Le frontiere dell'oro di Flavia Amabile

Le frontiere dell'oro Solamente gli esperti svizzeri prevedono prezzi al rialzo Le frontiere dell'oro TORINO. Sale o scende? I più ottimisti sono gli svizzeri che si arrischiano a prevedere un rialzo del prezzo dell'oro fino a 430/450 dollari l'oncia. Dalla maggior parte degli addetti al settore, però, il richiamo è alla prudenza. «Oggi il prezzo dell'oro è depresso, ma non ci sono segnali di un aumento nei prossimi mesi», sostiene Giuseppe di Nunzio, amministratore delegato della Intermetal Italia. «E' difficile che l'ore scenda ora», conferma Antonio Staccioli, vicepresidente della Federazione nazionale banchi metalli preziosi. «Ormai il metallo si è consolidato sopra i 410 dollari l'oncia. Bisogna attendere e vedere se si consoliderà sopra i 420», aggiunge. Intanto, però, il metallo continua a oscillare e a segnare alti e bassi. «Sono fatti congiunturali», avverte Maurizio Savi, responsabile marketing della Metalli Preziosi. «L'investimento in oro, invece, deve essere valutato nel lungo periodo». Insomma, non è il caso di lasciarsi prendere da improvvisi allarmismi o entusiasmi. Le fluttuazioni del prezzo dell'oro sono legate a movimenti che possono essere compresi solo se si ragiona in termini di anni, non di mesi. Ma, allora, conviene ancora investire nel metallo prezioso? Conviene comprare monete d'oro, lingottini o medaglie se sul mercato finanziario esistono strumenti in grado di fornire un grado di redditività e di liquidabilità decisamente superiori? «Sì, se fa parte di una diversificazione dei propri investimenti», afferma Alberto Quadrio Curzio, vicepresidente di Noraisma, l'istituto di ricerche bolognese, e uno dei massimi esperti del settore. «Perche — spiega — costituisce un'otti- ma difesa in caso di ripresa dell'inflazione». Il suo consiglio, però, è «importi limitati, comportamenti da cassettista e pazienza». Sono queste le tre doti del perfetto risparmiatore in oro. Il vero problema, in realtà, è il monopolio che ancora oggi, a meno di tre anni dalla creazione del mercato unico e a quattro mesi dalla liberalizzazione valutaria, pone forti limitazioni ai privati. «L'Italia è l'unico Paese europeo in cui vige questo regime», afferma Staccioli. «Con l'arrivo delle banche estere e la creazione del mercato unico risulteremo totalmente fuori mercato», aggiunge. In Italia, infatti, i risparmiatori non possono acquistare l'oro grezzo. Bisogna ripiegare, quindi, su prodotti lavorati come medaglie, monete a corso legale e lingottini sui quali grava l'Iva del 19% che rende meno conveniente l'investimento. Ma ci sono delle scappatoie. Ad esempio, i conti-metallo. Realizzati in Svizzera e Germania, questi conti permettono l'ac- Con la deregulation valutaria nuove occasioni di investimento estero Le tre regole per non scottarsi: pazienza, importi limitati e prudenza quisto di una certa quantità d'oro che non viene ritirata, ma accreditata su di un conto. In cambio si ottiene un certificato di deposito che viene riconsegnato al momento della vendita. Il metallo prezioso viene, invece, dato in «prestito d'uso» a un fabbricante che paga un interesse dall'1,50 al 3% circa. «Il vantaggio è che non ci si deve preoccupare della conservazione dell'oro e si riesce a ottenere anche un aumento di valore», spiega di Nunzio. Cambierà qualcosa con la liberalizzazione valutaria che partirà all'inizio di luglio? «Non per i privati», rispondono gli esperti di Nomisma. Ci verremmo a trovare, insomma, con un regime di monopolio, che dura ormai dal 1935, del tutto incompatibile con i dettami della Cee. E' per questo che all'istituto di ricerche bolognese sostengono che «non è ancora detta l'ultima parola. E che non è escluso che per i risparmiatori possano esserci delle novità». Flavia Amabile

Persone citate: Alberto Quadrio Curzio, Antonio Staccioli, Maurizio Savi, Staccioli

Luoghi citati: Germania, Italia, Svizzera, Torino