Vialli: «Così sarò una rosa ai Mondiali»

Vialli: «Così sarò una rosa ai Mondiali» Il rientro dell'attaccante donano (che avverte ancora dolore al piede) offre una buona notizia anche in chiave azzurra Vialli: «Così sarò una rosa ai Mondiali» «Però non volevo giocare, mi hanno convinto Boskov e il medico» GENOVA. C'è un'ombra quasi impercettibile nel sorriso felice di Luca Vialli. Il rientro inatteso dopo 56 giorni, il gol segnato proprio con il piede infortunato e l'ovazione dei tifosi non hanno cancellato del tutto perplessità e paure. Domenica, subito dopo la partita, è scappato via per assaporare in solitudine sensazioni ed emozioni di un momento tanto atteso. Il giorno dopo, a mente fredda, non nasconde le ansie che non sono ancora del tutto svanite: «E' andato tutto bene, eccetto un particolare. Ero convinto che il mese di gesso, oltre che a saldare la frattura, avesse cancellato anche il dolore sotto la pianta del piede. Purtroppo non è così. Sento ancora male. Un dolore sopportabile che non mi impedisce di giocare. Spero che nel prossimo futuro vengano messe a punto le terapie adeguate per farlo scomparire definitivamente. Per ora dovrò rasse¬ gnarmi a convivere con questo fastidio». E lo sforzo dei venti minuti giocati domenica gli ha provocato altri contrattempi: «Il piede è gonfiato, ma era previsto. Dopo due mesi non poteva essere altrimenti». Vialli misura le parole. Non vuole creare né inutili allarmismi né facili entusiasmi: «Evidentemente, l'infiammazione ai metatarsi di cui soffro non è guarita. Il plantare mi sta aiutando molto in questo senso, però il problema esiste ancora». Per il gol e per il felice riesordio Vialli esprime una contenuta soddisfazione: «E' andato tutto secondo i piani, anche se fino a sabato sera non ero convinto di scendere in cp.mpo, ma Boskov e il professor Chiapuzzo mi hanno fatto cambiare idea. L'impatto con il campo è stato come mi aspettavo. Ho avuto problemi fisici e psicologici. Non sono ancora in condizione e non sono più abituato ai contrasti. E poi mi è difficile trovare immediatamente la grinta e la giusta posizione in campo». Il gol, a sentir lui, non ha rappresentanto un momento catartico e liberatorio: «Segnare è importante, ma a me interessa soprattutto guarire bene in modo da potermi gestire completamente da solo senza subire condizionamenti. Il resto, gol compreso, è secondario». Quali sono stati i momenti peggiori di questi due mesi senza calcio? «Quando, appena tolto il gesso, mi sono accorto che il dolore non era scomparso sono rimasto perplesso, però non mi sono abbattuto. A livello di episodi ricordo che durante i primi giorni con il gesso e con le stampelle sono caduto uscendo dal bagno e ho rischiato di fratturarmi anche una spalla». Qualcuno dice che i due mesi di forzato riposo le gioveranno ai Mondiali. E' d'accordo? «Penso che sia vero. A giugno avrò la testa e le gambe più riposate dei miei colleghi azzurri che hanno giocato tutta la stagione». Che Sampdoria ha ritrovato domenica? «La solita squadra brillante e un po' avventata. Sull'uno a zero abbiamo giocato bene, ma abbiamo rischiato troppo. Potevamo raddoppiare, come poi è avvenuto, ma potevamo anche subire il gol del pareggio. Occorre ragionare di più per non correre simili rischi». Che contributo crede di poter dare in questi ultimi due mesi della stagione? «In campionato il mio apporto sarà irrilevante, visto che al massimo potremo arrivare al secondo posto. Spero invece di essere decisivo in Coppa delle Coppe che adesso è il nostro primo obiettivo. Ecco perché voglio assolutamente riguadagnare al più presto la condizione. Domenica, con la Juventus, giocherò dall'inizio e spero di reggere fino alla fine. La partita di campionato mi servirà come banco di prova per l'appuntamento del mercoledì successivo contro il Grasshoppers». Il Milan è proprio imprendibile? «Quasi. Lo scudetto i milanisti possono solo perderlo negli scontri diretti che rimangono con Inter, Sampdoria e Juventus. Se falliscono queste tre partite si riapre il discorso. Però mi sembra francamente molto difficile». E la crisi del gol della Nazionale non la preoccupa? «Assolutamente no. Sarebbe peggio arrivare ai Mondiali con la squadra perfettamente a punto e superfavorita. Avere qualche problema aiuta a trovare lo spirito giusto. Sono convinto che al momento opportuno ci sbloccheremo psicologicamente e ritroveremo la via del gol». Renzo Cerboncini Luca Vialli è tornato in campo dopo 56 giorni di assenza «E domenica giocherò dall'inizio contro la Juventus: spero di reggere fino alla fine»

Persone citate: Boskov, Chiapuzzo, Renzo Cerboncini Luca Vialli, Vialli

Luoghi citati: Genova