liberaldemocratici tornano ai sistemi tradizionali Il premier Kaifu rinnega il femminismo Nel nuovo esecutivo subito licenziati i due ministri donna TOKYO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Vinte le elezioni, il partito liberaldemocratico scarica le due donne che aveva portato al governo per rivaleggiare presso l'elettorato femminile con la presidente del partito socialista Takako Doi. Servite alla bisogna tornino a casa e lascino spazio agli uomini delle correnti. Dal nuovo Gabinetto formato la notte scorsa dopo selvagge lotte correntizie, con Kaifu rieletto premier nel pomeriggio, sono state tenute fuori le signore Mayumi Moriyama e Sumiko Takahara: la prima segretario capo del governo, in pratica vice-premier; la seconda capo dell'agenzia di pianificazione economica, entrambe con rango di ministro nel governo uscente. Erano state nominate in agosto per fronteggiare le indignazioni sulle rivelazioni degli amori mercenari del primo ministro Uno e sulle dichiarazioni sessiste di esponenti del partito. Le immagini delle due signore ormai ex ministro dominano la copertina di un austero documento governativo inviato tre giorni fa all'Onu per esaltare l'avanzamento della donna in Giappone e il suo alto ruolo pubblico, testimoniato dalla lo¬ ro presenza alle alte cariche di Stato. La prassi dell'usa e getta è in Giappone diffusissima, unendo la modernità alla tradizione: le bacchette per mangiare sono tutte da buttar via dopo l'uso. Nel licenziamento di entrambe, hanno anche giocato risentimenti tra loro. All'inizio doveva esser sacrificata soltanto la Moriyama, che ha un seggio al Senato. La Takahara, economista, scelta fuori degli schieramenti parlamentari, era destinata a restare. Ma la Moriyama l'ha considerato un affronto personale, si è inviperita, e l'altro giorno all'alba è andata a buttar dal letto il suo capo cor¬ rente, che è lo stesso di Kaifu: «0 fuori tutte e due o nessuna». Fuori tutte e due. Le trattative fra i capi-bastone per aggiudicarsi i 20 posti di ministro in base ajla versione nipponica del manuale Cencelli sono state aspre, rese più difficili dall'unica condizione che Kaifu ha osato porre: non voler nessuno che fosse stato lambito dallo scandalo Becruit. Malgrado abbia portato il partito alla vittoria, Kaifu è debole in seno ad esso, dominato dai capi-corrente, uno dei quali, Abe, non nasconde che più prima che poi lo farà fuori. Fernando Mezzetti

Persone citate: Cencelli, Kaifu, Takahara, Takako Doi

Luoghi citati: Giappone