Ucciso leader separatista del Kosovo di Fabio Galvano

Ucciso leader separatista del Kosovo BELGIO La comunità albanese accu»a:,«I mandanti sono i servizi segreti jugoslavi e la Serbia» Ucciso leader separatista del Kosovo Attentato contro EnverHadrì a Bruxelles, dov'era in esilio BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un albanese del Kosovo, che presiedeva dal suo esilio di Bruxelles il Comitato per la difesa dei diritti umani in quella regione, è stato ucciso domenica con un colpo di pistola alla testa, mentre era al volante della sua auto. L'omicidio, sulla cui matrice politica non sembrano esservi dubbi, non è stato rivendicato; né il reparto antiterrorismo della gendarmeria belga, creato negli anni '80 per affrontare la minaccia delle Cellule comuniste combattenti, è stato finora in grado di fornire spiegazioni. Ma la comunità albanese in Belgio, forte di 15 mila persone e la più numerosa in Europa, accusa dell'attentato i servizi segreti jugoslavi e la Serbia. Quello che la polizia teme è che sul delitto si innesti una spirale di rappresaglie. Enver Hadri, 49 anni, resi¬ dente a Bruxelles da 15, sposato e con quattro figli, era fermo a un semaforo rosso, a un frequentato crocevia nel quartiere di Saint-Gilles, quando la sua Kadett è stata affiancata da due uomini su una Golf con targhe rivelatesi poi false. Uno dei due ha estratto una pistola con silenziatore — pare una calibro 22 — e ha fatto fuoco da distanza ravvicinata: una pallottola ha attraversato l'auto di Hadri, conficcandosi nell'insegna di una drogheria all'angolo della via; ma l'altra lo ha colpito alla nuca. Erano le 16,30: trasportato all'ospedale Saint-Pierre, l'esponente albanese è morto poco dopo. In tasca gli è stata trovata una lista di 32 nomi: le vittime degli scontri che nelle ultime settimane hanno insanguinato il Kosovo. Le lotte fra i serbi e gli albanesi di quella regione, sullo sfondo di rivendicazioni nazionalistiche e religiose, e l'inter¬ vento delle forze armate deciso da Belgrado fanno da inquietante sfondo all'attentato di Bruxelles. «Non c'è alcun dubbio — ha dichiarato ieri un portavoce della comunità albanese in Belgio — che Hadri sia stato abbattuto da agenti dei servizi segreti jugoslavi. Nessun altro avrebbe potuto avere interesse a fare tacere l'uomo che si batteva per i diritti degli albanesi del Kosovo». Hadri, che sosteneva l'annessione del Kosovo all'Albania, aveva organizzato numerose dimostrazioni a Bruxelles. Il delitto, ha poi precisato un comunicato, «è stato perpetrato dai servizi segreti serbi». L'ambasciata jugoslava tace, ma c'è chi suggerisce che la vittima non fosse stata del tutto estranea agli attentati di alcuni anni fa contro l'ambasciata di Belgrado e contro l'ufficio delle linee aeree jugoslave. «Enver Hadri — ha aggiunto il portavoce albanese — appar¬ tiene a una famiglia nota per la sua fede nazionalista. Suo padre era stato ucciso dai serbi durante la guerra. Nella nostra comunità c'è chi lo considerava troppo vicino alle autorità comuniste di Tirana, ma io dirò che quest'uomo amava con passione il suo Paese e ha lottato per la libertà e la dignità degli albanesi del Kosovo. Questo genere di attentati politici deve finire e spero che la polizia belga riesca ad arrestare i colpevoli». Ma per le forze dell'ordine l'uccisione di Hadri si aggiunge ad altri due attentati politici avvenuti nell'ultimo anno nella capitale belga e rimasti senza risposta: quello dell'imam di Bruxelles, ucciso ad aprile dopo avere espresso il suo disaccordo per la condanna a morte di Salman Rushdie, e quello di Joseph Wybran, il leader spirituale israelita ucciso in ottobre. Fabio Galvano

Persone citate: Enver Hadri, Hadri, Joseph Wybran, Salman Rushdie