Secessione, la febbre contagia la Georgia

Secessione, la febbre contagia la Georgia Dal campionato di calcio «indipendente» alla fondatone di un partito socialdemocratico: anche Tbilisi sfida Mosca Secessione, la febbre contagia la Georgia E la Lettonia abolisce il festival nazionale delle voci nuove «I cantanti sovietici saranno invitati come ospiti stranieri» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nodar Akhalkatsi non è un politico. Il terreno che preferisce è quello verde dei campi di calcio. Come allenatore della Dinamo Tbilisi, negli Anni Settanta ha conquistato una Coppa delle Coppe e alcuni titoli di campione dell'Urss. Ma da qualche giorno Nodar Akhalkatsi è al centro di una delle polemiche più clamorose che si sono innestate nell'ormai inestricabile groviglio dei nazionalismi. E' stato eletto presidente della neonata Federazione autonoma del calcio della Georgia che vuole creare un suo campionato e partecipare anche alle competizioni internazionali come se la Repubblica transcaucasica sovietica fosse già uno Stato sovrano. «Lo sport — dice Akhalkatsi — non può rimanere in disparte nei processi sociali. Ma noi non vogliamo isolarci. L'obiettivo principale della nostra secessione è sviluppare al massimo il calcio nella Repubblica. Con gli altri siamo pronti a qualsiasi forma di collaborazione, ma su base paritaria». La dichiarazione di guerra è lanciata e il risultato è che le squadre della Georgia non hanno inviato la loro domanda di partecipazione al campionato dell'Urss. Ma la «secessione dei calciatori» non è che la manifestazione più spettacolare delle spinte nazionaliste che stanno guada¬ gnando la Georgia. Dopo la marcia verso l'indipendenza avviata nelle Repubbliche baltiche, dopo le rivolte sanguinose in Azerbaigian e in Armenia, dopo la ribellione del Tagikistan e le nuove tensioni in Uzbekistan, dopo la nascita di agguerriti Fronti popolari in Ucraina e in Moldavia, anche in Georgia i movimenti indipendentisti stanno riprendendo forza. Ieri a Tbilisi si è aperto anche il congresso costituente del partito socialdemocratico al quale il presidente del Fronte popolare georgiano, Nodar Notadze, ha già espresso solidarietà, confermando che il multipartitismo è nei programmi della futura organizzazione indipendente della Repubblica, così come lo è nel Baltico e nelle altre «province ribelli» dell'impero. Per ora, secondo le leggi dell'Urss, il partito socialdemocratico non potrà che essere un «movimento informale». Ma i socialdemocratici georgiani hanno già il loro programma in sette punti: i primi sono libertà nazionale, pluralismo politico e giustizia sociale. Un programma non molto dissimile lo ha appena presentato l'Associazione democratico-cristiana della gioventù, un altro «movimento informale» nato ufficialmente a Tbilisi. L'Associazione dei giovani che si richiamano ai principi cristiani è entrata in competizione immediata con il Komso- mol, l'organizzazione giovanile del pcus, e fa molta paura al vecchio gigante burocratico. Ieri la Komsomolskaia Pravda — il giornale dell'organizzazione — ha scritto che il Komsomol georgiano «non è riuscito ad adeguarsi alla realtà», che «molte sue strutture di base già non esistono più», che nessuno sa «quanti iscritti se ne sono andati perché nessuno li ha nemmeno contati». E, secondo il giornale, i giovani «si avvicinano a movimenti più attivi, come l'Associazione democristiana». Ma una polemica che interessa milioni di giovani, e in tutta l'Urss, è esplosa in un'altra Repubblica, la Lettonia. Anche questa su sfondo nazionalista. La municipalità della cittadina balneare di Yurmala, vicino a Riga, ha deciso ieri di annullare il «Festival delle voci nuove». Si tratta di una gara canora che è organizzata da oltre dieci anni dalla tv di Stato, che è ritrasmessa in diretta e che, per l'Unione Sovietica, è una specie di Festival di Sanremo. Il Comune di Yurmala ha detto che il Festival, previsto per la metà di marzo, non ci sarà e che, forse, sarà sostituito da una manifestazione internazionale alla quale saranno invitati cantanti dei Paesi scandinavi e, sempre come «ospiti stranieri», anche i giovani cantanti sovietici. Enrico Singer IL VOTO NELLE REPUBBLICHE DELL' URSS ARMENIA DATA NON STABILITA AZERBAIGIAN DATA NON STABILITA TURKMENISTAN! 7 GENNAIO TAGIKISTAN OGGI KIRGHIZIA OGGI REPUBBLICA RUSSA 4 MARZO Le elezioni locali stanno per cambiare il volto delle 15 Repubbliche russe, spezzando il monopolio del potere del pcus. Questi temi e calendario. TURKMENISTAN (7 gennaio) Nonostante non si conoscano i risultati definitivi del voto, molti esponenti comunisti sono stati battuti. UZBEKISTAN ( 18 febbraio) Continua lo spoglio delle schede: l'opposizione, che chiede maggiore autonomia da Mosca, guadagna consensi. LITUANIA (ieri) I nazionalisti chiedono la piena indipendenza. KIRGHIZIA E TAGIKISTAN (oggi) Le richieste fondamentali riguardano i beni di consumo: maggiori quantità a prezzi inferiori. MOLDAVIA (oggi) Il Fronte chiede la riunificazione con la Romania. REPUBBLICA RUSSA (4 marzo) Crescono I radicali di Boris Eltsin. UCRAINA (4 marzo) Il pcus si presenta con un nuovo leader, Volodymyr Ivashko, succeduto a Sherbitski, morto la scorsa settimana. BIELORUSSIA (4 marzo) Autonomia economica da Mosca: è il cavallo di battaglia del Fronte di opposizione Adradzehen'ne. LETTONIA ED ESTONIA (18 marzo) I vari Fronti, sempre più popolari, si battono per la piena indipendenza. KAZAKISTAN (25 marzo) L'ecologia è al centro dello scontro elettorale: il movimento Nevada pretende la fine dei test nucleari. GEORGIA (25 marzo) I nazionalisti georgiani chiedono l'autonomia.

Persone citate: Akhalkatsi, Boris Eltsin, Enrico Singer, Fronti, Nodar Akhalkatsi, Sherbitski, Volodymyr Ivashko