Cl scopre il fascino discreto del pci di Augusto Minzolini

Cl scopre il fascino discreto del pci « Cesana difende il «governissimo», Bucarelli pensa a una joint venture con le Coop Cl scopre il fascino discreto del pci Buttigliene: punto d'incontro la difesa dei poveri ROMA. Il primo a parlarne fu Augusto Del Noce, il padre intellettuale dei ciellini. In alcune conversazioni prima di morire spiegò ai suoi discepoli che il crollo del marxismo metteva in primo piano la questione del dialogo con il pei. E ora, a poco più di un mese dalla morte, Ci si sta muovendo in grande stile per mettere in pratica gli ultimi suggerimenti del filosofo. Per i ciellini, per il Movimento Popolare, per il Sabato, si tratta quasi di una rivoluzione copernicana: il grande avversario di ieri, il nemico da battere di questi anni, è diventato un interlocutore e un possibile alleato. E, come avviene sempre per CI, la nuova fase che si apre per il movimento è stata studiata nei minimi dettagli a dimostrazione che non si tratta di una «boutade» o di un'uscita estemporanea. Prima la proposta del «governissimo» sulle colonne del Sabato, cioè di un governo basato sull'alleanza dc-psi-pci; poi, l'intervista di Vittorio Sbardella, andreottiano di ferro ma anche principale riferimento politico di Mp, che rilancia il confronto con i comunisti; ed infine, nel numero in edicola, un saggio di Rocco Buttiglione, allievo prediletto di Del Noce e eminenza grigia del movimento, che parla del rapporto con i comunisti. Insomma, l'operazione «Cl-pci» si muove su diversi livelli e coinvolge l'intera organizzazione: dagli ideologhi del gruppo al presidente di Mp, Giancarlo Cesana, che spiega come «il governissimo non è un'ipotesi campata in aria»; da politici come Sbardella («E' il mondo cattolico che si muove: finito il comunismo noi non possiamo rimanere a fare la sentinella alla grande industria») agli esponenti più impegnati nelle iniziative sociali come Marco Bucarelli, organizzatore delle mense di CI nella capitale, che già immagina «jointventure» con la Lega delle cooperative. Certo ognuno interpreta la nuova stagione con le sue sensibilità, con le sue prudenze, con i suoi timori, ma che si tratti di un passaggio necessario per il movimento nessuno lo mette in dubbio. «Il mondo sta cambiando — spiega Buttiglione — e sta dando ragione a chi ha sempre creduto a un crollo del marxismo e non a un suo superamento. Ora, però, bisogna dare una risposta alle aspettative dei poveri. Il comunismo è crollato, ma quelle rimangono». Proprio su questo argomento i ciellini lanciano la grande sfida al pei: chi difenderà i ceti più deboli, chi porrà delle regole al mercato? «Se in politica internazionale il pei ha sbagliato tutto, su questa questione — riconosce Buttiglione — i comunisti hanno svolto una funzione». Questo potrebbe essere il punto di incontro tra CI e il pei per il futuro, «un futuro — dice Buttiglione — che impone ai grandi partiti a larga parteci- pazione popolare, come la de, il psi e il pei, di ripensare il proprio ruolo. E il primo confronto deve avvenire sulla riorganizzazione dello Stato sociale». Ancora più avanti va il presidente di Mp, Giancarlo Cesana. In questi giorni è stato in disparte, non ha voluto partecipare alle polemiche suscitate dalle sortite del Sabato, ma ora chiarisce che il settimanale ha dato voce a questioni condivise nel movimento. «C'è molto trasformismo in quello che avviene nel pei, ma nel suo travaglio umano c'è anche qualcosa di positivo». Il grande «scontro» delle elezioni romane nelle sue parole sembra un lontano ri¬ cordo («Noi facciamo la guerra solo quando ce n'è bisogno»), mentre tutta l'attenzione è proiettata al futuro. E in prospettiva le sorprese potrebbero non mancare: per non creare problemi al governo e ad Andreotti, ad esempio, il presidente di Mp avverte che «per il breve periodo non ci sono alternative», ma aggiunge che «al mondo nulla è eterno, neanche il CAF». E nei piani del movimento il pei ha un ruolo non secondario. «Si chiami "governissimo" o accordo con il pei — spiega Cesana — non ha importanza, il problema è di affrontare due questioni: intanto c'è da fare una riforma istituzionale che non si può fare senza un accordo tra i maggiori partiti o contro un terzo del Parlamento; poi, ci sono dei problemi locali posti dalla presenza delle leghe, delle liste minori etc. Ad esempio in molti comuni lombardi, se si ripetessero i risultati delle europee, non si potrebbe dar vita né al pentapartito, né all'alternativa di sinistra e una soluzione bisognerà pur trovarla». E di Craxi e di Forlani, della loro diffidenza verso le nuove aperture cielline, che dice? «La posizione di Craxi — risponde Cesana — non è di totale chiusura, anzi mi pare più concorrenziale che chiusa», mentre al segretario della de fa un appunto: «Non è pronto rispetto a quello che avviene, va un po' adagio». Le prime «avances» verso il pei non disorientano neanche quei ciellini che sono stati sempre sulla' linea del fronte nello scontro con i comunisti. «A noi — ammette Bucarelli, protagonista della guerra sulle mense scolastiche a Roma — non interessano le formule, ma i programmi. Non abbiamo mai avuto nessun apriorismo ideologico verso i comunisti». E l'anima imprenditoriale di Mp già comincia a sognare: «In passato abbiamo già avuto una joint venture con le Coop nel settore mense: "la Cascina" e la "Camst" di Bologna hanno collaborato perfettamente». Augusto Minzolini Rocco Buttiglione: il comunismo è ormai crollato, ma i poveri rimangono

Luoghi citati: Bologna, Cesana, Roma