Viezzoli chiude ai privati di R. G.
Viezzoli chiude ai privati Viezzoli chiude ai privati «La formula Enel è giusta» Sale la dipendenza dall'estero MILANO. L'Italia consuma sempre più energia e dipende in misura crescente dall'estero. Per fronteggiare lo sviluppo della domanda bisogna che il Parlamento approvi sollecitamente i provvedimenti in discussione per garantire al Paese la sicurezza energetica. La delicata situazione è stata ancora una volta ricordata dal presidente dell'Enel, Franco Viezzoli, ieri a Milano. «Dopo la rinuncia al nucleare — ha spiegato Viezzoli — due anni di blocco degli iter autorizzativi, con consumi elettrici che crescono del 4-5% all'anno, dobbiamo ribadire con decisione che è assolutamente indispensabile, per affrontare con serenità gli anni fino al 2000, che vengano al più presto approvati dal Parlamento i provvedimenti in campo energetico attualmente all'esame e che si abbia certezza sulla funzionalità e sui tempi delle nuove procedure autorizzative in modo da svolgere nei tempi previsti i programmi realizzativi dei nuovi impianti dell'Enel». L'allarme lanciato da Viezzoli è motivato anche dal fatto che «nel 1989, per la prima volta, il settore elettrico è stato strutturalmente dipendente dall'estero per oltre 3 miliardi di chilowattora per carenza di capacità produttiva nazionale». Viezzoli, in polemica con chi vorrebbe una privatizzazione totale o parziale, ha poi difeso l'Enel come ente pubblico, ri¬ cordando che dalla nazionalizzazione del 1963 ad oggi il costo per kwh a moneta costante è calato di circa il 39%. Nello stesso periodo gli investimenti dell'Enel sono ammontati a oltre 143.000 miliardi e nei prossimi, anni, fino al 1994, gli investimenti programmati sono di 62.300 miliardi, di cui 10.000 per interventi ambientali e 29.000 per il Mezzogiorno». La strategia dell'industria termoelettromeccanica è stata illustrata dall'amministratore delegato dell'Ansaldo, Bruno Musso, che ha denunciato come «da tempo in Italia non si ordinano impianti di generazione in misura adeguata a coprire la crescita dei consumi e gli impianti ordinati vengono realizzati tra mille difficoltà e incertezze, con molta lentezza». La cancellazione del programma nucleare e il ridimensionamento dell'opzione carbone, secondo Musso, ha determinato «l'indebolimento dei costruttori nazionali» e ha portato l'industria di settore verso accordi internazionali, [r. g.]
Persone citate: Bruno Musso, Franco Viezzoli, Viezzoli
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