Decise le nozze Renault-Volvo

Decise le nozze Renault-Volvo Nasce un colosso a quattro ruote, alla Règie anche il 10% della casa madre svedese Decise le nozze Renault-Volvo Holding leader nei veicoli industriali Uno scambio al 25% per le società auto PARIGI NOSTRO SERVIZIO Lo trattative erano iniziate già dieci anni fa, epoca delle prime indiscrezioni su una possibile joint-venture. La scorsa estate sembrava fatta ma a novembre tutto veniva insabbiato — almeno ufficialmente — per ragioni di spartizione del potere decisionale. Oggi finalmente il «matrimonio» tra Renault e Volvo è effettivo. Non solo. Stando alle modalità dell'accordo, reso noto ieri ad Amsterdam, la Casa francese ha infranto un tabù quarantennale: si è messa sulla via della privatizzazione superando i veti politici, una costante da quando l'azienda venne confiscata nel 1944 al presunto collaborazionista Louis Renault. Renault e Volvo si scambieranno nel settore dei veicoli commerciali il 45% dei loro capitali e le conoscenze tecnologiche. Il risultato sarà il primo produttore mondiale di autocarri, davanti a Mercedes. Nel comparto dei veicoli superiori a 5 tonnellate l'insieme RenaultVolvo nel 1989 ha prodotto 151.000 unità (83.000 RVI-Renault Veicoli Industriali e 68.000 Volvo) contro le 144.000 di Mercedes. Nel settore automobili Renault acquisisce una partecipazione del 10% nel capitale della Volvo-AB, la capoholding, e del 25% nella Volvo-Car, filiale auto. Reciprocamente Volvo-AB avrà il 20% del capitale Renault (con un'opzione supplementare del 5%). Le differenti percentuali — stando a quanto hanno spiegato i due presidenti, Lévy per la Renault e Gyllenhammar per la Volvo — si giustificano grazie alle diverse valutazioni date alle società. Il gruppo Volvo, infatti, e stato valutato 32 miliardi di corone svedesi (circa 6500 miliardi di lire) di cui 16 per l'attività auto e altrettanti per quella veicoli industriali. Il gruppo Renault è stato valutato 45,4 miliardi di franchi (circa 9500 miliardi di lire) di cui 34,4 per l'attività auto e veicoli industriali fino a 3,5 tonnellate e 11 per RVI. L'accordo di Amsterdam (sede della nuova holding per le agevolazioni fiscali) fa del gruppo Renault-Volvo il quarto in Europa con un fatturato cumulato pari a 254,1 miliardi di franchi nel 1988 (161,4 per Renault e 92,7 per Volvo). Sono circa 55.600 miliardi di lire al cambio attuale. Nel settore auto il nuovo gruppo si classifica al primo posto europeo (quinto mondiale) con 2.408.000 unità prodotte nel 1989 (1.936.000 Renault e 472.000 Volvo) davanti a Fiat, VAG-Volkswagen Audi e PSA-Peugeot Citroen. Le due gamme di vetture sono complementari e d'altronde alcuni modelli montano lo stesso motore, il sei cilindri PRV (Peugeot-Renault-Volvo). Le reti commerciali e i marchi rimarranno comunque distinti. «Nell'immediato — dice Lévy — non saranno progettati modelli comuni ma in un futuro non lontano ciò sarà possibile». Saranno invece immediatamente unificati i sub-fornitori. Volvo — prima impresa privata scandinava — è un partner in ottima salute, presente in numerosi settori oltre a quello dei veicoli (motori marini, attività aerospaziali, alimentari e farmaceutiche). Ma per portare veramente a termine il «matrimonio» occorrerà un voto del Parlamento francese. Dal 1945, infatti, la «Règie Renault» è una società a statuto particolare posseduta al 100% dallo Stato. Più o meno è la situazione dell'Alfa Romeo ai tempi dell'Iri, prima della cessione alla Fiat. Ieri il premier Rocard ha commentato l'avvenimento in toni positivi sottolineando che «Renault, il più indebitato dei gruppi automobilistici mondiali, non poteva sperare di autofinanziare gli investimenti necessari negli Anni Novanta per la prossima generazione di automobili che saranno ad automatizzazione pressoché completa. Aveva bisogno di un solido alleato e lo ha trovato in Volvo». Ciò che Rocard non ha detto è che l'operazione Renault-Volvo costituisce una clamorosa sconfessione della linea di Mitterrand «né nazionalizzazioni né privatizzazioni» annunciata nel programma di due anni fa, alla vigilia della rielezione all'Eliseo. Poco alla volta i socialisti si sono resi conto che il «nini» mitterrandiano non poteva reggere alla realtà finanziaria mondiale che sempre più porta verso concentrazioni e fusioni, in tutti i settori. Il voto positivo sul cambio di statuto in Parla¬ mento, controllato da socialisti e centristi, non è in dubbio. Renault diverrà a medio termine una spa come le altre, anche se per ora parte del capitale non è andato sul mercato ma a Goteborg. E tra l'altro l'operazione con Volvo consentirà di superare definitivamente l'ostilità della Commissione europea per i finanziamenti pubblici a fondo perduto, pratica non più possibile. Ma lo smacco per la linea Mitterrand resta. Paolo Potetti V AFFARE V0LV0-RENAULT RENAULT CASA MADRE INCLUSE AUTO m PARTECIPAZIONE VOLVO NELLA RENAULT PARTECIPAZIONE RENAULT NELLA VOLVO 25% W VOLVO CAR m SETTORE AUTO FONTE: RENAULT VOLVO TRUCK VEICOLI INDUSTRIALI

Persone citate: Gyllenhammar, Louis Renault, Mitterrand, Paolo Potetti V, Rocard

Luoghi citati: Amsterdam, Europa, Parigi