Come «90° Minuto» ti inventa la diretta di Paolo ValentiGianni Romeo
Come «90° Minuto» ti inventa la diretta TV E SPORT Come «90° Minuto» ti inventa la diretta LA rubrica dei gol serviti caldi, ovvero il «90° Minuto» di Paolo Valenti e del suo pittoresco seguito, ha compiuto vent'anni una decina di giorni fa. E' la trasmissione sportiva che tocca le punte più alte di ascolto, sta sui 9-10, è già arrivata a 12 milioni di spettatori. Il segreto del successo è piuttosto semplice. La trasmissione giunge per prima a offrire i gol del campionato, spara immagini ancora inedite e dunque attese con impazienza. Inoltre, la sua collocazione nel contesto dei programmi domenicali di Raiuno consente a «90° Minuto» di catturare anche spettatori non sportivi che un'occhiata al teatrino del pallone finiscono per darla. Dunque, vent'anni portati bene grazie alla formula più vecchia del mondo: semplice e tempestivo giornalismo, anche se qualche personaggio del teatrino fa l'impossibile per rallentare la trasmissione con lunghi commenti a volte soltanto banali, spesso parziali e di cattivo gusto. Quando poi qualcuno non appagato sufficientemente dall'esibizionismo, tipo gli accostamenti di colore del suo abbigliamento, si mette in testa anche di fare lo spiritoso, si ottengono effetti da avanspettacolo. Ma Paolo Valenti è un buon direttore d'orchestra e sa smorzare tante stecche. Ora, dopo la festa del ventesimo compleanno, anziché considerare a tutti gli effetti maggiorenne il suo «90° Minuto» Valenti l'ha scoperto precocemente invecchiato, se domenica scorsa ha tentato un ardito esperimento. Le due partite-pilota, Inter-Napoli e Roma-Milan, sono state lanciate in apertura senza comunicarne prima il risultato, subito le immagini come se si trattasse di una cronaca diretta. Valenti ha sollecitato il pubblico ad esprimere giudizi. Se l'esperimento è piaciuto si farà così sempre e con tutte le partite. E addirittura si medita di abolire al pomeriggio quelle strisce che scorrono sul video segnalando i risultati. Insomma, calcio top secret in tivù fino all'ora ics di «90° Minuto», quando si saprà finalmente tutto, fra la suspense assoluta. Un lato buono in questa I idea c'è: scompaiono i mezzi¬ busti incravattati, che dovendo fare cronaca serrata dicono soltanto i fatti, non hanno più tempo a farsi i segni con le dita come a scuola, non hanno la possibilità di esordire con il «che dire?» di prammatica prima di sciorinare il loro commento. Più immagini e meno chiacchiere. Evviva. Ma, pur concedendo a Paolo Valenti tutta la simpatia dovuta a chi tenta vie nuove, diciamo che l'esperimento ci ha messo i brividi. Cent'anni di giornalismo, di evoluzione delle comunicazioni per fare più in fretta a sapere tutto, e poi un colpo di spugna, zac, e si torna al mistero? E si potrebbero studiare perversioni ancora più sadiche. Ad esempio far correre le tappe del Giro d'Italia bloccando accuratamente gli accessi stradali, impedendo ogni informazione, e poi alla sera quando c'è molta gente in casa e si presume che l'audience sia elevata dare il filmato spacciandolo come una diretta. O, per restare al calcio, decidere di volta in volta a seconda delle abitudini (d'estate la gente fa la scampagnata, d'inverno è a casa presto...) quando è ora di comunicare i risultati. Gli italiani si dividono in due categorie: i tifosi e i non tifosi. La prima categoria non si tapperà mai le orecchie, non rinuncerà a «Tutto il calcio minuto per minuto», alla voglia di sapere in cambio di poche emozioni ritardate, garantite dal «90° Minuto». Alla seconda categoria, non importandogliene nulla, sarà indifferente vedere il filmato con o senza risultato annunciato in anticipo. E allora, a chi giova? Se la trasmissione pilota del calcio arriverà a collegarsi in contemporanea, se diventerà un «Tutto il calcio minuto per minuto» visto anziché ascoltato, allora avrà un successone. Non è fantascienza né futurismo troppo spinto: il grande sport sarà sempre più preda della tivù. Ma nell'attesa teniamoci Tonino Carino, Marcello Giannini e amici belli. L'uomo è già andato a passeggio sulla Luna nel 1969, un anno prima della nascita di «90° Minuto». Non facciamolo tornare sulla carrozza a cavalli. Gianni Romeo ieo^
Persone citate: Marcello Giannini, Paolo Valenti, Tonino Carino
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