Perrier vuol cedere le bibite gassale Anche l'Italia in corsa
Perrier vuol cedere le bibite gassale Anche l'Italia in corsa Gara con Pepsi e Schweppes Perrier vuol cedere le bibite gassale Anche l'Italia in corsa MILANO. Dopo lo scandalo del benzene, la Perrier riprende la sua strada. Ma le difficoltà non mancano. Dopo tante parole di solidarietà ieri la grande concorrente e nemica, Evian, ha lanciato una robusta campagna pubblicitaria da 6 milioni di dollari negli Stati Uniti (il 50% in più di un anno fa). Le posizioni restano ancora molto distanti: la Perrier controlla il 23% del mercato Usa mentre Evian, al secondo posto, è ferma all'1,7. Ma Gustave Leven, grand patron dell'acqua minerale più famosa del mondo, pur convinto che la mossa è frutto del caso (la campagna Evian era pronta da mesi) ha deciso che è il caso di reagire al più presto concentrando gli sforzi sul mercato Usa. Per questo, nei prossimi giorni Perrier potrebbe procedere alla cessione di un comparto importante ma ritenuto non più strategico: quello delle bevande analcoliche, forte di un giro d'affari in Francia intorno ai 250 miliardi di lire, grazie ad alcuni marchi molto diffusi Oltralpe, tipo Pschitt, Oasis e Bali, a cui occorre aggiungere la licenza per la Pepsi Cola. L'intenzione di uscire da questo settore, redditizio ma considerato non più strategico dal colosso (intenzionato a rafforzarsi nelle acque minerali e nei formaggi e deciso a giocare nonostante gli infortuni la carta del mercato Usa), era già nota. Così come erano note le trattative con il gigante britannico Cadbury-Schweppes e la Pepsico, produttrice della Pepsi. Non solo. L'operazione «soft drinks» Perrier ha attratto le attenzioni di tutti i grandi del settore bevande: c'è l'interesse della Suntory, della Pernod e dello stesso colosso canadese Seagram. Ma la novità è che sul tavolo di Leven è piovuta ora un'offerta di origine italo-svizzera. Una società elvetica con interessi nel settore alimentare, appoggiata da quattrini anche italiani (un gruppo ancora assente dall'alimentare), ha avanzato nei giorni scorsi un'offerta per acquistare la divisione Perrier, una delle opportunità più interessanti in campo agroalimen- tare in Europa, date le prospettive di sviluppo del settore in Francia e, soprattutto, in particolare, l'occasione di entrare sul mercato Cee con alcuni marchi di grande rilievo. I favoriti sembrano ancora gli inglesi della Cadbury. Ma dopo la disavventura Usa di Perrier l'interesse del colosso britannico sembra assai più tiepido. I britannici sembrano voler tirare sul prezzo, anche perché le prospettive di un'alleanza con Perrier verso gli Usa appaiono ora meno attraenti che pochi mesi fa, quando l'intesa sembrava ormai prossima. E così in campo sono entrati altri concorrenti, a dimostrazione delle tensioni del settore in Europa. La partita si risolverà nei prossimi giorni. Leven è ben deciso a chiudere l'asta (la richiesta, secondo gli analisti, dovrebbe aggirarsi intorno ai 500 miliardi di lire almeno) e a concentrarsi sul mercato Usa. Prima dell'infortunio che ha obbligato il colosso francese a ritirare tutte le bottiglie di acqua minerale in circolazione (una mossa di grande effetto pubblicitario, comunque) la Perrier aveva già imboccato con decisione la via degli Stati Uniti. Il fatturato americano del gruppo già rappresenta circa 500 miliardi, e il gruppo transalpino ha intenzione di consolidare questa scelta sia attraverso l'espansione del settore acque minerali (ove la Perrier controlla numerosi marchi locali e diverse reti commerciali sul posto) che con nuove iniziative nel campo formaggi, ove Perrier, dopo aver consolidato la sua posizione con i prodotti francesi punta a diffondere il «made in Italy» grazie alle prospettive della «Sorrento» leader dei prodotti italiani di caseificio oltre Oceano. Intanto negli Usa cominciano a fioccare le cause contro la Perrier al tribunale di Bridgeport nel Connecticut, quartier generale della Perrier americana. Già sono state istruite diverse iniziative da parte delle potenti unioni consumatori americane. Il benzene costerà ancora caro al gruppo Perrier.
Persone citate: Gustave Leven, Leven, Pernod
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