Dagli Usa allarme per il petrolio

Dagli Usa allarme per il petrolio Rapporto del New York Times, Battaglia da Washington sottolinea i ritardi italiani Dagli Usa allarme per il petrolio 77prezzo del greggio potrebbe aumentare del 50% WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Entro un quinquennio il prezzo del petrolio supererà di nuovo i 30 dollari al barile di greggio, come accadde al principio degli Anni Ottanta. Le ripercussioni sulla benzina, il gasolio da riscaldamento e via di seguito saranno gravi: negli Stati Uniti, tra il '75 e l'81, quando il prezzo del petrolio salì da 13 a 36 dollari al barile, quello della benzina raddoppiò. Ecco le ragioni dell'allarme: il calo della produzione nell'Urss e negli Usa (ove l'import ha raggiuntò il 54% del fabbisogno nazionale); l'aumento della domanda dei Paesi dell'Est europeo e delle potenze economiche in Asia. Il rialzo del prezzo del greggio è stato uno dei temi discussi dal ministro dell'energia italiano Battaglia col collega americano Watkins e al Congresso l'altro ieri a Washington. L'allarme degli analisti è rilanciato con grande evidenza dal New York Times. Fino allo scorso autunno, l'industria era ottimista: adesso, ha scritto il giornale, «si considera nella situazione più pericolosa da dieci anni a questa parte». Secondo il New York Times alcuni Paesi stanno varando programmi di risparmio dell'energia o di conversione a fonti alternative, in vista non solo degli alti prezzi ma anche della scarsità del petrolio. Ecco alcuni dati del New York Times. Senza l'Urss la Cina e l'Est europeo il mondo nel '90 consumerà oltre 52 milioni di barili al giorno, un record. Il Giappone aveva previsto un aumento del consumo petrolifero dell' 1 per cento annuo, ha sfiorato il 5 per cento, e pronostica adesso un aumento del 3,2 per cento. L'Est europeo e le nuove potenze asiatiche contemplano aumenti ancora superiori. Sul versante della produzione i Paesi non membri dell'Opec sono rimasti a 29 milioni di barili, il livello dell'86, mentre l'Opec è salito di 5 milioni di barili, a quasi 22 milioni, per soddisfare la crescita della domanda. Ma paradossai- mente non sembra in grado di espandere la produzione a sufficienza anche perché aumenta il consumo interno. In un colloquio coi giornalisti italiani, Battaglia ha detto di aver discusso con Watkins «la sicurezza degli approvvigionamenti anche in rapporto ai prezzi in salita» nel settore dell'energia in genere e del petrolio in particolare; il coordinamento delle politiche energetiche verso Usa e Cee l'Europa orientale; la tutela dell'ambiente, con la limitazione dell'effetto serra; e il contenimento dei consumi tramite nuove tecnologie e lo strumento fiscale. Battaglia non ha escluso un rilancio del nucleare in Italia anche per motivi ambientali, e ha annunciato che a luglio il nostro governo nella sua veste di presidente di turno della Cee proporrà una politica unica europea sull'energia e l'ecologia. Il ministro tornerà negli Usa ad aprile o maggio per firmare un nuovo accordo di collaborazio¬ ne energetica. [e. e]

Persone citate: Battaglia, Watkins