Spezzato dopo cento secondi il volo di Ariane di Paolo Poletti

Spezzato dopo cento secondi il volo di Ariane Il razzo europeo esplpso a Kourou doveva mettere in orbita due satelliti giapponesi: delusione a Tokyo, ma con fair-play Spezzato dopo cento secondi il volo di Ariane Per i francesi «la colpa è dei motori» PARIGI NOSTRO SERVIZIO Una brutta figura. Soprattutto verso i giapponesi che avevano riposto fiducia totale nel vettore europeo Ariane. Quando pochi minuti dopo la mezzanotte di giovedì (ora di Parigi) nel cielo di Kourou, nella Guyana francese, si è acceso un bagliore rosso — segno che il 36° Ariane era esploso e con esso i due satelliti nipponici che trasportava — Jungi Inoué, il delegato di Tokyo presente in sala-comandi, si è girato verso Frédéric d'Allest, presidente del consorzio Arianespace. Sul suo volto si leggeva più stupore che disappunto. Per la seconda volta i giapponesi si erano rivolti agli europei nell'unico settore che la loro tecnologia non ha ancora invaso: i lanci spaziali. E il risultato era lì, sullo schermo: una palla di fuoco a nove chilometri di altitudine sull'Atlantico, 430 milioni di dollari (il valore dei due satelliti per telecomunicazioni fabbricati dagli americani per conto dei giapponesi) in fumo. Certo ci sono le assicurazioni. Ma ci vorrà molto tempo prima di cancellare questo insuccesso. Dopo 17 lanci perfettamente riusciti Ariane ha fallito la missione. Sembra che sia destino quando in sala-comandi c'è un personaggio importante. Nel settembre 1985 toccò a Francois Mitterrand, giunto a Kourou sul Concorde presiden- ziale, assistere all'esplosione in volo, pochi minuti dopo il lancio. Allora come giovedì l'ufficiale addetto aveva ordinato, non appena resosi conto delle anomalie, l'autodistruzione del vettore, per misura di sicurezza. Ma in entrambi i casi è stata una misura superflua perché Ariane si era già disintegrato. Una brutta figura soprattutto per i francesi, costruttori — in una fabbrica vicino a Rouen — dei due motori Viking del primo stadio che col loro anomalo funzionamento hanno provocato il disastro. Già sette secondi dopo il via si era notato qualcosa di anormale, nonostante il sorriso sul volto del direttore delle operazioni. Il missile si era leggermente inclinato sulla destra, le fiamme del combustibile che bruciava in fase di lancio avevano lambito l'estremità della rampa, annerendone la vernice. Un indice di funzionamento non normale del vettore. Cento secondi dopo, al momento della separazione tra il primo e il secondo stadio, i dubbi si trasformavano in triste realtà: Ariane 44-L esplodeva. Per i dodicimila abitanti di Kourou giungeva l'ordine di non uscire di casa, o di rientrarvi subito per chi era per strada. Il missile era esploso a soli 35 chilometri dalla cittadina. Un allarme durato due ore. Ieri mattina i militari della Legione Straniera cercavano e recuperavano sulla spiaggia dell'Hotel des Roches i fram¬ menti del vettore e dei due satelliti, Superbird-B destinato a potenziare le comunicazioni telefoniche dell'arcipelago nipponico e BS-2X che la Nhk, la rete televisiva giapponese, intendeva utilizzare per le sue trasmissioni. Per differenza di fuso orario giovedì sera proprio il presentatore del telegiornale di Nhk aveva dato, quasi in diretta, la notizia del disastro al pubblico nipponico, con un'aria flemmatica. E ieri da Tokyo i commenti sembravano improntati ad un «fair-play» britannico. Delusione ma rinnovata fiducia nelle capacità di Arianespace. Ma intanto il vettore europeo (16 esemplari sono attualmente in costruzione) resterà bloccato al suolo per almeno quattro mesi il che provocherà un ritardo di circa un anno nel programma di lanci. Non ci saranno conseguenze commerciali a breve termine, anche perché gli americani hanno a loro volta problemi di affidabilità dei vettori e delle navette spaziali. Ma a medio-lungo termine il quinto fallimento di Ariane in 11 anni di vita potrebbe rivelarsi un vantaggio per i concorrenti in arrivo sul mercato. L'ingegner Giuseppe Grande presidente di Fiat Spazio e responsabile della divisione spazio della BPD che costruisce i propulsori ausiliari a solido per il programma Ariane V interpellato sulle possibili cause dell'esplosione ha precisato che questa versione di Ariane era equipaggiata con quattro propulsori ausiliari a combustibile liquido costruiti in Germania. «I razzi a solido risultano in realtà meno complessi di quelli a combustibile liquido e sono anche meno esposti ai problemi legati alla complessità del loro funzionamento». «Proprio in base a queste considerazioni la nuova e più potente versione di Ariane, cioè la V sarà equipaggiata solo con propulsori ausiliari a solido». Grande ha concluso ricordando che «sinora i propulsori ausiliari a solido utilizzati nei lanci di Arianne non hanno creato problemi». Paolo Poletti L'Ariane 44, simile a quello esploso e (nel riquadro) la deflagrazione

Persone citate: Francois Mitterrand, Giuseppe Grande, Roches

Luoghi citati: Germania, Parigi, Tokyo