Un incontro dei «G-7» per discutere l'unificazione tedesca di Stefano Lepri

Un incontro dei «G-7» per discutere l'unificazione tedesca Consulto Carli-Brady a Roma Un incontro dei «G-7» per discutere l'unificazione tedesca ROMA. Purtroppo è giustificato il timore che l'unificazione monetaria della Germania inneschi un'ascesa dei tassi di interesse nel mondo. Stati Uniti e Italia sono forse i due Paesi che, por diverse ragioni, ne sarebbero più danneggiati. Così i due ministri del Tesoro, Nicholas Brady e Guido Carli, nell'incontro di ieri mattina si sono trovati d'accordo per «rafforzare la cooperazione internazionale» allo scopo di evitare che i tassi salgano. L'appuntamento è a una riunione del G-7 (i ministri del Tesoro dei 7 grandi Paesi industriali, ovvero Usa, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Canada) da fissare per la fine di aprile o l'inizio di maggio. La speranza italiana è che si possa assorbire lo shock accelerando l'unificazione monetaria europea: si vedrà. Nel suo viaggio in Europa il «Treasury Secretary» statunitense ha già incontrato il collega tedesco a Francoforte e ripartirà poi per Parigi, Londra, Bruxelles e Varsavia. Trapelano ormai i piani segreti per sostituire quanto prima il marco tedesco dell'Ovest (Dm) al marco dell'Est: per quanto ben congegnati, produrranno inevitabilmente tensione sui mercati e sulla capacità produttiva della Germania occidentale, quindi inflazione. L'urgenza di frenare l'esodo dei tedeschi dell'Est verso Ovest renderà inevitabile di concedere loro una certa immediata capacità di spesa in marchi Ovest. Più in là, una forte richiesta di capitali per ristrutturare l'economia dell'Est si riverserà sui mercati finanziari. Questi sono i fattori che possono spingere verso l'alto gli interessi. «Entrambi abbiamo espresso la convinzione — dice Guido Carli all'uscita dell'incontro con Brady — che è nell'interesse di tutti evitare, nei limiti del possibile, che si propaghi verso il resto del mondo un rialzo dei tassi capace di rallentare lo sviluppo economico». Fenomeni di recessione renderebbero assai più gravoso, forse proibitivo, il sostegno del- l'Ovest all'Est in crisi, con gravi conseguenze politiche per le nascenti democrazie di quei Paesi. «Già l'economia statunitense mostra una tendenza ad appiattirsi — spiega il direttore generale del Tesoro Mario Sarcinelli, che ha affiancato il ministro — e gravi sarebbero le conseguenze per i Paesi in via di sviluppo, specie quelli indebitati». Come si può combattere il rialzo dei tassi? «E' necessario — dichiara Carli — che l'unificazione monetaria tedesca proceda in parallelo all'integrazione economica europea». Non tutti a Bonn e a Francoforte intendono bene questo messaggio: ma solo una attenta, continua cooperazione può far sperare che le tensioni inflazionistiche siano assorbite senza una stretta sui tassi. Più tardi, a pranzo, i due ministri hanno discusso l'aumento delle risorse (120 miliardi di dollari) del Fmi. L'Italia era sempre stata favorevole, mentre gli Stati Uniti ne avevano bocciato sia l'originaria proposta di raddoppio sia una successiva di aumento del 70%. Ora sembra possibile un accordo sul 40-50%. Stefano Lepri II ministro del Tesoro Guido Carli

Persone citate: Carli, Guido Carli, Mario Sarcinelli, Nicholas Brady