Lite con l'amante, poi la morte

Lite con l'amante, poi la morteGiallo a Vigevano sulla fine di una sarta: non si escludono il delitto e la disgrazia Lite con l'amante, poi la morte L'uomo si difende: volevo lasciarla, si è sparata VIGEVANO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «C'eravamo appartati in macchina. Abbiamo litigato, ho detto a Cesira: basta, ti mollo qui. Ho fatto per andarmene, ho sentito uno sparo. Era lei. Ha preso la mia pistola e si è uccisa». L'impiegato spiega così la morte di Cesira Vanzan, 50 anni, una sarta di Vigevano, avvenuta la notte scorsa verso le 3,30 in un viottolo di campagna tra Vigevano e la frazione Sforzesca. Ma gli inquirenti hanno qualche dubbio sul racconto. E il «suicidio» di Cesira diventa un giallo. La versione dell'uomo, Virginio Buratti, 55 anni, è che l'amante si sia suicidata sparandosi con la pistola Walter calibro 7.65 che l'uomo, in possesso di regolare porto d'armi, custodiva sulla sua Mercedes. Ma gli inquirenti non escludono le ipotesi dell'omicidio o della disgrazia: un colpo sparato volontariamente oppure partito per sbaglio, durante una colluttazione. Domenica sera Virginio e Cesira avevano un appuntamento. Sono andati a Pavia, dove hanno cenato in un ristorante. La donna, che ha nove fratelli, non era sposata. «Un'ottima persona», dice chi la conosceva. Da un paio d'anni aveva una relazione con Virginio Buratti, di cinque anni più vecchio, sposa- to, che vive e lavora a Motta Visconti: è dipendente presso la Metal Sider, un'azienda che commercia prodotti siderurgici. E' un tuttofare, tra l'altro ha il compito di scortare i figli del titolare. Per questo porta con sé abitualmente una pistola, regolarmente denunciata. I rapporti tra i due di recente si erano molto deteriorati. Le discussioni erano all'ordine del giorno, spesso dalle parole si passava ai fatti. Sul corpo dell'uomo sono evidenti molti graffi, anche non recenti. E' probabile che domenica sera sia nato uno di questi litigi mentre i due, di ritorno da Pa¬ via, si erano appartati in auto in un viottolo di campagna, vicino alla frazione Sforzesca di Vigevano. Un luogo tranquillo, dove spesso le coppie si incontrano. Questo il racconto dell'uomo. «Cesira ha fatto una scenata, si strappa i gioielli le avevo regalato, me li sbatte in faccia. Io le rispondo: "Ti lascio qui, me ne vado", e ho aperto la portiera per allontanarmi. Un istante dopo ho sentito un colpo di pistola. Sono rientrato in auto di corsa, ho trovato Cesira riversa, con la pistola in grembo. Ho tentato di prenderla in braccio, imbrattandomi i vestiti di sangue, ma mi sono accorto che era morta sul colpo». Allora Virginio Buratti ha raggiunto la statale dei Cairoli, distante poche decine di metri, ha fermato un'automobile di passaggio e si è fatto portare (erano ormai le quattro del mattino) in commissariato. Qui ha raccontato tutto agli agenti; poi si è fatto accompagnare sul luogo della disgrazia. La versione dell'uomo, subito interrogato dal sostituto procuratore Stefano Scati, sembra abbastanza coerente. Ma alcuni particolari avvolgono di giallo tutta la vicenda, lasciando aperte ipotesi diverse dal suicidio. Innanzitutto la pistola che sarebbe stata abbandonata imprudentemente in auto, nel vano portaoggetti vicino alla leva del camb: per di più col colpo in canna. ;i donna si sarebbe suicidata . c.n la mano sinistra, sparandosi in un punto molto inconsueto, la guancia. Agli interrogativi forse si potrà dare risposta soltanto con l'esito degb esami (impronte digitali e guanto di paraffina), immediatamente disposti sull'uomo e sulla vittima, e con il responso dell'autopsia, che sarà effettuata domani mattina. Attualmente Virginio Buratti non è in stato di fermo ed è «indagato» di omicidio, secondo la terminologia introdotta dal nuovo codice di procedura penale. [c. b.l

Persone citate: Cairoli, Cesira Vanzan, Sider, Stefano Scati, Virginio Buratti

Luoghi citati: Motta Visconti, Pavia, Vigevano