Nasce un nuovo cavallo made in Italy di Domenico Quirico

Nasce un nuovo cavallo made in Italy Una razza inedita per soddisfare la forte richiesta di mercato e limitare le importazioni Nasce un nuovo cavallo made in Italy Robusto, docile e intelligente, sarà un soggetto «da sella» ASTI. Francesi, polacchi, olandesi, irlandesi, perfino quarter horses americani e criollos importati dalla pampa argentina: l'Italia a cavallo sta in sella a purosangue che arrivano da mezzo mondo. In minoranza nei maneggi e nei concorsi equestri sono proprio gli esemplari indigeni. Non è soltanto un rilievo «nazionalistico». La passione per il turismo e per gli sport equestri assicura da qualche anno l'imprevisto boom di una voce dell'allevamento in crisi cronica, ridotto ai settori numericamente modesti degli esemplari da carne e dei purosangue destinati agli ippodromi. L'allevamento italiano del cavallo sportivo arriva per molti aspetti impreparato all'appuntamento con questo momento di successo, e così finora prevalgono le importazioni, che sono costose e spesso di bassa qualità. Un'iniziativa promossa dall'Unione agricoltori di Asti, provincia senza specifiche tradizioni di allevamento, ma con un alto numero di appassionati, ripercorre le strade sperimentate con successo da altri Paesi europei come Francia e Olanda dove il cavallo da sella può vantare un fatturato di tutto rispetto. Il maggior problema da superare è costituito da una realtà di allevatori molto frammentata e dove l'improvvisazione molto spesso sostituisce mezzi e competenze tecniche. E' necessario quindi fornire un servizio di assistenza ad alto livello scientifico, che disciplini caratteristiche genealogiche e addestramento dei soggetti. «La nostra sezione — spiega il presidente Oscar Peiretti — ha costituito uno staff tecnico formato da veterinari, ricercatori universitari e esperti che redigerà un accurato identikit degli esemplari e fornirà ai soci il supporto di informazioni e di consigli necessario per l'acquisto delle fattrici, la scelta degli stalloni e l'allevamento dei puledri». L'obiettivo è realizzare una «razza» morfologicamente omogenea, indenne da difetti ereditari e che per caratteristiche garantisca ampie possibilità di impiego e di commercializzazione. «Un cavallo astigiano» destinato soprattutto a essere impiegato in particolare nei concorsi, il settore sportivo in maggiore espansione finora dominato da soggetti stranieri. Robustezza, ma soprattutto docilità e «intelligenza», sono le qualità indispensabili anche per gli esemplari da turismo equestre. Operare su un buon numero di soggetti, spiegano all'Unione agricoltori, consente inoltre di dimezzare il costo molto elevato della monta. Allo staff si affianca un articolato corso teori¬ co-pratico di formazione per allevatori con varie lezioni di zoognostica, profilassi, alimentazione. La seconda fase del progetto riguarda il momento chiave della doma, che verrà avviata non appena sarà disponibile un buon numero di cavalli. I puledri verranno raggruppati e affidati, con costi accettabili, a cavalieri specializzati che dovranno selezionarli a seconda delle caratteristiche e completare l'addestramento. E' proprio in questa fase che l'affidarsi a «dilettanti» o fare da sé può danneggiare irrimediabilmente soggetti di buone qualità. «Alla fine sperimenteremo i risultati direttamente nei concorsi — spiega Peiretti —: abbiamo intenzione infatti di far gareggiare i cavalli "astigiani" per un anno con i nostri colori». Domenico Quirico

Persone citate: Oscar Peiretti, Peiretti

Luoghi citati: Asti, Francia, Italia, Olanda