I ruggiti di Aleinikov, leone di Minsk di Franco Badolato

I ruggiti di Aleinikov, leone di Minsk Il sovietico affronta il Genoa che lo contese alla Juve, ma è disposto ad acquistarlo a giugno I ruggiti di Aleinikov, leone di Minsk «Non è giusto darmi già il benservito» TORINO. Una domenica contro per Sergey Aleinikov. Contro chi (Genoa) l'ha a lungo conteso alla Juventus la scorsa estate; contro chi ha segnato il primo gol di campionato passando dai fischi della curva rossoblu agli applausi convinti degli stessi tifosi e del tecnico liparota Scoglio, suo grande estimatore; contro chi (Spinelli) probabilmente gli offrirà a fine stagione l'ancora di salvataggio di un proseguimento della sua carriera italiana. A prezzi stracciati s'intende, Genova resta superba ma soprattutto attenta a non sgonfiare troppo il portafogli, però la Signora è capace di gesti generosi quando si tratta di rinnovare il guardaroba. Sarà il sovietico di Minsk, probabilmente, l'unico straniero della Juventus in campo. Zavarov è entrato ai box a causa di uno stiramento, Barros rischia di non farcela, o meglio è un rischio pensarlo oggi in campo, domani si vedrà. «C'è una piccola speranza, Rui non s'è allenato ancora con noi questa settimana ma stamane (ieri n.d.r.) ha corso a lungo senza avvertire dolore alla coscia destra contratta» ha mormorato Zoff che non si sente di ufficializzare ancora l'utilizzazione del giovane Serena. Contro Aleinikov agiranno due uruguayani (Paz e Aguilera) mentre Perdomo starà in tribuna per squalifica come Schillaci (vecchio allievo di Scoglio). E' un duello mundial dimezzato, ma forse alla vigilia di Italia '90 è persino irriverente confrontare scuola sudamericana e scuola sovietica, l'una due volte campione, l'altra sempre presente ma mai vincitrice. Chissà che per i russi non sia la volta buona. Domani Aleinikov potrà anticiparci qualcosa. Ieri al Combi hanno assistito all'allenamento della Juventus un emissario della Simod e due suoi ospiti eccellenti: l'allenatore della Dinamo Minsk, Malofiev e un dirigente della società sovietica. Hanno parlato anche con Zoff, non risulta che si siano lamentati del modo in cui l'allenatore della Juventus utilizza Aleinikov. Lobanowski non ha eguali in Urss neppure sotto questo punto di vista. Ci ha pensato Maifredi (sempre più di moda in piazza Crimea questo nome), tempo fa, a dare un colpettino anche all'immagino di Aleinikov. Disse in parole povere che i russi, presi tutt'insieme, fanno un bel piatto di spaghetti, ma uno per uno non hanno molto gusto. Sergey ricorda quelle frasi e risponde fieramente: «Sì, può essere tutto vero, non è facile per noi abituarci al vostro gioco, a un campionato stressante: Zavarov ed io siamo stati un po' delle cavie in questo senso». Qualche giorno fa, prima che s'infortunasse Sacha, Aleinikov aveva ammesso: «Leggo i giornali il lunedì e tutti scrivono che gioco bene ma nel finale delle partite calo. E' questione di stanchezza, certamente, vorrei riposare, ma non mi sembra questo il momento adatto». E si è rifatto leone questo Aleinikov. Anche perché questa storia che i sovietici della Juve avrebbero già fatto il loro tempo non gli va giù. Sarà Scoglio (se resterà a Genova, come pare) a rivalutare Aleinikov e forse lo stesso Zavarov? <do devo pensare solo a giocare — dice Sergey — e contro il Genoa per me sarà importante farlo bene. E poi sarà importante la finale di Coppa Italia con il Milan, il turno di Coppa Uefa con l'Amburgo. Insomma ci sono ancora tanti appuntamenti decisivi, siamo in corsa su tre fronti, possiamo vincere qualcosa, non è detto che alla fine qualcuno debba rivedere i suoi programmi...». Intanto però le voci circolano, perfino l'avvocato Agnelli ha «bocciato» di recente la soluzione sovietica. Non c'è avvenire alla Juve per Zavarov e forse anche per Aleinikov: «Va bene, per me non è giusto che si parli di mercato a febbraio, ma posso capire che così va il calcio in Italia. Per questo è necessario che io resti tranquillo, che il mio cervello non si faccia prendere da questi problemi. Non mi devo fare influenzare da tutti questi discorsi. Io per adesso sono della Juve. Ammettiamo pure che tutto finisca a giugno, ma perché pensarci ora?». Franco Badolato