I vecchi guerrieri hanno deposto le armi di Giorgio Viberti

I vecchi guerrieri hanno deposto le armi BASKET La squadra milanese è in piena crisi e rischia addirittura di finire nella lotta per non retrocedere I vecchi guerrieri hanno deposto le armi E la Philips ritorna fra gli obbiettivi di Berlusconi Al di là del primato sempre più solitario della Scavolini, involatasi in testa alla classifica di Al grazie alle battute d'arresto di Knorr e Ranger, l'ottava di ritorno ha ribadito la crisi sempre più subdola e profonda della Philips, quasi ridicolizzata a Napoli da una Paini forse in stato di grazia, ma non certo inarrivabile. E' la quarta sconfitta consecutiva in campionato per i tricolori, che attualmente sono fuori dai playoff, oltre che ad un passo dall'esclusione dalle «final-four» di Coppa dei Campioni. Ciò che maggiormente preoccupa della squadra milanese è l'incapacità di reagire anche di fronte alle minime difficoltà. L'eventualità dei playout, altre dieci partite da disputarsi contro agguerrite squadre di A2, sarebbe davvero drammatica per una formazione vecchia e demotivata come la Philips, che non è ancora fuori nemmeno dal discorso retrocessione. Mai come in questi momenti tornano alla mente le scelte estive della società (fra tutte l'arrivo di Riva e le partenze di Premier, Pessina e Baldi), l'età dei giocatori più importanti (Meneghin 40 anni, D'Antoni e McAdoo 39), la scelta degli americani (prima Iavaroni, poi Cureton, ora Graham) e certi contrasti interni che hanno coinvolto a turno giocatori, coach, dirigenti e tifosi. E ora c'è anche chi ipotizza un ritorno di fiamma di Berlusconi, che già in estate tentò inutilmente di acquistare la società, venendo peiò sconfitto dal rilancio di Gianmario Gabetti. Anche per questo, proprio l'imprenditore torinese, proprietario di maggioranza della Pallacanestro Olimpia, ieri si è schierato ancora una volta in prima persona a fianco della squadra: «Non è il caso di drammatizzare — ha detto Gabetti —. Fare delle tragedie su una vicenda sportiva mi fa sorridere. Un momento brutto dopo tanti belli non può che servire a rigenerare l'ambiente. Le basi morali sono valide, quindi sdrammatizziamo questa situazione. Da oggi i giocatori lotteranno per un obiettivo inusitato, ma altrettanto importante e primario per il nostro futuro: la permanenza in Al. Ma non abbiamo ancora perso la speranza di raggiungere i playoff e, perché no, il girone finale di Coppacampioni». Francamente, però, almeno quest'ultima frase sembra più che altro di circostanza, anche perché non si avverte fra i giocatori alcun sintomo di riscatto. «Si è rotto qualcosa — conferma D'Antoni —, ora abbiamo troppa grinta, il che è anche peggio. Inutile fare tabelle, ma se perdiamo domenica (a Milano contro l'Enimont, ndr), s'■-,mo nei guai seri». Gabetti, tuttavia, fa ancora appello ai giocatori: «Non devono trovare facili alibi — ribatte il proprietario della società — ma sacrificarsi per una maglia che ha permesso loro di diventare la squadra vincitutto degli Anni 80. Adesso è inutile cercare il pelo nell'uovo, qui occorre ritrovare la gallina, con meno elucubrazioni e più fatti sul campo, per capire chi veramen¬ te ha ancora da dire qualcosa nel futuro della Pallacanestro Olimpia». Parole amare che hanno l'amaro sapore di avvertimento, anche perché appare chiaro che, nel caso continuasse questa caduta verticale, il prossimo anno sarebbe davvero quello del rinnovamento, almeno sul piano tecnico. Quanto alla proprietà, invece, Gabetti non ha alcuna intenzione di vendere. Già nella trasferta di coppa a Spalato, l'imprenditore torinese si era portato dietro il costruttore Luca Cabassi, fautore tra l'altro del nuovo palasport da 12 mila posti di Assago (dove la Philips giocherà il prossimo anno) • e proprietario di minoranza della società. Con lui Gabetti intende guidare l'Olimpia anche nel '90/'91, sempre sotto il marchio Philips. Ma intanto giovedì a Milano c'è l'Aris Salonicco, ultima spiaggia per restare in Coppa dei Campioni o affondare definitivamente e su tutta la linea. Giorgio Viberti Riva. Nessun miracolo a Milano

Luoghi citati: Assago, Milano, Napoli, Spalato