Sfida in piazza a Gorbaciov di Enrico Singer

Sfida in piazza a Gorbaciov Voci di golpe e di pogrom, Mosca presidiata da 8000 agenti anti sommossa Sfida in piazza a Gorbaciov Oggi i cortei radicali per riforme più rapide MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ottomila uomini delle truppe speciali anti-sommossa del ministero dell'Interno sono arrivati a Mosca. Appoggeranno altre migliaia di agenti della Milizia in quella che si annuncia come la prova di forza più aspra tra il movimento dei rinnovatori radicali, che chiedono di accelerare la marcia delle riforme, e il Cremlino. E' una prova di forza che, oggi alle 14, comincerà con due grandi cortei nella capitale e con decine di altre manifestazioni organizzate nel resto dell'Unione. E che, fino all'ultima ora, è stata drammatizzata dalle voci più folli: la presenza di carri armati alla periferia di Mosca, l'imminente imposizione del coprifuoco, un colpo di Stato nella notte. Tutte voci che hanno trasformato la vigilia della sfida radicale a Gorbaciov in una specie di tunnel della paura che ha spinto la gente a rientrare in casa prima del solito, ieri sera, e ad ascoltare radiò e televisione che hanno continuato a lanciare appelli a non manifestare, a non dare retta a quelli che un comunicato del Comitato centrale del pcus ha definito i «falsi predicatori di perestrojka». Un vero bombardamento politico-psicologico contro la giornata di protesta che è stata convocata, simbolicamente, nell'anniversario della prima rivoluzione del 1917: la «rivoluzione borghese» del 25 febbraio che, fino all'ottobre, tentò di guidare il Paese sui binari del riformismo. Lo storico Yuri Afanasiev, leader del «blocco democratico» con Eltsin e Popov, ha detto che la manifestazione di oggi segnerà l'avvio della «rivoluzione del febbraio 1990». E che il processo continuerà con le elezioni per il rinnovo dei Soviet locali. Queste elezioni, che sono cominciate ieri in Lituania (dove, secondo i primi dati non ufficiali, il fronte popolare Sajudis sembra destinato a stravincere) che a Mosca si terranno il 4 marzo, sono il momento istituzionale della lotta che i gruppi radicali hanno ingaggiato per imporre una linea di rinnovamento più marcato al capo del Cremlino. «Il nostro scopo è quello di far capire che bisogna superare le promesse già fatte — ha detto uno degli esponenti del Blocco democratico — perché la popolazione è a favore di riforme di sistema, come il multipartitismo, più che per la creazione di un Presidente con pieni poteri». La critica al progetto di «grande riforma» di Michail Gorbaciov è diretta ed è prevedibile che oggi per le strade di Mosca e delle altre città queste critiche risuoneranno ancora più acute. L'asprezza dello scontro politico spiega perché la controffensiva scatenata per impedire le manifestazioni sia stata così massiccia. Gorbaciov non è sceso in campo in prima persona. Ma ha fatto muovere il Comitato centrale del partito — che ha lanciato giovedì il suo appello-ultimatum contro gli «estremisti» — e poi il governo che, venerdì sera, per bocca del premier Ryzhkov ha avvertito che «la legge e l'ordine» saranno garantiti con decisione. Ecco, così, l'arrivo a Mosca dei rinforzi delle truppe speciali antisommossa del ministero dell'Interno e la moltiplicazione degli interventi delle organizzazioni di base del pcus che si sono mobilitate per «sconsigliare» la popolazione a partecipare alle manifestazioni. Nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole sono stati «messi in guardia lavoratori e studenti dal pericolo di lasciarsi influenzare dalle forze che si mascherano con gli slogan.della perestrojka e che vogliono, invece, distruggerla». Manifestini con la scritta «restate a casa» sono comparsi a Mosca nelle stazioni della metropolitana e anche negli ingressi dei palazzi che si affacciano lungo il Sadovoie Kaltso d'«anello dei giardini») che è la strada lungo la quale si svolgerà il corteo nella capitale. A queste iniziative ufficiali si sono aggiunte le voci. Una pioggia di voci. L'arrivo a Mosca da centri della provincia di ultras nazionalisti armati pronti a lanciare pogrom antisemiti. La consegna e lo stato di massima allerta per la divisione blindata che è acquartierata a 50 chilometri dalla capitale. Un piano d'emergenza per rendere disponibili 400 letti nell'ospedale principale del Policlinico. Alcu ne di queste voci sono partite dagli ambienti della «nuova destra» russa, da quegli stessi gruppi come Pamiat e il Consiglio unificato di Russia che avevano programmato delle contro-manifestazioni per oggi e che hanno poi rinunciato aijoro cortei cercando, però, di mantenere alto l'allarme. Quale effetto avranno le voci incontrollate e gli appelli dell'apparato del pcus a non manifestare è difficile prevederlo. Il movimento radicale contava di portare almeno trecentomila persone in piazza a Mosca e forse più di due milioni in tutte le manifestazioni sparse per le città dell'Urss. In alcuni casi, il pericolo di incidenti ha spinto gli organizzatori ad annullare le dimostrazioni: questa decisione era stata presa già venerdì a Leningrado ed è stata adottata ieri a Chita (in Siberia) e a Rost.ov. In Uzbekistan è stato il Soviet locale a vietare le manifestazioni per paura di scontri interetnici. Ma a Mosca e in molte altre città, la sfida dei radicali al Cremlino sta per cominciare. Enrico Singer ALTRO SERVIZIO A PAGINA 5

Persone citate: Chita, Eltsin, Gorbaciov, Michail Gorbaciov, Popov, Rost, Ryzhkov, Yuri Afanasiev