Napoli s'aggrappa a San Diego e San Gennaro di Bruno Bernardi

Napoli s'aggrappa a San Diego e San Gennaro Dopo il secondo ko dei partenopei a S. Siro, si moltiplicano le accuse a Bigon e gli interrogativi sulla sua conferma Napoli s'aggrappa a San Diego e San Gennaro Bilardo, Beckenbauer e Zaffi nomi per la futura panchina azzurra NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO Dopo la seconda disfatta, forse decisiva, del Napoli a San Siro, l'indice accusatore è nuovamente puntato su Albertino Bigon. Stavolta non è il sindaco Pietro Lezzi a farlo. Anzi, il primo cittadino non dispera in una rimonta e assicura che la città è vicina alla squadra, all'allenatore e alla società. Le critiche più severe a Bigon le ha indirizzate Carnevale. A caldo, subito dopo la sconfitta, l'attaccante della Nazionale ha detto che il Napoli non ha schemi che valorizzino al meglio le qualità dei singoli e manca di un'organizzazione di gioco come quella del Milan. «Nella ripresa subiamo la forza degli avversari e non so spiegarmi il motivo», ha concluso Carnevale. Colpa della preparazione? E' quanto si chiedono in molti, non solo Carnevale. Il destino di Bigon è ormai legato al filo dello scudetto. Se vincerà il campionato, ma l'impresa appare sempre più ardua, potrebbe essere confermato, diversamente farà le valigie. Bilardo, et dell'Argentina ritenuto l'ideale per gestire Maradona sul piano tecnico e psicologico, ò il candidato numero uno. Dipenderà da lui, dopo il mondiale, dire «sì» all'avventura italiana. Non è il solo tecnico straniero nel mirino del presidente Feriamo. Si fa il nome di Franz Beckenbauer. A Napoli c'è anche chi vedrebbe di buon occhio un ritorno di Dino Zoff, non più tra i pali ma in panchina. Zoff è rimasto nel cuore dei tifosi partenopei e, forte dell'esperienza acquisita in due anni alla guida della Juventus, potrebbe costituire una valida soluzione. Sino a fine campionato tocca a Bigon evitare che, dopo l'eliminazione dalla Coppa Uefa e dalla Coppa Italia, ci sia un terzo fallimento. «Chiaro che, dopo il passo falso con l'Inter, le probabilità di scudetto sono molto diminuite, ma finché ce n'è una sola si deve lottare», dice Bigon. Ora anche i suoi giocatori la contestano. E c'è chi l'ha visto passivo a San Siro... «Lo sono diventato sul 3-1, non prima — ribatte Bigon —. Quanto alle preoccupazioni, forse per qualche settimana ci saranno stati dei problemi che ora sono stati superati. Sono sereno. E non sono d'accordo sulla storia del difensivismo e, in ogni caso, non so che fare». Cambiando qualcosa sul piano tattico, può cambiare il rendimento? «Imposto ogni partita per vincerla. Poi c'è l'avversario che riesce a comprimerti come l'Inter. Il Napoli, a San Siro, dopo aver lottato alla pari, ha avuto dieci minuti di follia con due episodi sfavorevoli ed ha ceduto troppo terreno ai nerazzurri e non è riuscito a concretizzare il contropiede». Colpa della mancanza di schemi? «Il mio rapporto con i giocatori è quello di sempre. Tutti insieme dobbiamo stare uniti e ricaricare le batterie. A Milano avevamo la vittoria su un vassoio d'argento e l'abbiamo buttata via. Il calcio è questo. Certe situazioni che all'andata ci favorirono, ora ci danneggiano. Non si può valutare il Napoli da quei dieci minuti in cui siamo stati travolti da eventi particolari. Ero più preoccupato dopo la batosta con il Milan». Però eravate ancora alla pari con i rossoneri. Come vi comporterete nella parte di inseguitori? «Spero che l'Inter continui ad esprimersi sullo stesso livello anche nel derby. Il Milan deve poi giocare a Torino con la Juventus. Ma toccherà a noi reagire e fare tanti, tantissimi punti nelle ultime otto giornate. Vedremo le condizioni di Renica che potrebbe essere disponibile per l'incontro casalingo con il Genoa. E, soprattutto, quelle di Maradona. Mi aspetto molto da Diego, sia sotto il profilo tecnico che psicologico. Mauro ha fatto il suo dovere ma il "tridente" è la base di questa squadra». Il recupero di Maradona, la crescita di Careca, la generosità di Carnevale: basteranno per contrastare il Diavolo? Se lo chiedono tutti a Napoli, ma c'è chi si affida a San Gennaro. Bruno Bernardi

Luoghi citati: Argentina, Italia, Milano, Napoli, San Diego, Torino