L'altra faccia del Torino di Giorgio Barberis

L'altra faccia del Torino Alla ricerca dei «granata perduti» tra esami di coscienza e propositi di reazione L'altra faccia del Torino Cravero: «Fuori casa non siamo più noi» TORINO, La terra di Puglia, dove già lo scorso anno (a Lecce) il Torino aveva vissuto l'amaro epilogo del suo infelice campionato, è stata nuovamente teatro di una domenica tutta da dimenticare per i granata. La rabbia del presidente Borsano(che giustamente osserva come, per fare gol, occorra almeno tirare in porta) riassume ed esemplifica quanto è successo a Barletta dove si è visto un Torino svuotato, privo di idee, senza valide giustificazioni dalla sua. E la lamentela di Fascetti («Se non si capisce che la serie B è questa, andremo incontro ad altre brutte sorprese») suona quanto meno singolare, quasi al nocchiero non riguardasse direttamente quanto sta facendo la ciurma. Per riflettere sul loro misfatto i granata hanno 48 ore di tempo, due giornate di riposo concesse loro da Fascetti. Poi domattina, al ritrovarsi, sarà bene che si presentino con idee chiare e con dei «mea culpa» non soltanto formali. Perché d'ora in avanti i passi falsi (le ultime due trasferte hanno rappresentato altrettante sconfitte) potrebbero pesare non solo sulla classifica, ma soprattutto sul morale, generando pericolosa insicurezza. Nella realtà del calcio attuale il Torino non è certo la prima squadra blasonata ad affrontare le insidie della serie cadetta: nell'ultimo decennio è toccato anche al Milan, nelle cui file militava anche un granata di oggi, Francesco Romano. «Questa serie B — osserva il trentenne centrocampista — è sempre un'incognita. Anche con i rossoneri, pur in una stagione felice, ci furono momenti difficili, specie quando perdemmo in casa. L'importante è reagire subito, come ci riuscì allora vincendo la domenica successiva, senza fermarsi a drammatizzare». E' un invito? Romano scuote la testa: «Esaminando partite come quella di Barletta è inutile parlare di meriti altrui. Ci sono colpe nostre, e basta. Abbiamo sbagliato tutto, intestardendoci in un gioco impossibile. Anziché cercare di aggirare la difesa avversaria sfruttando le fasce, siamo andati all'assal¬ to frontalmente, facendo il gioco dell'avversario: e così rientra nella logica che non si sia riusciti a tirare in porta». In effetti i granata erano partiti bene, per 10-15 minuti anticipavano, facevano correre la palla, dando l'impressione di tenere le fila della partita. Poi, pian piano, il gioco si è involuto e il gol di Lancini ha provveduto a offuscare definitivamente le idee. La serie B è dunque così imprevedibile e differente da come i granata potevano immaginarsela? «Indubbiamente ai discorsi del tutto-facile non abbiamo mai creduto — analizza Cravero — e nei nostri preventivi c'era la possibile alternanza di momenti felici e altri meno. D'altronde basta guardare il Parma: a Natale sembrava destinato a ottenere la promozione, adesso è affondato verso il centroclassifica. E questo lo dico non per parlare dei guai altrui, ma per cercare di spiegare i nostri alti e bassi. Certo è difficile motivare il nostro differente atteggiamento in casa e fuori, anche se al Comunale le avversarie possono risultare intimorite dall'ambiente, mentre in trasferta siamo noi a risentirne curiosamente». «La partita di Barletta — prosegue il capitano — è stata emblematica: per un quarto d'ora l'abbiamo avuta in mano e nessuno pensava davvero si potesse perdere. Poi loro hanno trovato il gol e noi non siamo più riusciti a far nulla di buono, sommando errori ad errori. Adesso all'ipotesi che a questo risultato ne possa seguire un altro negativo non voglio neppure pensare. Domenica dobbiamo tornare a vincere, battendo il Cosenza. Guai se non dovesse succedere. Ci serve un bel successo per affrontare poi in serenità le due trasferte consecutive che ci attendono, prima a Padova, poi a Parma». «Occorre reagire e subito — fa eco Romano —, soprattutto è necessario evitare certi errori. Il traguardo è relativamente vicino, dipende da noi non rendere particolarmente complicato il raggiungerlo». Giorgio Barberis M 9 Romano: «La B è un'incognita»

Persone citate: Borsano, Cravero, Fascetti, Francesco Romano, Lancini

Luoghi citati: Barletta, Lecce, Padova, Parma, Puglia, Torino