L'Urss in piazza, domenica di paura di Enrico Singer
L'Urss in piazza, domenica di paura Sfileranno i radicali, e già il premier Rizhkov ammonisce in tv gli estremisti: «Manterremo l'ordine» L'Urss in piazza, domenica di paura Si temono provocazioni della Destra: voci su pogrom e golpe MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Noi vogliamo manifestare, non creare incidenti. E' l'apparato conservatore del partito che mette in giro voci allarmistiche. Sono i veri nemici delle riforme quelli che agitano la paura del caos». Yuri Afanasiev e Gavril Popov parlano di fronte a più di cento giornalisti stretti nella sala del «gruppo parlamentare inter-regionale», il movimento di punta dei riformatori radicali. Confermano che la dimostrazione di domenica a Mosca ci sarà, «nonostante le provocazioni». E che sarà una prova di democrazia: «un'occasione per dare la voce alla popolazione che chiede di accelerare la marcia uella perestrojka». Le dichiarazioni sono decise e anche dure. Afanasiev e Popov si dicono convinti che domani tutto andrà bene nelle vie della capitale sovietica. Ma tradiscono una tensione acuta. E la tensione cresce di ora in ora. All'appello-ultimatum lanciato dal Comitato Centrale del pcus appena giovedì contro le manifestazioni ha fatto subito seguito, ieri, un «invito» del governo alle autorità di polizia perché siano «repressi con deternimazione i tentativi d'elementi estremisti di creare confusione e provocare violenze». E il primo ministro, Nikolai Rizkhov, è comparso alle 21 in tv durante il telegiornale per rivolgere un altro perentorio av- vertimento: «il Paese è preoccupato, i lavoratori chiedono di far rispettare legge e ordine. Noi ascolteremo la loro voce». Il clima è da confronto generale e iniziano a circolare le voci più incontrollabili, fra cui addirittura quelle di colpo di Stato. Ma si parla soprattutto delle provocazioni che gruppi della nuova destra russa avrebbero già preparato, sia a Mosca, sia nelle altre città in cui sono programmate le manifestazioni dei progressisti. Le voci più allarmanti si sono diffuse a Leningrado, la seconda città dell'Urss, al punto che il corteo indetto dal Fronte Popolare è stato annullato per decisione degli stessi dirigenti radicali. Yuri Nesterov, candidato alle elezioni locali del 4 marzo e portavoce del Fronte, ha detto che a Leningrado c'era il pericolo che si ripetessero «le violenze che si sono prodotte a Baku e a Dushanbe». Nesterov ha parlato anche di «informazioni» su pogrom antisemiti che gli ultras nazionalisti russi avrebbero voluto scatenare durante la manifestazione progressista per far precipitare la giornata nel caos. Un appello a ritirare anche tutte le altre dimostrazioni è stato pubblicato dalle associazioni artistiche dell'Urss che, in genere, sono su posizioni progressiste. E questa presa di posizione è un'altra prova del clima di tensione e di divisione, anche, in cui i sovietici si preparano a vi¬ vere domani. Ma le divisioni non ci sono soltanto nel composito fronte dei «rinnovatori». Anche nelle strutture del partito si è aperto ieri un confronto. E clamoroso. Il Comitato Centrale del Komsomol, l'organizzazione giovanile comunista, ha emesso un comunicato che in molti punti contesta quello del Comitato Centrale del pcus. I giovani comunisti sostengono che la strada delle accuse e delle contro-accuse in cui si stanno incamminando da una parte i radicali e, dall'altra, gli organi centrali del partito, «è senza prospettive». E il Komsomol ha anche una sua proposta: una tavola rotonda tra «potere e opposizione», una specie di grande trattativa «nella tolleranza reciproca» che dovrebbe impegnare direttamente Michail Gorbaciov come arbitro. E' una posizione originale, un'affermazione di inattesa autonomia da parte del Komsomol: anche questa una prova delle differenze che ormai segnano il panorama politico interno al pcus. In queste ore convulse anche i gorbacioviani hanno ripreso l'iniziativa. Alexandr Yakovlev, membro del Politburo e grande consigliere del capo del Cremlino, ha dichiarato che l'Urss «ha bisogno più che mai» di un Presidente forte che sappia garantire l'unità e la democrazia. E che «ne ha bisogno subito». Enrico Singer
Persone citate: Afanasiev, Alexandr Yakovlev, Gavril Popov, Michail Gorbaciov, Nikolai Rizkhov, Popov, Yuri Afanasiev, Yuri Nesterov
Luoghi citati: Baku, Leningrado, Mosca, Urss
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